Per far rinascere gli oliveti del Montiferru distrutti dal fuoco serviranno tanti pozzi - LinkOristano
Agricoltura

Per far rinascere gli oliveti del Montiferru distrutti dal fuoco serviranno tanti pozzi

Parla Pierpaolo Arca, uno dei tecnici più affermati del settore

Cuglieri - olivo distrutto incendio - Foto Maria Giovanna Campus
Un ulivo danneggiato dal fuoco - Foto di Maria Giovanna Campus

Cuglieri

Parla Pierpaolo Arca, uno dei tecnici più affermati del settore

I nuovi oliveti che sorgeranno dalle ceneri delle coltivazioni distrutte dal grande rogo del 24 luglio scorso a Cuglieri – circa l’80% – dovranno seguire nuove regole. In particolare le aree coltivate con i nuovi ulivi dovranno poter disporre di irrigazione.

Servirà una rivoluzione nella zona, dove sarà necessaria la presenza di pozzi, vasche di accumulo per l’acqua e impianti moderni per il rilascio della risorsa idrica.

È lo scenario che prefigura Pierpaolo Arca, uno dei più affermati esperti del settore in Sardegna e presidente della giuria del Premio nazionale per l’olio extravergine d’oliva Montiferru.

“Sarà importantissimo trovare l’acqua”, ha detto Arca. “Attualmente gli oliveti erano in asciutto, ma per riprendersi serve l’acqua”.

“La Regione dovrà nominare una commissione che acceleri i tempi per le autorizzazioni per i pozzi”, continua Arca, “Dove è possibile si realizzeranno. Per gli oliveti più vicini ai corsi d’acqua si farà il prelievo, ma servono vasche di accumulo e impianti più moderni, anche per un risparmio della risorsa”.

Altra variabile imprescindibile per il recupero del settore, uno dei più colpiti nella zona, è l’utilizzo di varietà autoctone: “Bisogna fare attenzione a chi vende”, spiega Pierpaolo Arca. “I vivai sardi hanno potenzialità per esigenze annuali, 100-150 mila piante in numeri. Bisognerebbe, perciò, attivare altre fonti e saranno necessarie deroghe produttiva da parte della Regione”.

A questo proposito Forestas distribuirà ai vivaisti i proprio olivastri, per accelerare i tempi di produzione del frutto: normalmente ci vogliono due anni dall’impianto.

Intanto si prosegue anche con le operazioni per cercare di recuperare ciò che non è andato completamente perduto: “Non avremo più le piante secolari, ma è rimasta qualche oasi”, spiega Pierpaolo Arca. “Cercheremo di recuperare dai polloni, attraverso gli innesti. Anche sull’olivastro secolare si sta cercando di stimolare le radici a emettere polloni, in modo da far rivivere l’esemplare attraverso il suo DNA”.

“Per la piena ripresa, serviranno almeno 5 anni”, conclude Arca, che sostiene la necessità che l’esperienza serva per non ripetere più gli errori: “Serve prevenzione, la macchia sta avanzando su terreni produttivi e bisogna controllare che si tenga pulito”.

Pierpaolo Arca - presidente giuria premio Montiferru - olio
Pierpaolo Arca

Mercoledì, 25 agosto 2021

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