"Ponte Santa Chiara, un anno e mezzo di denunce inascoltate" - LinkOristano
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“Ponte Santa Chiara, un anno e mezzo di denunce inascoltate”

Intervento del capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni dopo il crollo del "ponte Morandi" a Genova

“Ponte Santa Chiara, un anno e mezzo di denunce inascoltate”
Intervento del capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni dopo il crollo del “ponte Morandi” a Genova

Attilio Dedoni

“L’attenzione per le condizioni in cui versano i ponti, i cavalcavia e i viadotti sardi, accresciuta a seguito dei tragici fatti di Genova, deve necessariamente riportare alla luce lo scandalo del ponte sulla diga di Santa Chiara, sul lago Omodeo, in territorio di Ula Tirso. Già numerose volte mi sono trovato a denunciare le condizioni in cui versa l’infrastruttura, che da un anno e mezzo presenta un’ampia e profonda fenditura in uno dei giunti ed è pertanto chiusa al traffico, con pesanti conseguenze sulla viabilità della zona”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi per l’Europa, Attilio Dedoni.

“Dopo i miei ripetuti interventi, compresa un’interpellanza presentata all’indomani della scoperta della crepa, il commissario straordinario della Provincia di Oristano aveva assicurato che i lavori di messa in sicurezza erano finanziati e che sarebbero partiti a breve”, ricorda Dedoni. “Era il mese di ottobre dello scorso anno e, secondo il commissario, il viadotto sarebbe stato nuovamente percorribile entro la primavera passata. Invece, la situazione è rimasta tale e quale, i lavori non sono neanche iniziati e si continua a temere non solo per la tenuta del ponte ma anche per quella della vicina diga, alla luce dei forti dubbi, mai fugati, sulla stabilità geologica dell’area”.

“Se in Provincia regna il silenzio, in Regione le cose non vanno diversamente”, conclude il capogruppo. “Con tutti gli Enti intermedi commissariati e, come ben sappiamo, sull’orlo del ‘default’ finanziario, dovrebbe essere la Regione a farsi carico di un intervento straordinario di manutenzione e messa in sicurezza delle strade provinciali isolane. Invece, il problema non sembra interessare minimamente a chi siede in viale Trento, nonostante i gravissimi pericoli che corre ogni giorno chi si trova a percorrere la viabilità della zone interne e rurali dell’Isola. Quando si parla di spopolamento e desertificazione delle aree periferiche si dovrebbe tener presente anche questo, perché i disagi nei collegamenti viari – o, per esteso, l’assenza di una continuità territoriale interna, che comprenda anche il trasporto pubblico locale – sono una delle sue cause principali”.

Venerdì, 17 agosto 2018

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