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I medici: test subito per tutto il personale sanitario a Oristano

Durissimo documento dell'Ordine e di cinque sindacati: "Ritardi scandalosi". "C'è chi sottovaluta la situazione"

Oristano - ospedale San Martino corridoio medicina

I medici: test subito per tutto il personale sanitario a Oristano
Durissimo documento dell’Ordine e di cinque sindacati: “Ritardi scandalosi”

“È scandaloso che non si sia ancora avviata una estensione dei tamponi a tutto il personale sanitario ospedaliero del San Martino, così come si è verificato al Policlinico Universitario di Cagliari”. L’Ordine dei medici di Oristano e cinque sindacati di categoria ripartono all’attacco, dopo le “ultime giornate segnate dall’insicurezza operativa”, e in un durissimo documento chiedono “procedure di prevenzione rivolte a tutelare la salute degli operatori e quella dei cittadini utenti”. Assurdo sottovalutare i rischi, dopo il caso della dottoressa contagiata dal coronavirus nel reparto Medicina qualche giorno fa.

“Oristano è sempre considerata l’ultima ruota del carro, con mancanza di dispositivi di protezione individuali e un laboratorio sottodimensionato in termini di personale e di attrezzature, con la scarsità di ausili che continuamente risultano insufficienti a coprire le esigenze impellenti del momento”, scrivono Ordine e sindacati. “Ignoriamo la realtà della situazione sul Covid-19 nel nostro territorio per quanto riguarda la percentuale di accertamenti fatti, sia il numero di persone sottoposte a controllo.”

“È in ogni caso improrogabile l’esigenza di sottoporre allo screening tutto il comparto del presidio ospedaliero San Martino, e i pazienti in ingresso, e procedere poi su tutto il personale sanitario del territorio, sia pubblico che privato. Risulta ormai evidente che sono i luoghi dove il contagio è più facile e pericoloso. Ci riferiamo anche alle strutture private come il Centro di riabilitazione Santa Maria Bambina, la Casa di cura Madonna del Rimedio, la RSA di Milis, i Centri di riabilitazione e le Case di riposo per anziani, che sono i più esposti, oltre che i più fragili, al contagio del coronavirus.”

Prosegue il documento: “Chiediamo se necessario il coinvolgimento dell’Esercito, come avvenuto anche a Sassari. Non accettiamo che la nostra provincia, già depotenziata di servizi e professionalità, debba essere ancora una volta lasciata in balia di iniziative farraginose, che non portano soluzioni proficue e risolutive.”

“Stiamo vivendo il momento più pericoloso per l’avanzare dei contagi, che finora non sono stati arginati in modo deciso e con metodi validi, prova ne sia l’aumento delle ultime ore. Seguiamo l’esempio del Veneto e della Puglia, dove la procedura dei tamponi a tutti ha dato risultati significativi e rilevanti. Dobbiamo assolutamente agire a livello preventivo, in quanto il picco in Sardegna si verificherà, a detta degli esperti, a fine mese, prima di rischiare un tracollo sanitario insieme a quello economico.”

Non meno dura la chiusura: “C’è da combattere, oltretutto, con la tracotanza e l’ignoranza di chi sottovaluta la situazione che abbiamo davanti a noi, provocando eventi che possono diventare irreparabili”, scrivono Ordine e sindacati dei medici. “Insistiamo con forza e determinazione a chiedere a gran voce a chi ci amministra un intervento efficace e risolutivo, onde evitare che le cose precipitino e diventino irreversibili, perché sappiamo bene che prevenire è meglio che curare, con la povertà di mezzi di cui disponiamo.”

Oltre che dall’Ordine dei medici della provincia di Oristano, il documento-denuncia è firmato da Aaroi-Assomed, Anaao-Assomed (medici dirigenti), Cimo-Fesmed (medici dirigenti), Fimmg (medici di medicina generale), Snami (sindacato autonomo medici), Snr (radiologi).

Sabato, 11 aprile 2020

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