Fanghi rossi a Piscinas, il Grig all'attacco: "Da anni ignorato l'allarme inquinamento" - LinkOristano
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Fanghi rossi a Piscinas, il Grig all’attacco: “Da anni ignorato l’allarme inquinamento”

"Scandalosa ignavia delle amministrazione pubbliche  sulle bonifiche"

Fanghi rossi - Foto Grig
Fanghi rossi - Foto Grig

Arbus

“Scandalosa ignavia delle amministrazione pubbliche  sulle bonifiche”

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico denuncia “la scandalosa ignavia delle amministrazioni pubbliche competenti per la reale bonifica ambientale di corsi d’acqua, litorale, dune interessate da un inquinamentotanto duraturo quanto frutto di lassismo e incuria, nonché la totale azioni finalizzate al risarcimento del danno ambientale e all’accertamento delle responsabilità, che possono esser avviate soltanto da Enti pubblici territoriali”. L’intervento del Grig dopo quanto accaduto a metà settimana sul litorale di Arbus: i residui metalliferi delle vicine miniere sono defluiti sino al mare deturpano il litorale di Piscinas, uno dei più apprezzati della Sardegna, anche se il fenomeno si è ridimensionato, grazie probabilmente alle correnti marine che hanno  svolto azione di ripulitura.

Di seguito l’intervento del responsabile del Gruppo di intervento giuridico Stefano Deliperi.

La marea rossa scende da Ingurtosu verso il mare di Piscinas lungo il Rio Irvi – Piscinas. Per fortuna, le forti correnti marine intervengono per contenere i danni ambientali al posto delle ignavi autorità umane.

Dopo i primi sopralluoghi da parte della Guardia costiera, sembra che l’allarme possa essere ridimensionato, tuttavia la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari avrebbe aperto un’indagine.

Piuttosto assurdo quanto afferma il sindaco di Arbus Paolo Salis:  “Triste destino ogni anno la stagione turistica viene macchiata da fatti che fanno male al nostro territorio. Sorvoliamo sulle riprese video di una piaga storica del territorio, ovvero l’inquinamento della spiaggia dai minerali delle vecchie miniere, vergognoso farlo girare sui social, una pubblicità negativa che scoraggia i turisti. Quel fiume non arriva tutto dai pozzi minerari. La maggior parte proviene dalla vicina diga Donegani, da dove volutamente è stata fatta uscire dalla valvola di sfogo sul fondo della struttura, nel rispetto delle regole del Genio civile che impone il mantenimento di un certo livello dell’invaso”.

Il problema non è certo un video che documenta un pesante inquinamento ambientale e può danneggiare il turismo, il problema è l’inquinamento ambientale.

Bella scoperta, in ogni caso.

Passano gli anni, ma non cambia nulla. Siamo in un paradiso (ambientale), ma anche in pieno inferno (ambientale e sanitario).

Già nel 2019 era stato proprio il Comune di Arbus ad esporre le “valutazioni effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità sugli arenili del SIN Sulcis Iglesiente Guspinese, tra cui quello di Piscinas, relativamente al rischio sanitario a causa della concentrazione di metalli derivanti dalle lavorazioni minerarie ed in particolare arsenico, cadmio, piombo e zinco” e dispensa serenità per i bagnanti e un po’ anche per i residenti.

Infatti, in base all’ordinanza sindacale n. 35 del 26 agosto 2019, “l’arenile può essere usufruito in assenza di rischio per un periodo di giorni complessivi, anche frazionati:

– di 150 giorni nel lato sud
– di 90 giorni nel lato nord
– di 60 giorni nella parte centrale compresa tra la foce del Rio Piscinas e quella del Rio Naracauli” (qui la planimetria).

Tutto a posto, quindi? Ecco che cosa è emerso negli anni scorsi anni.

Già con ordinanza del Sindaco di Arbus n. 3068 del 26 gennaio 1998 (confermata con sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche n. 122 del 6 dicembre 2001) veniva disposto a carico della Società Italiana Miniere – SIM s.p.a. (ora I.G.E.A. s.p.a.) la bonifica ambientale dello scarico inquinante e del letto del corso d’acqua, ma gli interventi sono tuttora ineseguiti.

Non solo.  Per risolvere il problema del grave inquinamento ambientale venne finanziato (art. 17 della legge regionale n. 4/2000) uno specifico impianto di trattamento delle acque con un importo di euro 981.268,11 da parte della Regione autonoma della Sardegna. L’impianto è stato successivamente realizzato nel 2007-2008 dalla Provincia del Medio Campidano, ma si ignora sia il grado di funzionamento che l’efficacia, visto il perdurare dei fenomeni di inquinamento.   Da successive richieste del Comune di Arbus alla Provincia del Medio Campidano l’impianto non sembrerebbe esser mai stato attivato.

In proposito, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra avevano chiesto (25 giugno 2012) informazioni ambientali, interventi di bonifica e l’esperimento dell’azione per danno ambientale) al Ministero dell’ambiente, l’A.R.P.A.S., la Provincia del Medio Campidano, il Comune di Arbus, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, la Commissione europea, i Carabinieri del N.O.E. e, per gli aspetti rispettivamente di competenza penale ed erariale la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e la Procura regionale della Corte dei conti per la Sardegna.

L’A.R.P.A.S. – Dipartimento di Cagliari aveva comunicato (nota n. 22369 del 23 agosto 2012) i risultati delle analisi effettuate nel corso d’acqua del Rio Irvi – Piscinas, e nel mare prospiciente la foce in seguito alla specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni interventi (25 giugno 2012), riguardo lo scarico di acque inquinate da metalli pesanti dal pozzo minerario dismesso di Casargiu, in Comune di Arbus (VS).

Sono stati effettuati i campionamenti “delle acque provenienti dalla galleria mineraria presente in località Casargiu (Pozzo Fais) … delle acque provenienti dalla seconda galleria situata nel promontorio che ospita la miniera di Casargiu” e “n. 3 prelievi di acqua di mare prospiciente la foce del Rio Piscinas”.  Inoltre, l’A.R.P.A.S. – Dipartimento di Cagliari effettua controlli mensili per la salvaguardia della salute pubblica (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. e D.M. n. 260/2010).

I risultati sono stati drammatici: “Nei tre campioni di acqua di mare è stato riscontrato un contenuto di Cadmio superiore allo standard di qualità previsto dal D.M. 260/2010”, cioè da 1 μg/l  a 4 μg/l.

Inoltre, “nei due campioni di acqua proveniente dalle gallerie è stata riscontrata la presenza di metalli pesanti”: Ferro fino a 223900 μg/l, Manganese fino a 56960 μg/l, Zinco fino a 680500 μg/l, Cobalto fino a 1450 μg/l, Nichel fino a 2375 μg/l, Arsenico fino a 90 μg/l,Cadmio fino a 1100 μg/l e così via.

Elevati tenòri di metalli pesanti sono stati riscontrati nei campionamenti mensili 2011-2012 nel Rio Piscinas (soprattutto Cadmio, Rame, Nichel, Piombo, Zinco) e nel Rio di Naracauli (soprattutto Cadmio, Zinco).

I risultati delle analisi, per l’adozione degli opportuni provvedimenti di natura amministrativa e penale, erano stati inoltrati a tutti gli altri Soggetti pubblici competenti.

Ne marzo 2016 ad Arbus si era tenuto un dibattito pubblico riguardo il pesante inquinamento determinato dalla fuoruscita di metalli pesanti dai cantieri minerari dismessi di Casargiu, sempre nel territorio comunale di Arbus: l’allora amministratore delegato della società regionale Igea s.p.a. (obbligata dalla legge alle bonifiche ambientali) Michele Caria affermava che “quel fiume che nasce da Casargiu e arriva fino alle dune di Piscinas trasportando il suo carico di metalli pesanti continuerà a uscire inesorabilmente dal sottosuolo. La cosa da fare è impedirgli di arrivare a Piscinas”.

Alle parole, le ennesime, finora non è seguito alcun intervento risolutivo. I tenori di metalli pesanti attuali non potranno essere molto diversi. Oltre all’inquinamento ambientale e ai rischi sanitari sono evidenti i riflessi anche riguardo alla balneabilità del litorale.

Il litorale appartiene al demanio marittimo (artt. 822 e ss. cod. civ.), mentre il corso del Rio Piscinas-Irvi è classificato “acqua pubblica” (regio decreto n. 1775/1933 e s.m.i.; legge n. 36/1994 e s.m.i.; decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).     L’area in argomento ospita alcuni dei più suggestivi siti di archeologia mineraria (Ingurtosu, Naracauli, Piscinas), rientranti nel Parco geominerario, storico, ambientale della Sardegna (legge n. 388/2000, D.M. Ambiente 16 ottobre 2001).   E’ ricoperta in buona parte di macchia mediterranea evoluta, contempla ambienti dunali unici nel Mediterraneo tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre la fascia dei mt. 300 dalla battigia marina, le sponde fluviali e gli ambienti dunali sono tutelati con specifico vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993).  L’area è, inoltre, destinata a riserva naturale regionale “Monte Arcuentu – Rio Piscinas” (legge regionale n. 31/1989 – allegato “A”) ed è interamente classificata quale sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Monte Arcuentu e Rio Piscinas” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali).

Domenica, 24 marzo 2024

 

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