"No a un'overdose di energia rinnovabile". Il Grig chiede al Governo la sospensione delle autorizzazioni - LinkOristano
Speculazioni

“No a un’overdose di energia rinnovabile”. Il Grig chiede al Governo la sospensione delle autorizzazioni

L'associazione ambientalista raccoglie firme per una petizione popolare

Pale eoliche - parco eolico
Foto d'archivio

Oristano

L’associazione ambientalista raccoglie firme per una petizione popolare

“Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica”. È l’appello lanciato dall’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico, che ha lanciato una petizione popolare per una moratoria nazionale che sospenda qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, in attesa di una pianificazione condivisa tra Stato, Regioni ed Enti locali.

La petizione popolare – pubblicata sulla piattaforma change.org – è indirizzata alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Secondo il presidente del Grig Stefano Deliperi il rischio è che si vada incontro, specie in Sardegna, a “un’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici”.

“Il passaggio alle fonti rinnovabili di produzione energetica”, avverte il Grig, “non può e non deve trasformarsi in una disastrosa speculazione ai danni dell’ambiente, del paesaggio, dei suoli agricoli, dei contesti economico-sociali locali, della stessa identità storico-culturale di tanti luoghi d’Italia, come purtroppo sta accadendo in questi ultimi tempi. L’enorme numero di progetti di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili (5.678 al 31 marzo 2024) ha già ampiamente superato il target previsto a livello comunitario al 2030 (oltre 336 GW rispetto ai 70 GW concordati). Essi sono finanziati o incentivati a vario titolo con fondi pubblici, in particolare del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e l’intervento pubblico per la promozione di fonti di energia rinnovabile non può trasformarsi in un incentivo ad imprese predatorie per puro business”.

Stefano Deliperi Grig
Il presidente del Gruppo di intervento giuridico, Stefano Deliperi

“In tutto il territorio nazionale”, segnala l’associazione ambientalista, “le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultano complessivamente ben 5.678, pari a 336,38 GW di potenza, suddivisi in 3.642 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 144,84 GW (43,06%), 1.897 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 101,14 GW (30,07%) e 139 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 90,41 GW (26,88%). La Soprintendenza speciale per il Pnrr, organo del Ministero della Cultura, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto che ‘è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) … a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW’ (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024), cioè 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo“.

“In alcune regioni, per giunta aventi un sistema elettrico collegato al resto d’Italia con connessioni a portata contenuta (massimo 2 mila MW nei prossimi anni), come la Sardegna, la Soprintendenza speciale per il Pnrr ha registrato ‘una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore)tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto’ (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024). Qui”, denuncia il Grig, “siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria”.

L’associazione ambientalista si focalizza in particolare sul caso Sardegna, dove “le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna al 31 marzo 2024 risultavano complessivamente ben 809, pari a 57,67 GW di potenza, suddivisi in 524 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 22,99 GW (39,87%), 254 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 16,86 GW (29,23%) e 31 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 17,82 GW (30,90%). 57,67 GW significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica,dati Terna, 2021)”.

“Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa duemila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta). Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti. Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche. Ma sono anche tante altre le aree del Bel Paese ormai aggredite da una speculazione energetica priva di remore e di utilità collettiva: la Tuscia, la Puglia, la Sicilia, la Maremma, i crinali appenninici. Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici”.

“Attualmente, in attesa della pianificazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione degli impianti (direttiva n. 2018/2001/UE, art. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53)”, si legge nella petizione promossa dal Gruppo di intervento giuridico, “esiste soltanto una fascia di rispetto nel caso delle centrali eoliche estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto”.

Il Grig chiede che sia “lo Stato a pianificare, in base ai reali fabbisogni energetici, le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici”. E che sia sempre lo Stato, dopo aver coinvolgo le regioni e gli enti locali interessati e svolto le procedure di valutazione ambientale strategia, a mettere “a bando di gara i siti individuati al migliore offerente per la realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica”.

Martedì, 30 aprile 2024

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi commentarlo, accedi al sito o registrati qui sotto. Se, invece, vuoi inviare alla Redazione di Linkoristano un’informazione, una segnalazione, una foto o un video, puoi utilizzare il numero Whatsapp 331 480 0392, o l’indirizzo email redazione@linkoristano.it

Più informazioni
commenta