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Lavorare in sicurezza negli ospedali: confronto Assl – sindacato

Documento della FSI-USAE su carenze e ritardi tra Oristano, Bosa e Ghilarza

Lavorare in sicurezza negli ospedali: confronto Assl – sindacato
Documento della FSI-USAE su carenze e ritardi tra Oristano, Bosa e Ghilarza

Perché negli ospedali dell’Oristanese è difficile avere in numero adeguato mascherine, guanti e altri dispositivi di protezione, indispensabili per affrontare l’emergenza Covid? Si è cercata una risposta in un incontro fra alcuni rappresentanti della Assl e una rappresentanza della FSI-USAE. “Non si capisce la ragione dell’incongruità tra i fabbisogni reali e quanto invece viene inviato”, dice in un comunicato la segretaria territoriale del sindacato, Beatrice Mura: “Difficoltà di comunicazione tra il centro smistamento di Cagliari e la Assl? Dove sta la falla?”

Il sindacato dà comunque atto del “grande lavoro sui DPI svolto dalla Direzione Sanitaria, per reperire su più fronti tutti i dispositivi possibili, pur di permettere a tutti i dipendenti di lavorare in sicurezza”.

Non si è parlato solo di mascherine, comunque, nell’incontro in cui per la Assl erano presenti la dirigenza della Professioni Sanitarie (il dottor Antonello Cuccuru e la dottoressa Barbara Collu) ed il responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (il dottor Alessandro Medda). In discussione strutture e personale: “Ci è stata confermata la prosecuzione dei lavori in corso per il posizionamento dei container presso i Pronto soccorso e la riorganizzazione del pre-triage”, spiega Beatrice Mura. “Annunciato anche l’arrivo di qualche unità infermieristica, per garantire carichi di lavoro meno pesanti e con la giusta turnazione”.

Per il Pronto soccorso di Bosa, c’è da affrontare la questione del percorso pulito/sporco, vestizione/svestizione: “I lavori di trasformazione dei locali non ancora terminati” fa notare il sindacato, “e considerando le condizioni meteorologiche di questo periodo, stare al freddo e fare percorsi all’esterno risulta veramente di difficile attuazione per il personale, anche e soprattutto per la salute dei pazienti”. Sempre a Bosa, si verificherà in Radiologia la separazione dei percorsi del paziente sospetto e del paziente “pulito”: sino ad oggi – segnala la FSI-USAE – non vi è distinzione e nessuna separazione con zona filtro.

Nell’incontro con la Assl si è parlato anche del Servizio di Cure domiciliari ADI, dove le procedure sono assai più complicate a causa del tipo di lavoro diverso, all’esterno, in condizioni meteorologiche a volte complicate, o in ambienti non protetti: l’utilizzo dei dispositivi e soprattutto il momento della svestizione risultano di fondamentale importanza per non rischiare il contagio. Attenzione in particolare al Distretto Ghilarza-Bosa, dove i locali spogliatoio sono da rivedere, considerato che il servizio ADI è collocato in una struttura destinata ad uffici amministrativi. Un problema, “ma si sta già lavorando per trovare la soluzione più consona e nel minor tempo possibile”, riferisce il sindacato.

Beatrice Mura

Intanto è stata segnalata “la necessità impellente di dotare il personale di divise da esterno, consone al tipo di lavoro ‘da strada’ e non da corsia, con tutte le caratteristiche in base alla legge sulla sicurezza”. L’iter è stato avviato da mesi.

E poi il problema più diffuso: i carichi di lavoro difficilmente sostenibili per il personale. L’elenco sulle sofferenze fatto dal sindacato è lungo: “il Pronto soccorso HUB di Oristano e il Pronto soccorso Spoke del “Mastino” di Bosa, i Reparti di Medicina di Oristano e Bosa, il Reparto Covid di Ghilarza, il Servizio delle cure domiciliari ADI di tutti e tre i Distretti della Assl, il Servizio di Radiologia, per non parlare dei Laboratori analisi di tutta la Assl, sommersi di lavoro, con personale al minimo”.

E poi ancora “il Servizio del Centro Trasfusionale ed Ematologia, la Rianimazione, il Pronto soccorso pediatrico, il Servizio di Dialisi nei tre presidi ospedalieri, il Reparto di Ortopedia allo stremo, il reparto di Chirurgia con poco personale, soprattutto medico; il Servizio di Igiene pubblica di tutta la Assl, per l’abnorme servizio che svolge, sette giorni su sette, da quasi un anno; il Dipartimento di Prevenzione, che porta avanti un lavoro prezioso e da pochi conosciuto”.

Sabato, 23 gennaio 2021

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