Solinas e Nieddu: "Troppe proteste fanno scappare i medici" - LinkOristano
Sanità

Solinas e Nieddu: “Troppe proteste fanno scappare i medici”

Emergenza salute: non c'è una situazione fuori controllo, assicura il presidente della Regione

Generico settembre 2021
L'assessore Nieddu parla durante la conferenza stampa in Regione con il dg Tidore, il presidente Solinas e il commissario ATS Temussi

Cagliari

Emergenza salute: non c’è una situazione fuori controllo, assicura il presidente della Regione

Disinnescare le proteste, come quella che venerdì porterà a Cagliari i sindaci dei comuni dei Distretti sanitari di Oristano, Ales-Terralba e Ghilarza-Bosa, assieme ai comitati territoriali per il diritto alla salute. Era questo l’obiettivo principale della conferenza stampa convocata questa mattina a Villa Devoto, ufficialmente per “illustrare i provvedimenti della Giunta regionale sul sistema sanitario e il piano di assunzioni del personale”.

Il presidente della Regione, Christian Solinas, e l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, hanno fornito cifre – poche quelle nuove – e fatto qualche annuncio su impegni e obiettivi. Ma volevano soprattutto invocare “un clima di serenità e leale collaborazione tra le istituzioni” e criticare gli “ennemila comitati che nascono solo per protestare, senza confrontarsi sulle possibili soluzioni”. Proteste controproducenti, secondo i vertici della Regione, perché “la continua conflittualità fa diventare certe sedi poco appetibili per i medici”.

Solinas teme che “si tenti di alimentare tensioni” e chiede un “senso di responsabilità diffuso”, perché “in Sardegna non c’è una situazione fuori controllo”. Secondo Nieddu, “i giovani medici temono che il clima sociale in certe sedi non consenta di lavorare serenamente, e quindi non accettano gli incarichi”.

Sui provvedimenti in grado di ridurre la sofferenza di ospedali e territori, presidente e assessore hanno ricordato ancora una volta la difficile situazione ereditata da questa maggioranza (turnover inesistente tra il personale, liste d’attesa interminabili, medicina territoriale trascurata, concorsi fermi, programmazione fallimentare per le specializzazioni), sottolineando che tutta Italia – e non solo la Sardegna – ha scoperto nell’emergenza Covid un sistema sanitario arretrato e inadeguato.

Obiettivi? Il piano del personale per il biennio 2021-2023 coprirà interamente il turnover, azzerando gli oltre 1.700 posti vacanti in organico. “Entro l’anno” sicuramente sarà presentata la riforma della medicina territoriale, che con gli ospedali di comunità e le case di comunità assegnerà un ruolo nuovo ai medici di base (“È in corso un confronto a livello nazionale per un diverso inquadramento”, ha detto l’assessore).

Nieddu ha ricordato lo sforzo per coprire i buchi negli organici, con “66 concorsi banditi, 62 avviati e 25 già conclusi”, e la continua ricerca di soluzioni immediate per dare medici di base e pediatri a tante comunità che ne sono prive. Un esempio: “Abbiamo ottenuto l’abbassamento del numero minimo di bambini tra 0 e 6 anni necessario per avere una sede carente: questo aiuterà alcuni comuni, tra i quali Bosa”.

La Regione conta sul Governo per risolvere alcune situazioni. Nieddu ha ricordato la richiesta di poter utilizzare le Usca – le Unità speciali costituite per l’assistenza territoriale ai pazienti Covid – nelle zone in cui i presidi di guardia medica sono carenti. “Dove manca il medico di base ma è presente la Guardia medica”, ha detto ancora l’assessore, “abbiamo chiesto al Ministero di poter estendere l’operatività della Guardia da 12 a 24 ore. E inoltre di attivare nuovi punti di Guardia dove non ci sono neppure quelli”.

Per le nomine nelle sedi poco appetibili, la Regione userà la carota degli incentivi (l’assessore ha annunciato “a breve” uno stanziamento di 13 milioni per il personale sanitario) e il bastone dell’esclusione dalla graduatoria per i medici che dopo aver passato il concorso rifiutano la sede assegnata.

Rispondendo a una domanda sulla situazione del Pronto soccorso del “San Martino” di Oristano, il commissario dell’ATS Massimo Temussi ha difeso la scelta di precettare medici da altri reparti dell’ospedale: “Una misura tampone, inevitabile in questa situazione di emergenza. Non potevamo chiudere un servizio fondamentale per il Centro Sardegna”, ha detto Temussi. “Si tratta di soffrire insieme per poche settimane. Con la collaborazione si può fare tutto”.

Martedì, 21 settembre 2021

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