"Andiamo tutti in piazza per salvare la sanità in provincia di Oristano" - LinkOristano
Prima categoria

“Andiamo tutti in piazza per salvare la sanità in provincia di Oristano”

Dopo l'esposto alla Procura delle associazioni, la possibilità di un unico fronte di protesta con Ghilarza e Bosa

sanità associazioni protesta oristano

“Andiamo tutti in piazza per salvare la sanità in provincia di Oristano”
Dopo l’esposto alla Procura delle associazioni, la possibilità di un unico fronte di protesta con Ghilarza e Bosa

Dopo l’esposto alla procura della Repubblica, con cui denunciano il grave stato della sanità oristanese, le associazioni Cittadinanzattiva, Komunque donne, Aniad e Thalassemici Oristano, sono orientate ad aderire alla manifestazione già indetta per il 20 settembre prossimo dal Comitato Cittadini Ospedale Delogu di Ghilarza, accogliendo così la proposta formulata dal rappresentante del Comitato Raffaele Manca.  Stamattina, intervenendo all’incontro convocato dalle stesse associazioni per presentare l’esposto alla Procura sulla grave situazione della sanità Oristanese, Manca ha infatti proposto che l’iniziativa promossa dai cittadini del Barigadu e del Guilcer venga estesa al resto della provincia. Manca si è rivolto in particolare al sindaco di Oristano Andrea Lutzu, per chiedergli di guidare “una vertenza destinata ad avere un riferimento territoriale provinciale, con il coinvolgimento delle popolazioni che attendono risposte non solo dall’ospedale Delogu, ma anche dal San Martino di Oristano e dal Mastino di Bosa, ormai in via di smantellamento”.

Una proposta che il sindaco Lutzu, presente anche lui all’incontro, si è riservato di valutare, ricordando di essere  presidente del solo distretto sanitario di Oristano, mentre “la rappresentanza dei sindaci della provincia è affidata al presidente della Conferenza territoriale provinciale, non ancora nominato, dopo la decadenza dell’ex sindaco di Bosa Luigi Mastino”.

La manifestazione, già fissata per lo scorso sette marzo e poi rinviata, è stata riproposta con le modalità già decise. I partecipanti si muoveranno nella mattinata di domenica 20 settembre solo in auto, partendo dall’area del Losa e dando vita a una carovana che percorrendo lentamente la 131 si concluderà negli spazi antistanti la Prefettura, dove i rappresentanti del Comitato e i sindaci dei Comuni interessati saranno ricevuti dal Prefetto. Alla base della protesta, la grave situazione di degrado in cui versano ormai tutt’e tre i presidi ospedalieri della provincia. Non solo quelli di Ghilarza e di Bosa.

Una situazione che Maria Grazia Fichicelli, di Cittadinanzattiva, Maria Delogu di Comunque donne, Marcello Grussu dell’ANIAD, e Massimiliano Vinci de Thalassemici Oristano hanno definito “tragica” , prima di passare in rassegna le maggiori carenze dei principali servizi , con particolare riferimento a quelli del San Martino.

Diabetologia. Negli ultimi dieci anni,  a fronte di un incremento di pazienti del 36% negli ultimi dieci anni, l’organico ha subito un taglio del 36 % di operatori. Mentre i punti di assistenza si sono ridotti da 11 a 7, con gravi disagi per i pazienti, costretti a tempi d’attesa raddoppiati.

Servizio Thalassemie. 70 pazienti che fanno registrare oltre 1400 accessi, al San Martino, possono contare su un solo medico e quello che era un Centro per le Microcitemie rischia ora di diventare un ambulatorio all’interno del centro trasfusionale. Spesso sono insufficienti i farmaci salvavita e i pazienti con particolari situazioni cliniche si trovano a dover acquistare perfino gli aghi.

Oncologia e Oncoematologia. Gravissima la situazione di questo servizio. Attualmente vi operano 6 medici e 8 infermieri, scoperti i posti di altri 5 medici e di 2 infermieri. Ancora da risolvere il problema della somministrazione di farmaci innovativi ai pazienti oncoematologi. Carente anche l’organico dell’Hospice. Bloccati gli interventi chirurgici per le patologie oncologiche e , sempre per carenza di personale, vanno a rilento anche gli accertamenti e le indagini radiografiche destinate ai pazienti oncologici.

Farmacia Territoriale. Dei 12 operatori ne sono rimasti appena  4, con conseguente contrazione di orari e giorni di apertura nei tre distretti di Oristano, Bosa Ghilarza e Ales Terralba.

Visite Ambulatoriali. Con grande lentezza si stanno riprogrammando le visite bloccate da mesi, con i pazienti costretti a rivolgersi a strutture private, quelle sì, velocissime.

Servizio Prelievi. Ancora inadeguata la organizzazione dei prelievi, specie dopo i blocchi del Covid.

Laboratorio Analisi. Organici dimezzati al S. Martino, Delogu di Ghilarza e Mastino di Bosa.

Anestesia e Rianimazione. A fronte dei 19 medici dell’anno scorso, ora si può contare solo su 14 sanitari con le conseguenti gravi limitazioni dell’attività chirurgica e degli ambulatori.

Radiologia S. Martino. L’organico prevede 14 medici, ma dei 9 in servizio ben 5 lavorano con orari o turni ridotti. Una situazione che imposto il blocco delle visite esterne.

Radiologia Ghilarza. Dei 4 medici attualmente solo uno lavora a tempo pieno, un’altro si divide con Bosa.

Radiologia Bosa. Dei sei medici, solo 4 presenti più 1 in comproprietà con Ghilarza .

Pediatria. Il reparto non ha primario da due anni e mancano all’appello i 3 o 5 medici promessi più volte dall’ATS. In servizio ci sono 10 medici, ma solo sulla carta. Due di loro hanno limitazioni di orario e di turni. Insufficiente l’apporto del neuropsichiatra infantile, assegnato solo per tre  turni settimanali.

Ortopedia. Ora ci sono 7 medici, ma occorrono almeno altre due unità per garantire la copertura del servizio per sei giorni alla settimana e le reperibilità.

Chirurgia. 14 i posti in pianta organica, presenti solo 9 . Sono stati sospesi gli interventi di tumore alla mammella e quelli alla tiroide sono ridotti dalla indisponibilità di sale operatorie. Bloccata l’attività della chirurgia programmata di Ghilarza con il trasferimento a Oristano dei 5 chirurghi impegnati in questo servizio.

Medicina. Su un organico di 17 medici, solo 13 in servizio. Da sottolineare che i posti letto sono intanto cresciuti di 10 unità. Il reparto è senza primario e i medici in servizio spesso sono dirottati a Ghilarza e Bosa .

Pronto Soccorso. I medici in servizio sono 12, 5 dei quali hanno limitazioni di orari o di turni. Il servizio di Osservazione Breve (OBI) è praticamente chiuso.  Occorrono urgentemente almeno 3 o 4 medici per far funzionare decentemente il servizio.

Cardiologia. L’organico è composta da 13 persone. Solo 9 ruotano però nei turni notturni e festivi. Il servizio di emodinamica è stato chiuso per il trasferimento dell’unico medico impegnato nel servizio .

Gastroenterologia. Su 4 medici 3 sono stati dirottati ad altri servizi. Risultato : 330 esami e 85 visite in attesa .

Psichiatria. Solo 6 medici in servizio, rispetto ai 12 medici necessari per assicurare sia le attività del reparto che gli ambulatori .

Un quadro sconfortante che, come ha spiegato Giampiero Sulis, in rappresentanza della Cimo, il sindacato dei medici Ospedalieri, è perfino peggiorato negli ultimi mesi, per le ulteriori carenze verificatesi negli organici di diversi servizi. “Incomprensibile, secondo Sulis, la decisione di non bandire i concorsi per l’ospedale  di Oristano, e anche di negare l’autorizzazione a chi chiede il trasferimento da altre Asl, come i tre pediatri disposti a venire a lavorare al San Martino a cui l’ATS non da risposta”. Da aggiungere, secondo Sulis, che ” i sanitari attualmente in servizio si vedono costretti a operare in reparti senza primari, a garantire turni e carichi di lavoro eccessivi, anche in contrasto con il loro contratto, e così, appena possono, scappano via”.

Insomma una situazione insostenibile per i pazienti ma anche per gli operatori, come ha confermato lo stesso sindaco Andrea Lutzu, sulla base della sua recente esperienza di paziente della cardiologia del San Martino. Da Lutzu è arrivata l’assicurazione della prosecuzione dell’ impegno del comune di Oristano, anche attraverso la commissione appositamente costituita, per scongiurare il ridimensionamento dei servizi sanitari.  Ma, “poichè è impossibile risolvere tutto subito “, Lutzu ha proposto di “puntare ad alcune priorità come  i servizi di emodinamica e di oncoematologia”. Anche Efisio Sanna, presidente della Commissione Consiliare del Comune di Oristano incaricata di affrontare il problema della sanità in città, ha confermato l’impegno suo e dei suoi colleghi per quella che ha definito “una battaglia di civiltà ” a sostegno  sia dei servizi ospedalieri che di quelli territoriali.

Alessandro Solinas, dei Cinquestelle, l’unico , tra i sette consiglieri regionali della provincia, ad avere accolto l’invito delle associazioni, ha ricordato che domani approda in consiglio regionale il testo di riforma sanitaria. Un testo, ha affermato Solinas ” molto incentrato sulla governance della sanità in Sardegna, ma molto vago sulla organizzazione dei servizi ” . Solinas ha ricordato di essere intervenuto più volte ,  presso la giunta regionale, pur nel suo ruolo di rappresentante della minoranza, per alcuni gravi problemi, come quello dell’oncoematologia,  e ha auspicato una azione dimostrativa forte dei rappresentanti della provincia di Oristano.

Presente all’incontro di stamattina anche Sandro Usai, segretario della FIMMG, la federazione dei medici di famiglia.

Lunedì, 31 agosto 2020

 

 

commenta