L'incendio nel Montiferru ha bruciato anche i cimali per gli alberi di Natale: Forestas non ne distribuirà nell'Oristanese - LinkOristano
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L’incendio nel Montiferru ha bruciato anche i cimali per gli alberi di Natale: Forestas non ne distribuirà nell’Oristanese

L'agenzia regionale raccomanda comunque una scelta sostenibile, in vista dell'8 dicembre

Albero Natale
Immagine d'archivio

Oristano

L’agenzia regionale raccomanda comunque una scelta sostenibile, in vista dell’8 dicembre

Negli anni passati, i più belli provenivano dal Complesso forestale del Montiferru. Ma quest’anno non ci sarà nessun abete bianco a rendere magica l’atmosfera del Natale nelle piazze di Oristano e della provincia.

Dopo il grande rogo del luglio 2021, il Servizio territoriale di Oristano dell’agenzia Forestas non ha a disposizione piante provenienti dalle operazioni di diradamento: quelle che normalmente si usano come alberi di Natale. “Prima qualcosa si tagliava”, spiega il direttore del servizio territoriale di Oristano, Ugo Tanchis, “ma dopo il grande incendio del Montiferru non abbiamo prodotto”.

“A Pabarile e Arborea siamo al lavoro sul post-incendio e negli altri cantieri non ci sono conifere”, precisa Tanchis. “Ad Arborea ci potrebbe essere qualcosa al termine delle operazioni di abbattimento delle piante morte, ma è difficile al momento fare previsioni”.

Normalmente Forestas concede materiale di recupero proveniente da tagli colturali o rinaturalizzazione (sostituzione di impianti di conifere con latifoglie) alle pubbliche amministrazioni e, in caso di rimanenze, anche ai cittadini. “Si tratta di cime di alberi che non hanno molta massa legnosa”, spiega Ugo Tanchis, “ e devono essere ben conformate”.

Un avviso pubblicato sul sito di Sardegna Foreste spiega come fare per richiedere i cimali da decorare in vista del Natale. Tra le righe è precisato che “sono disponibili solo in quelle aree dove si stanno eseguendo dei diradamenti, lavori che variano di anno in anno alternandosi nei territori sardi”. E che “in alcuni territori quest’anno non sarà possibile ottenerli”. La zona di Oristano è tra queste ultime.

Forestas ha fornito anche utili consigli per una scelta sostenibile del proprio albero di Natale. Di plastica, da coltivazione o da cimali dei boschi locali: quale scegliere? Secondo l’agenzia, utilizzare un cimale – che in genere ha scarso valore di mercato e sarebbe stato lasciato a terra nel bosco o triturato – è una scelta sostenibile.

Se invece si preferisce l’abete che si acquista nei vivai è bene accertarsi della provenienza: “Se la pianta non arriva da lontano, si accorcia la filiera e si limita l’inquinamento dovuto al trasporto”, precisano dall’Agenzia regionale.”Per essere sicuri della provenienza, una grande mano la danno le certificazioni forestali FSC e PEFC, che assicurano la massima trasparenza in termini di tracciabilità e rispetto dei territori”.

Anche dopo il Natale è bene accertarsi di compiere scelte sostenibili. Sarebbe preferibile, infatti, recuperare la pianta o riciclarla, per azzerare gli scarti. “Nel caso dell’abete”, spiegano dall’Agenzia Forestas, “ si può cercare di farlo sopravvivere in vaso, per riusarlo un altro anno, ma è vietato invece piantarlo nel bosco, perché si corre il rischio di alterare delicati equilibri ecologici che regolano le nostre foreste. Se l’albero di Natale non è in condizioni di sopravvivere, va smaltito tra i rifiuti organici: così il ciclo si potrà chiudere con la creazione di compost e fertilizzante per i terreni che magari serviranno alle colture dell’anno successivo”.

E gli alberi di plastica? L’Università di Firenze ha comparato il ciclo di vita e le emissioni di CO2 di un abete prodotto ad Arezzo e di due alberi in plastica di pari misura, provenienti dalla Cina (uno base e uno più alto e ricco di rami). Il risultato è che “pur ipotizzando di sostituire l’albero naturale ogni anno”, spiegano da Forestas, “per poter pareggiare le emissioni sono necessari 15 anni di riutilizzo nel caso dell’abete artificiale di tipo base. Per quello della tipologia premium si arriva addirittura a 38 anni”.

Mercoledì, 30 novembre 2022

 

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