Emergenza cormorani, i pescatori oristanesi di nuovo sul piede di guerra
Pronti a marciare sulla Regione. Lamentano gravi danni. Iniziativa dell’Uecoop e della Coldiretti a loro sostegno
Minacciano di marciare su Cagliari il mese prossimo se non riceveranno prima assicurazioni dalla Regione i pescatori degli stagni dell’oristanese che stamane da Cabras hanno rilanciato il problema dei cormorani, gli uccelli migratori presenti in gran numero nei compendi ittici, dove si nutrono di un considerevole quantitativo di pesce. Marino Illotta, coordinatore regionale dell’Uecoop, la nuova centrale cooperativa voluta dalla Coldiretti per organizzare le imprese del settore, ha fornito alcune stime: “Si valuta nella zona una presenza di quasi 12000 cormorani, nel periodo tra ottobre e aprile”, ha spiegato Illotta. “Se consideriamo che ogni cormorano mangia quotidianamente mezzo chilogrammo di pesce, arriviamo a calcolare che al giorno si perdano almeno sei tonnellate di pesce”. Da qui appunto la richiesta di intervento della Regione, messa pesantemente sotto accusa. “Serve un piano di contenimento della fauna selvatica”, ha affermato il direttore della Coldiretti oristanese Giuseppe Casu. “Ma si è in grave ritardo e ora dunque non si può agire se non attivando il meccanismo degli indennizzi”.
“Sia chiaro”, ha puntualizzato Casu, “quella degli indennizzi è in prospettiva una soluzione che dovrà venir meno, perché le aziende ittiche non perseguono questo obiettivo: vogliono semplicemente essere messe nelle condizioni di poter lavorare e di trarre reddito dal loro lavoro”. Non sarà facile, comunque, ottenere un ristoro dei danni. Francesco Meli del Consorzio Pontis che riunisce le cooperative di pesca di Cabras, ha denunciato il taglio delle risorse: “I nostri consiglieri regionali prima ci avevano assicurato che la Regione aveva stanziato più di due milioni di euro”, ha dichiarato Meli, “poi scopriamo che i fondi sono ridotti ad appena un milione di euro e non solo per i cormorani, ma per tutto il problema della fauna selvatica”.
Meli ha annunciato una riduzione del fatturato del Consorzio quest’anno, proprio a causa dei danni causati dalla presenza dei cormorani negli stagni. Da Cabras è stato rinnovata la richiesta di abbattimento controllato degli uccelli migratori, riferendo l’inutilità degli altri strumenti di contenimento messi in atto. “Abbiamo utilizzato i cannoncini per spaventare i volatili col suono, ma non hanno dato risultato”, ha raccontato Tonino Muroni, della cooperativa pescatori di Santa Giusta. “Gli ultrasuoni lo stesso e anche i nostri servizi in barca non servono a niente: i cormorani ci volano sopra la testa, incuranti della nostra presenza e continuano a pescare a pochi metri di distanza da noi”.
“Siamo sfiduciati”, ha aggiunto Stefano Carta, della cooperativa Sant’Andrea che gestisce lo stagno di Is Benas a San Vero Milis. “In Regione c’è un covo di ambientalisti che si disinteressa totalmente dei problemi delle nostre aziende e delle nostre famiglie”.
In provincia di Oristano sono quasi 400 i pescatori interessati al problema: 150 impegnati negli stagni di Cabras, altrettanti in quelli di Marceddì, 45 a Santa Giusta, 25 a S’Ena Arrubia di Arborea e una decina a Is Benas.
Giovedì, 18 giugno 2015
commenta