"Referti in teleradiologia a Ghilarza e Bosa? La legge non lo consente" - LinkOristano

“Referti in teleradiologia a Ghilarza e Bosa? La legge non lo consente”

Il sindacato oristanese dei medici Cimo preoccupato per il funzionamento del servizio

Oristano - ospedale - radiologia 3

“Referti in teleradiologia a Ghilarza e Bosa? La legge non lo consente”
Il sindacato oristanese dei medici Cimo preoccupato per il funzionamento del servizio

Radiologia

“La disposizione con cui il direttore del Presidio Ospedaliero Unificato, Sergio Pili, ha previsto il ricorso alla refertazione in teleradiologia per gli ospedali di Bosa e Ghilarza è arbitraria e in evidente contrasto con le leggi sulla radioprotezione”. 

Lo denuncia Giampiero Sulis, segretario provinciale del Cimo, in risposta alla nota con cui – a pochi giorni dall’inaugurazione del Punto di Primo Intervento di Ghilarza – il direttore Pili ha disposto la refertazione a distanza  delle radiografie effettuate dai tecnici di radiologia in servizio di notte e nei giorni festivi sia a Ghilarza che a Bosa e richieste appunto dai rispettivi servizi di emergenza. L’intervento del Cimo segue quello del sindacato FSI-Usae, che nei giorni scorsi aveva paventato il rischio di chiusura delle Radiologie degli ospedali di Ghilarza e Bosa per l’ insufficiente dotazione di tecnici, contestando gli eccessivi carichi di lavoro e di responsabilità per i pochi tecnici rimasti in servizio.  

Questo il testo del documento del sindacato dei medici Cimo di Oristano. 

La disposizione con cui il direttore del Presidio Ospedaliero Unificato, Sergio Pili, ha previsto il ricorso alla refertazione in teleradiologia per gli ospedali di Bosa e Ghilarza è arbitraria e in evidente contrasto con le leggi sulla radioprotezione

Secondo quanto disposto da Pili, nelle ore notturne e nelle giornate festive gli esami di radiologia dovrebbero essere eseguiti nei due ospedali in assenza del medico radiologo, e quindi refertati a distanza dal medico di turno nel reparto di Radiologia del San Martino.

Giampiero Sulis

Si tratta di una misura organizzativa in netto contrasto con le norme attualmente in vigore, che individuano nella figura del medico radiologo l’unica a cui è attribuita la responsabilità di decidere sull’esecuzione dell’esame. Una funzione che il radiologo può esercitare solo se è a contatto con il paziente, di cui deve poter valutare le condizioni. 

Da aggiungere che il documento a cui si riferisce la disposizione emanata dal direttore Pili (le linee guida emanate su questa materia nel 2010 dall’Istituto Superiore di Sanità) precisa che la telegestione (questa l’esatta definizione) è da limitare a pochi casi e in particolare a “esami in urgenza indifferibile o emergenza“ o, per restare nelle opzioni possibili, a “esami fatti all’interno della stessa unità operativa”.

La prevista interazione tra l’ospedale San Martino e i presidi di Bosa e Ghilarza non rientra però in alcuna di queste due circostanze.

Da qui la richiesta di revoca della disposizione in questione, trasmessa dal Cimo di Oristano al direttore del Presidio Ospedaliero Sergio Pili e ai vertici dell’ATS.

In conclusione, ancora una volta si cerca di mettere all’ultimo momento una pezza sulle gravi carenze organizzative e di personale dei diversi presidi della nostra Assl, senza che si percepisca un progetto per rilanciare la sanità nell’Oristanese.

Il Cimo di Oristano ribadisce la sua richiesta di investimenti urgenti sui presidi e sul personale  sanitario della provincia, per i quali è necessario intervenire in maniera strutturale e programmata, e attraverso azioni finalizzate alla tutela della salute dei pazienti, non con interventi disarticolati e in contrasto con le leggi che la salvaguardano“.

Giovedì, 27 maggio 2021

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