Il Ministero dell'Ambiente chiede conto sul progetto ex Sipsa di Torre Grande - LinkOristano

Il Ministero dell’Ambiente chiede conto sul progetto ex Sipsa di Torre Grande

Da chiarire la procedura di valutazione ambientale, come indicato dal Gruppo di intervento giuridico

Torre Grande - Ex Sipsa - Ivi petrolifera

Il Ministero dell’ambiente vuole chiarimenti dalla Regione e dal Comune di Oristano sulla variante parziale al piano urbanistico comunale  del capoluogo, adottata con la deliberazione Consiglio comunale del 3 ottobre scorso per  consentire la realizzazione del progetto turistico-edilizio proposto dalla Ivi Petrolifera  a Torre Grande. La Direzione generale per le valutazioni ambientali del Ministero dell’ambiente ha fatto partire oggi una nota indirizzata all’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, alla Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e al Comune di Oristano, ricordando che “i Piani Regolatori Generali e loro varianti rientrano nella tipologia di piani da assoggettare a VAS” (procedura di valutazione ambientale strategica) e che “ai sensi dell’art. 5, comma 8 del D.L. 70/2011 convertito in legge 12 luglio 2011, n. 106 si intende esente da VAS soltanto lo strumento attuativo di piani urbanistici già sottoposti a VAS, qualora non comportino variante e se lo strumento sovraordinato già definisca in sede di VAS determinate caratteristiche localizzative e tipologie degli interventi ammessi”.

Una simulazione del progetto  turistico per l'area dell'ex Sipsa

Una simulazione del progetto turistico per l’area dell’ex Sipsa

L’intervento del Ministero arriva in seguito allo specifico atto di intervento con “osservazioni” inviato il 10 dicembre scorso dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

Secondo il Gruppo di intervento giuridico “il caso della variante urbanistica del P.U.C. di Oristano che “accoglie” il progetto turistico-edilizio a Torregrande rientra, quindi, pienamente nell’obbligo di espletamento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), necessarie per legge (direttiva n. 01/42/CE, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., deliberazione Giunta regionale n. 34/33 del 7 agosto 2012 + allegati), ma in questo caso nemmeno avviate”.

“I progetti esecutivi, poi, devono essere assoggettati al preventivo vincolante procedimento di verifica di assoggettabilità (direttiva n. 2011/92/UE, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., deliberazione Giunta regionale n. 34/33 del 7 agosto 2012 + allegati)”.

L’atto di intervento ecologista, insieme a numerosi altri inviati da semplici cittadini su fac simile fornito dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, è stato inviato al Comune di Oristano e, per opportuna conoscenza, alla Commissione europea, al Ministero dell’ambiente, alla Direzione generale pianificazione urbanistica e della vigilanza edilizia della Regione autonoma della Sardegna, al Servizio regionale valutazione impatti (S.A.V.I.), alla Procura regionale della Corte dei conti.

L’atto di intervento ecologista chiede che il Consiglio comunale prenda atto dell’illegittimità del procedimento di variante del Puc, in assenza di preventivo avvìo di procedura di V.A.S. e provveda all’annullamento in via di autotutela della propria deliberazione di adozione della variante urbanistica.

“In estrema sintesi”, spiega in una nota il Gruppo di intervento giuridico, “la Ivi Petrolifera s.p.a. intende realizzare la bonifica dell’area con un investimento di 2,6 milioni di euro, 3 anni di lavori, circa mc. 30.000 di terra da risanare  – dovuta per legge, in quanto sito contaminato dalla propria precedente attività di raffineria (art. 242 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) – un complesso turistico-edilizio ricettivo (mc. 9.500 di volumetrie, 250-280 posti letto), un residence, 77 unità immobiliari, un campo da golf da 18 buche, per complessivi mc. 99.257 di volumetrie e circa 800 posti letto, impianti tecnologici, servizi”.

“Il sito interessato è il litorale di Torregrande e la relativa pineta, in gran parte di proprietà pubblica (Comune di Oristano e Consorzio di bonifica dell’Oristanese) e ceduta in concessione (complessivamente più di 100 ettari) in corrispettivo di canoni annuali non conosciuti e di cui si ignora il conseguimenti dei necessari pareri di congruità”.

“E’ bene che il Comune di Oristano adempia in fretta alle richieste del Ministero dell’ambiente”, conclude Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico. “Dal canto nostro faremo di tutto perché il litorale di Torre Grande e pineta siano effettivamente salvaguardati”.

Martedì, 4 febbraio 2014

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