Oristano
Quattro giorni di attività coordinate dal Comando provinciale
In codice si chiama “Bottone rosso”: è la mobilitazione nazionale dei vigili del fuoco in caso di gravi emergenze. Per quattro giorni – dal 23 al 26 novembre – il Comando provinciale di Oristano ha ospitato una serie di esercitazioni per addestrare sempre meglio gli uomini e far crescere il livello di operatività del sistema di soccorso.
Le attività di addestramento perseguono diversi obiettivi, spiega una nota dei Vigili del fuoco: verificare e mantenere le capacità tecnico-professionali del personale delle sale operative territoriali, testare i tempi di risposta in caso di mobilitazione immediata su comunicazione del Centro Operativo Nazionale (C.O.N.) in base al numero di moduli attivati (uomini e mezzi).
Le varie fasi addestrative hanno coinvolto, per 11 ore al giorno, tutto il personale del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Oristano, gli istruttori professionali, i funzionari e il comandante ing. Roberto Bonfiglio. Una delle esercitazioni più impegnative, da un punto di vista sia organizzativo che simulativo, che ha impiegato numerose unità dei Soccorritori Acquatici provenienti anche da diversi Comandi della Sardegna, oltre ad unità della Croce Rossa.
L’acqua era appunto uno degli scenari di pericolo. La simulazione ha previsto che un’imbarcazione al largo della costa, in seguito a una collisione, si inabissasse e l’equipaggio in mare dovesse essere recuperato e stabilizzato prima del trasferimento a terra. Sono state utilizzate 25 unità, 3 moto d’acqua e 5 gommoni, puntando in particolare sui primi minuti dell’evento (i più importanti per la salvaguardia della vita).
La figura del soccorritore acquatico, inserito nelle squadre di intervento ordinarie attraverso un percorso formativo specifico, si integra nel servizio di soccorso potenziandolo e qualificandolo ulteriormente.
Un’altra simulazione ha ipotizzato un incidente stradale che ha coinvolto un TIR ribaltato su un’autovettura, alimentata a benzina, con una persona all’interno, incastrata fra le lamiere ma cosciente. I mezzi di soccorso VF sono stati schierati su indicazioni del R.O.S. (Responsabile Operativo dei Soccorsi), in base allo scenario incidentale ipotizzato.
In azione due autopompe serbatoio e un’autogru, il cui intervento doveva tener conto conto delle possibili evoluzioni negative dell’incidente (incendi/esplosioni). L’ubicazione dei mezzi ha costituito una protezione per gli operatori presenti sul luogo dell’incidente simulato.
Le manovre effettuate dagli operatori hanno consentito, attraverso l’utilizzo di fasce per sollevamento carichi, di stabilizzare il TIR al fine di prevedere ulteriori possibili ribaltamenti sulle strutture portanti dell’auto (longheroni, traversi, montanti del tetto, etc).
Contemporaneamente veniva messa in sicurezza l’auto, sulla base delle competenze acquisite dagli operatori con una formazione specifica: tra i fattori da considerare ci sono il tipo dei rinforzi della cellula abitativa, tipo di carburante, tipo di batterie (basso o alto voltaggio), cartucce per airbag, etc. La norma internazionale ISO 17840-1 (“Road vehicles – Information for first and second responders – Part 1: Rescue sheet for passenger cars and light commercial vehicles”) introduce di fatto l’obbligo per i produttori di auto di redigere una scheda di sicurezza) per ciascun modello introdotto sul mercato, proprio con lo scopo di agevolare il lavoro dei soccorritori.
La stabilizzazione di entrambi i mezzi incidentati (limitazione delle oscillazioni) è una procedura operativa che si rende necessaria prima di procedere al soccorso. Per una corretta stabilizzazione sono state utilizzate attrezzature specifiche, quali cunei di legno/plastica di vari spessori e dimensioni; elementi a gradoni; puntelli metallici dotati di cinghia con gancio e cricchetto per metterla in trazione; cinghie a cricchetto per tensionare.
Successivamente si è provveduto, mediante opportune tecniche e attrezzature da taglio, alla rimozione della portiera dell’auto lato guida al fine di creare un varco di accesso al veicolo. Nel caso in questione si è creato un varco per liberare la persona ferita.
La scelta del tipo di tecnica viene decisa dal R.O.S. (Responsabile delle Operazioni di Soccorso) che valuta il percorso di decarcerazione (attività che prevede l’utilizzo di tecniche di divaricazione e taglio della struttura di un veicolo) e quello di estricazione più rapidi ed efficaci, anche dal punto di vista sanitario (ossia meno rischioso nei confronti del ferito).
Sul territorio nazionale il servizio preposto al soccorso sanitario è il 118 ,che spesso è presente sul luogo degli incidenti anche prima dell’arrivo dei vigili del fuoco. A volte però, la distribuzione sul territorio nazionale può implicare che il vigile del fuoco debba applicare sul posto le attività di primo soccorso.
Tutte le simulazioni operative sono state riprese dal personale del Centro documentazione video regionale.
Sabato, 27 novembre 2021
commenta