Grano, mais e foraggio dalle terre incolte: così salviamo Arborea e la zootecnia sarda - LinkOristano
Contro la crisi

Grano, mais e foraggio dalle terre incolte: così salviamo Arborea e la zootecnia sarda

Parte un censimento all'interno del territorio del Consorzio di bonifica dell'Oristanese

Arborea - mais
Un campo di granturco

Oristano

Parte un censimento all’interno del territorio del Consorzio di bonifica dell’Oristanese

Censire i terreni incolti e abbandonati che possono essere riqualificati e utilizzati per la produzione di materie prime per l’alimentazione animale: una soluzione per rilanciare la zootecnia sarda in grande crisi, in particolare ad Arborea, dove sono 36mila i bovini da sfamare. A scendere in campo è stata Coldiretti e tra i diretti interessati c’è anche il Consorzio di bonifica di Oristano.

È questa una strada scelta per rispondere al caro prezzi e alla crisi del mercato dei mangimi, accentuata dalla guerra in corso tra Ucraina e Russia, che di fatto ha spezzato il filo diretto tra l’isola e i paesi del Mar Nero da cui arriva il grosso delle materie prime utilizzate per l’alimentazione animale.

Il censimento – non solo su scala provinciale – è promosso da Coldiretti Sardegna, in collaborazione con l’Anbi, l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, a cui è associato lo stesso Consorzio di bonifica Oristano.

Sono 36mila gli ettari di terra che potrebbero essere irrigati dall’ente consortile oristanese, ma quelli al momento utilizzati sono solo il 60%. Un buon dato, il migliore nell’isola, ma i margini per crescere ancora ci sono.

“La Sardegna ha a disposizione tanti terreni poco utilizzati”, spiega il presidente del Consorzio di bonifica di Oristano, Carlo Corrias. “Basterebbe estendere le coltivazioni alle aree attrezzate dal punto di vista irriguo, servite dai Consorzi di bonifica, per aumentare di gran lunga la produzione in loco di mangimi e foraggio”.

“Nell’Oristanese”, continua Corrias, “non è utilizzato circa il 40% dei terreni irrigabili del Consorzio. Il nostro è l’ente consortile che più utilizza le superfici attrezzate, negli altri Consorzi sardi la percentuale di superficie agricola utilizzata scende tra il 30 e il 40%”.

“Il censimento di Coldiretti è indispensabile per capire come si può agire”, dice ancora il presidente del Consorzio di bonifica di Oristano, “ma per far partire questo progetto ci vogliono imprenditori agricoli disposti a lavorare le terre incolte, e una politica che li supporti. Centrale deve essere anche il ruolo delle associazioni di categoria, insieme agli enti consortili che rendono disponibile l’acqua”.

L’obiettivo deve essere quello di produrre in tempi veloci più foraggio e mangime in Sardegna, così da tutelare il settore zootecnico locale e dare stabilità al mercato interno. “I tempi non sono lunghi”, conclude Corrias, “dobbiamo essere bravi a spingere sull’acceleratore. Basti pensare che in appena un anno e mezzo il nostro Consorzio ha incrementato la superficie irrigua di circa 3mila ettari”.

“Il Consorzio di bonifica dell’Oristanese ha già avviato negli ultimi anni una sua significativa azione di incentivazione all’utilizzo delle aree irrigate e non coltivate”, spiega il vicepresidente dell’ente Tonino Sanna. “Se la filiera produttiva si rimettesse in gioco potremmo avere risultati già nei prossimi mesi. C’è però da considerare il problema della fornitura di concimi. In passato il Consorzio aveva attuato sinergie con gli agricoltori, cercando di abbassare il costo delle utenze irrigue e incentivando la produzione. Quando il mais veniva venduto a 16 euro al quintale la produzione in Sardegna era poco appetibile, ma oggi arriva a costare anche 40 euro. Una prospettiva interessante per gli operatori agricoli, così come è importante attivare un circuito virtuoso dove l’aumento delle utenze irrigue significa anche una migliore distribuzione dei costi di gestione. Dunque condizioni più vantaggiose per tutti i consorziati”.

Il piano di recupero delle aree irrigue, dunque, c’è. Per la sua attuazione si attendono però risposte da Cagliari. Non è mistero che nei prossimi giorni questo sarà un tema di discussione in Regione. “Siamo pronti a essere operativi in tempi brevissimi”, commenta il presidente di Coldiretti Arborea, Giancarlo Capraro, “ma la politica regionale deve essere capace di mettere in campo le risorse necessarie e un opportuno apparato burocratico. A guidarci devono essere tecnologia, efficientamento e sostenibilità”.

“Il fine ultimo è il raggiungimento della sovranità in campo alimentare per gli animali”, sottolinea Capraro. “Gli agricoltori disposti a investire in questo settore ci sono. Ad Arborea ci adopereremo per firmare accordi di filiera tra gli agricoltori, le cooperative e le aziende zootecniche. A livello regionale il progetto deve essere stilato con il coinvolgimento di tutti i protagonisti al tavolo. I patti di filiera sono indispensabili”.

Venerdì, 11 marzo 2022

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi commentarlo, accedi al sito o registrati qui sotto. Se, invece, vuoi inviarci un’informazione, una segnalazione, una foto o un video, puoi utilizzare il numero Whatsapp 331 480 0392, o l’indirizzo email redazione@linkoristano.it

commenta