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Polizia penitenziaria e coronavirus, tempi lunghi per l’esito dei tamponi

Denuncia del Sappe: in Sardegna da 10 giorni numerosi agenti attendono il responso dall'Ats

Uta - Carcere - Foto MG Caligaris

Polizia penitenziaria e coronavirus, tempi lunghi per l’esito dei tamponi
Denuncia del Sappe: in Sardegna da 10 giorni numerosi agenti attendono il responso dall’Ats

“Da circa 10 giorni numerosi poliziotti penitenziari in Sardegna si trovano in isolamento fiduciario in attesa di tampone, per sapere non solo se abbbiano contratto o meno il Covid-19, ma anche quando potranno rientrare in contatto con familiari e conviventi, e quando potranno rientrare al lavoro”. La denuncia fatta da Luca Fais, segretario regionale del Sappe, è stata rilanciata da un documento del sindacato nazionale.

La questione dei tempi di rientro al lavoro, scrive il sindacato, “potrebbe sembrare di lieve importanza, se non fosse che nei mesi di piena emergenza la Polizia penitenziaria veniva considerata un servizio essenziale, invece ora no: gli istituti penitenziari possono restare in estrema carenza organica e fronteggiare le esigenze istituzionali con le risorse rimaste”.

“È sicuramente giusto e opportuno fare ogni tipo di sacrificio per scongiurare ogni tipo di rischio sulla diffusione del virus”, prosegue il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “ma è inammissibile che i poliziotti penitenziari debbano attendere dieci giorni, e chissà quanti altri, prima di effettuare il tampone”.

Secondo Luca Fais, “il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria, il direttore del carcere di Uta e lo stesso dirigente sanitario incaricato per la struttura ci risulta abbiano effettuato tutti gli interventi possibili a tutela degli operatori e della struttura, laddove grazie ai dottori Siciliano e Fei, delegati dell’unità di crisi, sono stati fatti rapidamente oltre 500 tamponi. Ma non riusciamo a comprendere quale sia la posizione dell’ATS nei confronti dei poliziotti che stanno aspettando nelle proprie abitazioni che qualcuno si accorga di loro”.

“In altri penitenziari isolani sono stati fatti rapidamente interventi su tutto il personale per presunte esposizioni a persone infette da Coronavirus, pertanto non si spiega tale differenza. È indispensabile che tutte le figure competenti, unitamente all’ATS cagliaritana, si adoperino in qualsiasi modo al fine di supportare i poliziotti ancora a casa in attesa, da dieci giorni, per effettuare il tampone e riprendere a svolgere le attività sociali, familiari e lavorative”.

Nelle carceri della Sardegna non c’è alcun detenuto positivo al Coronavirus, mentre sono 7 i poliziotti affetti da Covid-19: 3 a Cagliari, uno a Nuoro e 3 a Oristano, dove è risultato positivo anche un impiegato delle Funzioni centrali.

“In Italia ci sono complessivamente circa 54mila persone detenute”, ricorda Donato Capece, segretario generale del Sappe. “Gli ultimi dati forniti dall’Amministrazione pPenitenziaria ci dicono che sono positivi al virus 85 poliziotti penitenziari e 54 detenuti, quasi tutti seguiti e gestiti internamente agli istituti. Cinque sono i positivi tra i “civili”, ossia appartenenti alle Funzioni centrali. Non c’è alcun allarmismo circa il Coronavirus, dunque, ma richiamo il Ministero della Giustizia ed in particolare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a predisporre adeguati interventi a tutela delle donne e degli uomini del Corpo, in servizio nella prima linea delle Sezioni detentive 24 ore giorni, e di tutti gli operatori penitenziari”.

Venerdì, 16 ottobre 2020

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