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Regole sui bilanci, il TAR dà ragione ai Consorzi di bonifica

Bocciata la delibera della Regione che li equiparava agli enti strumentali

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Regole sui bilanci, il TAR dà ragione ai Consorzi di bonifica
Bocciata la delibera della Regione che li equiparava agli enti strumentali

Ricorso accolto e condanna della Regione al pagamento delle spese processuali. Si è chiusa con un accoglimento totale delle richieste del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale da parte del Tribunale Amministrativo Regionale la questione nata con una delibera della Regione Sardegna (la n. 60/30 dell’11 dicembre 2018) che imponeva ai Consorzi di bonifica la redazione del bilancio di previsione per il triennio 2019-2021 con le modalità proprie degli Enti strumentali.

Il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale, assieme ad altri cinque (Gallura, Nord Sardegna, Sud Sardegna, Ogliastra e Nurra) aveva presentato ricorso, ottenendo dal Tar una sentenza (datata 10 luglio) che ha stabilito l’infondatezza di quella delibera. I giudici amministrativi hanno chiarito che i Consorzi non sono “enti strumentali” ma enti pubblici vigilati dalla Regione Sardegna.

Gli Enti pubblici vigilati (e la sentenza l‘ha ribadito) a differenza degli strumentali godono di propria normativa speciale, sia legislativa che statutaria, che li caratterizza come Enti pubblici del tutto particolari. La stessa legge quadro in materia (L. R. 6/2008) li definisce quali “enti di diritto pubblico vigilato dalla Regione Autonoma della Sardegna”, come tale dotati della necessaria autonomia nello svolgimento delle attività istituzionali”. Autonomia, altro punto della sentenza, che si estende anche alla materia contabile, come stabilito dalla legge regionale n. 31/2017.

“Per i Consorzi è sicuramente una sentenza positiva che precisa ancora di più ambiti e competenze, però di fatto la considero una sconfitta per i territori e il comparto agricolo consorziato, che per dirimere una questione ha dovuto destinare risorse che si sarebbero potute destinare ad altro”, commenta Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale. “È quasi paradossale che enti pubblici come il nostro si debbano difendere dalla Regione, di cui peraltro sono un’articolazione necessaria per l’importante funzione sul territorio, quando invece dovrebbe essere proprio la Regione a tutelarli e a garantirne il funzionamento secondo le leggi in vigore”.

Nella sentenza contestato dal Tar anche l’iter di approvazione della delibera, che non aveva rispettato i passaggi necessari per quella che è una modifica dello statuto. Sarebbe stato necessario infatti richiedere i pareri della Commissione consiliare competente e della Consulta regionale per la bonifica e il riordino fondiario. E ciò invece non è stato fatto.

“Anche sotto il profilo dei tempi la Regione ha agito in modo illegittimo e non conforme”, spiega l’avvocato Franco Pilia, “poiché la delibera dell’11 dicembre 2018 è stata comunicata ai Consorzi di bonifica solo nel gennaio 2019, quando i bilanci di previsione erano stati già redatti. Tanto è vero che la questione è sorta in sede di controllo regionale sull’approvazione del bilancio dell’ente consortile”.

Venerdì, 14 agosto 2020

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