Ma quanti Giganti ci sono a Mont'e Prama? Scavi ancora per un mese, poi stop e ripartenza con una grande campagna - LinkOristano
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Ma quanti Giganti ci sono a Mont’e Prama? Scavi ancora per un mese, poi stop e ripartenza con una grande campagna

Al lavoro nelle campagne di Cabras un team della Sovrintendenza

Mont'e Prama Giganti Alessandro Usai
Il direttore scientifico dell'area di Mont'e Prama, l'archeologo della Sovrintendenza Alessandro Usai

Cabras

Al lavoro nelle campagne di Cabras un team della Sovrintendenza

La scoperta delle due statue di “giganti” avvenuta nell’area archeologica di Mont’e Prama, conferma la straordinaria importanza del sito ai piedi della collina che si trova davanti allo stagno di Cabras. “Un sito di estremo valore storico, un centro al quale probabilmente facevano riferimento numerosi villaggi dell’epoca nuragica che si trovavano nel Sinis”, ha spiegato ieri  pomeriggio il responsabile scientifico dell’area di Mont’e Prama, l’archeologo della Sovrintendenza Alessandro Usai.

I numeri del resto lo confermano: ad oggi sono 33 le statue di giganti scoperte e che sono considerate tra le più antiche testimonianza scultore nel bacino del Mediterraneo, risalenti a quasi tremila anni fa.

Di queste 33 statue, raffiguranti guerrieri e pugilatori, 28 sono già esposte nelle strutture museali di Cabras e Cagliari. Si aggiungono poi una quindicina di modelli di nuraghi. Buona parte di questo materiale è stato recuperato a pezzi, come se qualcuno in un lontano passato avesse voluto cancellare quelle straordinarie testimonianze. E i saggi eseguiti sinora nell’area archeologica accreditano prossime scoperte in analoghe condizioni.

“Nei magazzini del museo di Cabras ci sono ancora diversi frammenti che attendono di essere ricomposti”, ha ricordato il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni.

I lavori di scavo proseguiranno a Mont’e Prama per un altro mese ancora. Poi si fermeranno di nuovo in attesa di una nuova campagna finanziata dal ministero con 600 mila euro. Dovrebbe essere quella un’occasione per fare un significato passo in avanti nel recupero dell’altro materiale custodito sotto la terra fertile del Sinis.

Visto l’impegno sempre più articolato sul fronte della ricerca la Sovrintendenza ha deciso anche di operare con un team composito di professionalità. Al responsabili scientifico Alessandro Usai, che segue soprattutto l’approfondimento storico di epoca nuragico, si affiancano Maura Vargiu che cura la restante parte dell’approfondimento storico; Francesca Candilio, impegnata sul fronte antropologico, legato alla presenza di numerose tombe; il direttore dei lavori, l’architetto Elena Romoli, quindi gli archeologi Silvia Vidili e Laura Caria. I lavori di scavo sono seguiti dalla ditta Mariano Mirabelli di  Castiglione Cosentino.

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