Appello dei sindaci al Ministro su emergenza lavoro e Patto di stabilità - LinkOristano

Appello dei sindaci al Ministro su emergenza lavoro e Patto di stabilità

Riunione a Nuoro con Cancellieri. 105 attentati in un anno. Parla Emilio Chessa, primo cittadino di Santu Lussurgiu

Emilio Chessa

Sono state 105 le azioni criminose, tra attentati, atti intimidatori e danneggiamenti, ai danni di amministratori locali denunciati in Sardegna dal primo gennaio 2012 al 5 gennaio scorso. Nel sud dell’isola (provincie di Cagliari, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano) sono stati 42, 44 nel Nuorese e Ogliastra, 8 nell’Oristanese e 11 nel Sassarese e Gallura. I dati aggiornati sul fenomeno che ha richiamato la sua visita in Sardegna a poco meno di due mesi dalle elezioni politiche, e’ stato il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, che ha presieduto nella prefettura di Cagliari la conferenza regionale per l’ordine e la sicurezza.  “In oltre il 40% dei reati”, ha detto il ministro “è stato trovato un responsabile”.

Nel biennio 2011-2012 (dati aggiornati al 30 novembre scorso) si sono registrati in Sardegna 209 atti intimidatori, di cui 91 nella Sardegna centrale e 73 nelle province meridionali (vecchia provincia di Cagliari). Nel 2010, secondo dati forniti dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni nella sua visita a Cagliari nell’ottobre di quell’anno sempre sul problema degli atti intimidatori agli amministratori locali, erano stati 60 i sindaci e gli assessori colpiti. I numeri più aggiornati forniti oggi parlano di 98 casi nel 2011 e di 111 nell’anno successivo, al 30 novembre.

Nel pomeriggio a Nuoro il ministro Cancellieri ha incontrato anche i sindaci  dei paesi dove si sono registrati atti intimidatori. Invitati anche i sindaci di Santu Lussurgiu, Emilio Chessa, di Sedilo, Umberto Cocco, e di Morgongiori, Renzo Ibba.

“Gli atti intimidatori sono l’espressione di una ferita nelle relazioni di civiltà, nelle relazioni tra cittadini e istituzioni”, ha dichiarato il sindaco di Santu Lussurgiu Emilio Chessa. “Rappresentano un punto di disagio. Nel nostro caso addirittura all’origine c’è un fatto marginale rispetto alle gravi situazioni che si registrano nelle nostre comunità”.

“Il problema maggiore”, ha aggiunto Chessa, “è la disoccupazione, la mancanza di futuro per i nostri giovani e l’impossibilità delle nostre amministrazioni di intervenire a causa delle limitazioni imposte dal Patto di Stabilità. A Santu Lussurgiu abbiamo predisposto un progetto, si chiama Kirras e prevede la concessione di finanziamenti alle famiglie per migliorare il decoro delle loro abitazioni nel centro storico. Complessivamente abbiamo stanziato 100 mila euro, ma pensiamo che con questi interventi se ne mettano in circolo almeno 250 mila, grazie al coinvolgimento delle aziende artigiane locali. Ebbene”, ha concluso il sindaco Chessa, “col Patto di stabilità è tutto bloccato”.

Martedì, 8 gennaio 2013

 

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