Nei fondali del Sinis i dissuasori contro la pesca a strascico: saranno una sessantina - LinkOristano
Ambiente

Nei fondali del Sinis i dissuasori contro la pesca a strascico: saranno una sessantina

L'Area Marina Protetta per prima in Sardegna mette in pratica il progetto Saturn

Incontro presentazione Saturn
La presentazione del progetto Saturn. Foto Ufficio Stampa Medsea

Cabras

L’Area Marina Protetta per prima in Sardegna mette in pratica il progetto Saturn

Si chiama Saturn – Strutture Antistrascico per la TUtela e il Ripristino Naturale – e ha l’obiettivo di difendere il mare dalla pesca a strascico illegale, specie nelle zone protette e a meno di tre miglia dalla costa. L’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre” sarà la prima in Sardegna a dotarsi di un sistema di difesa dei fondali, progettato in collaborazione con gli stessi pescatori che hanno identificato le aree più vulnerabili. Una sessantina di dissuasori, prodotti dalla Tecnoreef, saranno distribuiti nelle prossime settimane al largo della costa del Sinis: barriere strategicamente disposte a scacchiera su fondale sabbioso, a circa 35 metri di profondità.

Una scogliera sommersa artificiale che impedisce la pratica dello strascico illegale “negli habitat più sensibili, dove è presente coralligeno o Posidonia oceanica e dove i danni possono essere irreversibili e catastrofici per l’intero ecosistema marino, a danno di tutto il comparto della stessa pesca, soprattutto quella artigianale e tradizionale”, ha spiegato Francesca Frau, biologa marina della Fondazione Medsea in un recente incontro a Cabras con i pescatori e i partner dell’iniziativa.

“Anche secondo i dati recenti diffusi da Oceana, le ore di strascico illegale in Italia – ovvero in aree dove è espressamente vietato, come le aree Sic, le Aree Marine Protette e le zone a meno di tre miglia dalla costa – superano qualsiasi altro Paese europeo. Sono ben 5736, documentate”, sottolinea Frau.

Il progetto Saturn, coordinato dalla Fondazione Medsea in partnership con il Flag Pescando della Sardegna Centro Occidentale e dall’Amp, oltre a essere il primo esempio di questo tipo nell’isola che mira a inibire attività illecite attraverso dissuasori sottomarini, in supporto ai regolari controlli, è anche il primo esempio di autotutela partito dallo stesso comparto della pesca. Il progetto, finanziato da Argea con fondi Feamp 2014-2020 e avviato nel periodo pre-pandemia all’interno del progetto Maristanis per la gestione integrata delle aree umido marino-costiere dell’Oristanese, ha visto la partecipazione attiva degli stessi pescatori e delle autorità competenti, che mettevano in evidenza la vulnerabilità alla pesca a strascico illegale di alcune aree al largo della costa del Sinis, nonostante il divieto e i controlli.

Successivamente gli stessi pescatori avevano aiutato ad identificare localmente le aree più a rischio, che sono state poi utilizzate per la definizione del posizionamento delle strutture anti strascico. L’iter autorizzativo si è poi concluso qualche giorno fa con un’ordinanza della Capitaneria di porto e nelle prossime settimane si procederà alla messa in posa delle barriere.

Posidonia rigogliosa e degradata da pesca a strascico - Foto di Andrea Alvito
Sopra la Posidonia rigogliosa sotto la Posidonia degradata dalla pesca a strascico - Foto di Andrea Alvito

“La posa di queste barriere non risolve il problema alla base”, chiarisce il presidente del Flag Pescando della Sardegna Centro Occidentale, Sandro Murana, “ma certamente lo affronta. Con questo progetto vogliamo dare un segnale forte, ovvero che esiste una comunità coesa, qui in Sardegna, che vuole contrastare culturalmente lo strascico illegale e impunito nel Mediterraneo. Pensiamo che questo progetto debba essere divulgato tra i pescatori, i pescherecci, le autorità, tra i cittadini, e portato nelle scuole e tra i ragazzi”.

“Il Mediterraneo ha oramai raggiunto lo stato limite”, spiega Massimo Marras, direttore dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis, “dovuto ad un eccessivo sforzo di pesca, tra cui quella industriale e a strascico: il mare è sempre più povero e questo induce a violare le norme e ad entrare in ambienti interdetti, come le aree marine protette. Saturn ci aiuta a proteggerci da queste pressioni”.

“Nonostante i lunghi tempi di approvazione e acquisizione dei pareri, fattore di criticità nella realizzazione delle opere pubbliche in Italia”, commenta il sindaco di Cabras Andrea Abis, “ritengo il progetto ancora attuale, valido e anche sperimentale, dato che mi risulta che si tratti del primo esempio di questo tipo di interventi in Sardegna. Certamente il posizionamento di queste barriere rappresenta un passo ulteriore per affrontare una problematica nota come quella dello strascico illegale in area marina protetta: faremo il monitoraggio e valuteremo i risultati nel tempo che dovranno essere finalizzati alla conservazione degli stock ittici, a favore in particolare della piccola pesca”.

Parallelamente alla messa in posa dei dissuasori, un progetto di comunicazione e sensibilizzazione racconterà tutte le varie fasi di Saturn fino ai monitoraggi di rilevazione nel corso del 2023, a opera del IAS-CNR Oristano. “Se registreremo una rivitalizzazione degli ambienti marini, il tema sarà oggetto di discussione per le prossime progettualità”, conclude Mauro Tuzzolino, direttore del Flag Pescando della Sardegna Centro Occidentale.

Incontro presentazione Saturn
Foto Ufficio Stampa Medsea

Giovedì, 17 novembre 2022

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