Passeggiata sui sentieri del Sinis tra le opere di Salvatore Fenu - LinkOristano

Passeggiata sui sentieri del Sinis tra le opere di Salvatore Fenu

Da Mandriola a Capo Mannu si incontrano sculture create con materiali di recupero

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Passeggiata sui sentieri del Sinis tra le opere di Salvatore Fenu
Da Mandriola a Capo Mannu  si incontrano sculture create con materiali di recupero

Una delle 42 opere di Salvatore Fenu

Walking in the Sinis, “una passeggiata nel Sinis”, è una tre giorni immersiva tra arte e natura, inserita nel progetto artistico Im/perfect di Salvatore Fenu e realizzata in collaborazione con Flaminia Fanari e Paolo Sirena. L’iniziativa, in programma da venerdì 18 giugno a domenica 20, avrà luogo nella marina di San Vero Milis ed è patrocinata dallo stesso Comune.

La mostra sarà inaugurata venerdì alle 17.30 e a partire dalle 19.30 ci sarà anche l’accompagnamento musicale di Mauro Diana e Tancredi Emmi (Myagi Jazz Duo) della Scuola civica di musica “Nino Dispensa”. I visitatori avranno l’opportunità di passeggiare dallo Scivolo a Mandriola fino al faro di Capo Mannu. Tra i sentieri e la macchia mediterranea saranno esposte 42 opere realizzate da Salvatore Fenu. A Mandriola interverranno, oltre all’artista Salvatore Fenu e ai critici d’arte Flaminia Fanari e Paolo Sirena, il sindaco di San Vero Milis Luigi Tedeschi, Daniela Zaru, assessora comunale al Turismo, e Cristina Cimino, assessora comunale alla Cultura.

“Concepita come solitary event“, si legge in una nota firmata da Flaminia Fanari, “la mostra site specific rappresenta un momento di riflessione su noi stessi, sulla natura e sull’importanza che ogni singolo gesto acquista nell’ottica costruttiva di una sensibilità ambientale”.

“Il percorso espositivo si snoda nel contesto naturale, lungo la fascia costiera del Sinis nord occidentale. Dalla marina di Mandriola fino allo slancio verticale del faro di Capo Mannu”, prosegue Fanari, “è possibile incontrare gli assemblages di Salvatore Fenu, figure sospese nella ciclicità dell’esistenza, dinoccolate nella loro fragile umanità, ma risolute nel segnare, con la loro presenza, i luoghi dell’anima e del tempo. Guardano il mare, verso l’isola di Malu ’Entu, e intorno a sé, indicando nel paesaggio il vero capolavoro da ammirare”.

“Assorbite da un ricordo primordiale di vita vegetale”, continua la nota, “le sculture di Salvatore si perdono nella macchia mediterranea in un processo di sintesi naturale, quasi un ritorno alle origini. A renderle umane è la definizione caratteriale mediata da innesti di materiale riciclato, raccolto in quello stesso confine spaziale: grovigli di reti e nasse, plastica, carcasse di boe e residui di natanti con cui Salvatore dà vita a una serie di personaggi dall’aspetto amichevole e informale”.

“Vogliono strappare un sorriso a chi li incontra durante un’escursione nel territorio”, conclude Flaminia Fanari, “ma meritano rispetto, perché sono guerrieri sopravvissuti alle sferzate della vita, nei quali risiede, pacificato, il genius loci. Si dice che la sera, quando nessuno le può vedere, le sculture di Salvatore rivolgano lo sguardo in direzione del tramonto e che, mentre il sole sembra sciogliersi nel mare, risplenda nei loro occhi il valore sacro dell’umiltà, da cui è innalzato inconsapevolmente chi lo sostiene”.

Martedì, 15 giugno 2021

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