Medici in affitto: l'esperienza di Ghilarza non si ripeterà - LinkOristano
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Medici in affitto: l’esperienza di Ghilarza non si ripeterà

La Regione trova altre soluzioni per i pronto soccorso e i punti di primo intervento

Ghilarza - Ospedale - Facciata

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La Regione trova altre soluzioni per i pronto soccorso e i punti di primo intervento

Negli ospedali sardi non saranno i cosiddetti medici in affitto ma i sanitari di discipline equivalenti già impegnati nei diversi reparti ad assicurare fino al mese di settembre la copertura dei turni nei rispettivi Pronto Soccorso, attualmente in sofferenza per la scarsa dotazione di personale.  Si inizierà già dal prossimo mese di luglio con i nosocomi di Nuoro e di Olbia. Verrà replicata così l’esperienza in corso da qualche settimana nel Pronto Soccorso di Oristano, dove  i sanitari dei reparti di Medicina, Cardiologia, Chirurgia, Pneumologia e Gastroenterologia del San Martino affiancano a turno i colleghi già in servizio nel presidio, contribuendo così a scongiurane la chiusura. 

E’ quanto emerso oggi dall’incontro tra l’assessore alla Sanità Mario Nieddu, il commissario dell’Ats Massimo Temussi e i presidenti degli Ordini dei Medici delle quattro province sarde.

La riunione, richiesta proprio dagli Ordini dei medici della Sardegna, è servita a fare il punto sulla situazione di grave sofferenza in cui versano i Pronto Soccorso di gran parte degli ospedali della Sardegna, a causa della scarsa dotazione di personale. Una criticità destinata a diventare ancora più preoccupante nei mesi estivi, in corrispondenza con le ferie obbligatorie  e l’afflusso di turisti.

Abbandonata l’ipotesi del ricorso ai medici in affitto – anche se annunciata dal Commissario dell’Ats Temussi per gli ambulatori dei codici verdi e bianchi del Pronto Soccorso di Oristano –  Assessorato alla Sanità e la stessa Ats ora guardano ad altre soluzioni per fronteggiare anche dopo l’estate i buchi di organico dei presidi di emergenza.

In particolare l’assessore Nieddu ha annunciato l’integrazione degli organici dei Pronto Soccorso degli ospedali sardi con personale impegnato nei servizi del 118, da sottoporre preliminarmente a un apposito corso di riqualificazione.

Nel corso dell’incontro è stata anche ipotizzata la possibilità di varare nei piccoli ospedali sardi dei Punti di Primo Intervento – come quello appena inaugurato a Ghilarza con i medici in affitto –  con i medici in forza al servizio di continuità assistenziale (guardie mediche) attualmente impegnati per 24 ore alla settimana, ai quali verrebbe offerta la possibilità di arrivare ad un orario fino alle 36 ore, già affidate ai loro colleghi in forza negli ambulatori dei centri maggiori. Una soluzione questa che però deve fare i conti con la scarsa disponibilità di medici di guardia medica, assorbiti da servizi legati alla gestione del Covid, come gli Usca, le campagne di vaccinazione e le procedure di tracciamento.  

L’assessore Nieddu, da parte sua, ha condiviso diverse perplessità rappresentate dai presidenti degli Ordini dei medici della Sardegna che già giorni scorsi con un documento congiunto si erano espressi contro l’affidamento dei servizi ospedalieri ai privati. Una formula adottata per l’avvio del Punto di Primo Intervento di Ghilarza,  e ipotizzata anche per l’Ospedale di Oristano e di Nuoro, ma subito osteggiata dai sindacati del personale medico e degli stessi ordini professionali.

Soddisfatto dell’esito dell’incontro il presidente dell’Ordine dei Medici di Oristano Antonio Sulis: “Attendiamo ora  il rispetto degli impegni e un concretizzarsi degli indirizzi emersi per garantire il rilancio dei presidi di pronto soccorso”.

Martedì, 22 giugno 2021

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