Il Comitato di Massama: chi dice no e chi dice sì all'Ecocentro? - LinkOristano

Il Comitato di Massama: chi dice no e chi dice sì all’Ecocentro?

Lettera aperta del direttivo che chiarisce la sua posizione sul progetto del Comune di Oristano

Riceviamo e pubblichiamo dal direttivo del Comitato di Frazione di Massama una lettera aperta in merito al nuovo Ecocentro che il Comune di Oristano intende realizzare nel parco di Bennaxi.

A seguito degli articoli sull’argomento, pubblicati dagli organi di stampa nei giorni scorsi, rendiamo alcune precisazioni.
In primo luogo se il Comitato avesse avvallato qualsiasi cosa sarebbe stato un bel risultato visto che lo stesso è composto da circa 200 iscritti.
Ma, ovviamente, non è così, senno non staremmo qui a far parlare di noi.
ecoIn realtà è vero che il Direttivo del Comitato non si è opposto al progetto o perché non era richiesto nessun parere (magari l’amministrazione ha solo voluto comunicarci, per cortesia, che intendeva procedere con l’ecocentro nei terreni di sua proprietà), oppure perché non poteva legalmente opporsi (siamo un comitato spontaneo e non riconosciuto, a cui il Comune, qualche volta, dà un minimo di credito facendosi coinvolgere o coinvolgendo il Comitato in questioni che riguardano la frazione) oppure perché riteneva (ovviamente sbagliando, ma chi di noi non commette errori?) fosse un progetto valido, con delle contropartite interessanti per i cittadini, e di avere il diritto di esprimersi pro o contro in nome degli iscritti ai sensi dello statuto che il Comitato si è autonomamente dato. In seguito bisognerebbe accertare quanta parte di Massama dice no all’ecocentro e, invece, quanta parte, poco e male informata, dice no ad una pseudo discarica. Il no alla discarica è chiaro, il no all’ecocentro è tutto da dimostrare.
Occorrerebbe fare una bella campagna informativa e poi provare a fare un sondaggio d’opinione. Le petizioni, è risaputo, possono produrre risultati, anche, opposti e contrastanti, a seconda di come vengono poste le domande, soprattutto se non vi è stata la preventiva e necessaria informazione dei cittadini.
Cerchiamo di chiarire ancora qualche aspetto.
Innanzitutto, ribadiamo che si intende realizzare un ecocentro a norma di legge e non un, genericamente e non meglio identificato, impianto per la raccolta dei rifiuti che, se non definito correttamente, può lasciar spazio a interpretazioni varie, anche alle più “estrose”.
Non esiste il parco; per ora e’ solo una nostra richiesta avanzata all’Amministrazione e su cui ci sono solo delle ipotesi allo studio e delle interlocuzioni. In realtà l’attuale area, compresa quella sportiva, non è destinata agli usi ricreativi, ma è un incolto (sono presenti un po’ di eucaliptus e alcuni pioppi residui, questi ultimi, di un impianto di arboricoltura da legno andato a male), pieno in ogni dove di cumuli di rifiuti di ogni tipo. Quindi l’area non verrebbe di certo degradata dall’ecocentro ne, tantomeno, deprezzata economicamente. Per quanto riguarda la ripopolazione floristica della zona (chi vuole può andare a vederla per rendersene conto) abbiamo varie essenze erbacee infestanti che, a seconda dell’annata, diventano alte anche tre metri e che, ad oggi, sono state solo causa di incendi, con conseguenti danni alle proprietà private adiacenti l’area, e di emissione in atmosfera di fumi e tra questi la diossina emessa dai materiali plastici bruciati.
Oltre alla microfauna, l’unica presenza faunistica dell’area è data, nel periodo primaverile/estivo, dal gregge di pecore che pascola all’interno e dai cani da pastore che lo sorvegliano. Altra fauna che potrete trovare all’interno (ma è difficile vederla perchè molto schiva e di abitudini crepuscolari) è quella che abitualmente sversa i rifiuti. Sui due lati dell’area in questione, ma solo in minima parte adiacenti ad essi, sono presenti due canali che, da sempre e non da oggi, sono popolati da uccelli acquatici (soprattutto garzette, gallinelle d’acqua e anatidi). Molti anatidi si trovano anche nelle dispense dei cacciatori, che, nel periodo di apertura della caccia, provvedono a contenerne il numero. Per quanto riguarda le specie ittiche presenti nei due canali, un tempo si avevano carpe, tinche e anguille. Oggi, grazie agli sversamenti fognari, di tinche ad anguille se ne vedono meno, le carpe, invece, hanno assunto dimensioni notevoli e qualche muggine che si è perso risalendo la corrente si ferma a pasturare negli scoli. Sconsigliamo a tutti la pesca sportiva per fini alimentari.
In un ecocentro non ci sono operazioni di carico, scarico e lavaggio dei rifiuti, per cui non ci sono problemi di “indotto di sporcizia e di inquinamento della falda acquifera superficiale”. Tra l’altro i canali e le falde sono sicuramente già inquinati (bisogna vedere se nel rispetto o oltre i limiti di legge) sia dai rifiuti a cielo aperto e seppelliti nell’area che dalle varie sostanze chimiche che vengono dilavate dai campi agricoli e/o direttamente dai contenitori di tali sostanze che spesso si vedono, nuotare allegramente, assieme alle carpe, ai muggini e ad altri contenitori di vario genere, disturbati solo dalle incursioni dei ratti.
Probabilmente ci sarebbe un migliore rispetto dei cittadini di Massama se tutta l’area, una volta bonificata fosse destinata, in una gestione integrata, oltre che al parco, che non c’è, anche ad un’area attrezzata per il gioco dei bimbi ed al ripristino degli impianti sportivi esistenti.
Ma nell’ottica di un parco in cui alle giovani generazioni si fanno conoscere le componenti floro-faunistiche del paesaggio non troviamo niente di male che, queste, facciano, anche, una visita didattica in un ecocentro per imparare a comportarsi da adulti responsabili.
Per finire aggiungiamo che il sito in cui dovrebbe sorgere l’ecocentro è stato sgravato dall’uso civici molti anni fa proprio per consentire la realizzazione degli impianti sportivi, pertanto all’attualità tale impedimento non sussiste.
Accomunare poi le parole carcere e degrado è quantomeno improprio.
Si rammenta che lo stesso è stato accolto dalla maggioranza dei massamesi presenti alla apposita assemblea informativa, quindi oggi è inutile tornarci su.
Del resto sarebbe come dire, per sillogismo, che Oristano prima ed altre città ancora oggi, sono degradate perché ospitano le strutture carcerarie all’interno dei loro centri storici.

Il Direttivo del Comitato di Frazione

Venerdì, 21 novembre 2014

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