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L’Unità di neuroriabilitazione al lavoro con i primi 12 pazienti

Bilancio di due mesi di attività del nuovo servizio ospedaliero in occasione della Giornata della trasparenza dell'Asl

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L’Unità di neuroriabilitazione dell’ospedale al lavoro con i primi 12 pazienti
Bilancio di due mesi di attività del nuovo servizio ospedaliero in occasione della Giornata della trasparenza dell’Asl

Neuroriabilitazione - Foto Ufficio Stampa Asl 5

Neuroriabilitazione – Foto Ufficio Stampa Asl 5

Aprire le porte dell’Azienda ai cittadini, alle istituzioni, alle organizzazioni sindacali e alle associazioni. E’ stato questo l’obiettivo della Giornata della Trasparenza, promossa oggi dalla Direzione Generale della ASL 5 di Oristano.

Un evento aperto dai saluti della Commissaria Straordinaria Maria Giovanna Porcu che ha voluto fare riferimento al recente rapporto stilato dall’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) nell’ambito del Programma Nazionale esiti 2016 per sottolineare gli importanti risultati conseguiti dall’ospedale San Martino di Oristano, primo in Sardegna per la maggiore percentuale di interventi di frattura del femore entro 2 giorni, minor tasso di cesarei, tempestività nelle angioplastiche. «Successi – ha sottolineato la Commissaria – conseguiti grazie a un lavoro di squadra che ha dedicato particolare attenzione alla formazione dei nostri operatori, allo sviluppo di competenze tecnico-professionali e alla qualità dei percorsi diagnostico-terapeutici». Impegno, quello della Direzione Asl, riconosciuto anche dal presidente della Conferenza socio-sanitaria provinciale Luigi Mastino, che ha evidenziato «i traguardi raggiunti dall’Azienda sanitaria oristanese grazie a una guida competente, riuscita non solo a mantenere i servizi esistenti, ma anche a vararne di nuovi».

Ad aprire le relazioni è stato il responsabile della neonata Unità di Neuroriabilitazione dell’ospedale San Martino Andrea Montis, reparto che prende in carico pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite. A 70 giorni dal primo ricovero, avvenuto il 13 ottobre scorso, sono già stati presi in carico 12 pazienti, di cui 5 provenienti dalla nostra provincia e gli altri dal resto dell’Isola. «Dieci i posti letto accreditati per il 2016. In media il ricovero è di 33 giorni – ha spiegato il dottor Montis – ma l’obiettivo è quello di ridurre ulteriormente i tempi di degenza e di avviare un percorso di rete con i DEA (Dipartimenti di Emergenza e accettazione) sardi e con il polo di neuroriabilitazione del Brotzu».

Della sanità extraospedaliera e territoriale si sono occupati Peppinetto Figus e Antonio Delabona, direttori rispettivamente dei distretti socio-sanitari di Ales-Terralba e Oristano, che hanno presentato le attività delle Case della Salute e Ales e Samugheo, strutture in cui operano gomito a gomito medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, infermieri impegnati nell’ambulatorio infermieristico, ma anche assistenti sociali. «Nelle Case della Salute non si erogano solo cure di base, ma si fa anche educazione sanitaria ai corretti stili di vita, promozione della salute, ed importante è l’integrazione con i medici di medicina generale per restituire un equilibrio ai servizi fra ospedali e territorio» hanno dichiarato i responsabili dei distretti.

Nel senso del rafforzamento delle cure estraospedaliere va anche la nascita ambulatori infermieristici di Sorradile e Sennariolo, nati grazie alla collaborazione con le amministrazioni comunali, presentati da direttore del distretto socio-sanitario di Ghilarza-Bosa Francesco Pes. Si tratta di un modello pioniere in Sardegna mirato all’erogazione di cure di base (medicazioni, prelievi, iniezioni, rilevazioni glicemia e pressione, ma anche educazione sanitaria): prestazioni “a km zero” che evitano agli abitanti dei centri geograficamente svantaggiati scomode trasferte verso gli ospedali e permettono una gestione più appropriata delle malattie croniche. Un modello il cui valore è stato sottolineato da Pietro Arca e Giambattista Ledda, primi cittadini di Sorradile e Sennariolo, il cui contributo è stato fondamentale per la nascita delle strutture.

Altra attività che ha impegnato in maniera importante l’Azienda sanitaria nell’anno in corso è stata la gestione sanitaria dei migranti: a illustrarne il funzionamento è stata la direttrice del Servizio di Igiene e sanità pubblica Maria Valentina Marras. Attualmente sono 571 migranti ospitati nelle 16 strutture di accoglienza della provincia di Oristano, di cui 28 donne e 94 minori non accompagnati, provenienti per lo più dalla Nigeria. «La Asl 5 gestisce sia le visite di primo livello, che avvengono al momento dello sbarco, sia quelle di secondo livello, effattuate quando i migranti vengono smistati nelle strutture di accoglienza della provincia» ha chiarito la dottoressa Marras. Patologie più frequenti sono colpi di calore, assideramento, ustioni, soffocamenti – «nell’ultimo sbarco sono morte sei donne, soffocate per via della calca sull’imbarcazione» ha affermato la direttrice del servizio di Igiene pubblica. Una situazione, quella migratoria, che seppure di difficile gestione, non comporta alcun allarme sanitario: «Fra le patologie, riscontriamo forme di tubercolosi non contagiose e di scabbia, malattia trasmissibile solo a contatto diretto e molto stretto tra persone, peraltro controllabile bene con i farmaci. Quindi, anche in considerazione che sottoponiamo regolarmente a visita i migranti, non c’è alcun pericolo per la salute delle nostre comunità»

Dina Ari, responsabile del servizio Informativo aziendale, ha invece presentato il softwareb “antiviolenza” – uno dei primi esempi in Italia – sviluppato con il supporto del centro antiviolenza “Donna Eleonora” di Oristano, per fornire agli operatori dei diversi enti che compongono la Rete interistituzionale – ASL, Prefettura, Procura, Tribunale, Questura, Comando Provinciale dei Carabinieri, Provincia, Comune di Oristano, Centro antiviolenza, Plus, Ufficio scolastico provinciale, Ordine degli Avvocati, Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia – uno strumento digitale comune su cui lavorare. Il programma non solo raccoglierà dati statisticamente significativi sugli episodi di violenza nel nostro territorio, ma favorirà anche la comunicazione tra i diversi soggetti coinvolti nella loro gestione.  E se da un lato la Asl ha lavorato nel sostegno alle vittime, dall’altro ha lavorato sul fronte della prevenzione: Gianfranco Pitzalis, direttore del Dipartimento di Salute mentale della ASL 5, ha presentato il Centro d’ascolto per uomini maltrattanti, che prende in carico i diversi tipi di violenza di genere: quello di Oristano è uno dei tre centri presenti in Sardegna (oltre a quelli di Cagliari e Olbia), nato un anno fa dalla collaborazione tra Azienda sanitaria e mondo del volontariato, con professionisti adeguatamente formati ed accesso mediato dalla magistratura o dagli operatori ASL.

Infine è stata la volta dei Fenicotteri, la squadra di calcio a cinque del Centro di salute mentale di Oristano, i cui giocatori sono stati selezionati per partecipare ai mondiali di Osaka la scorsa primavera, premiati dalla Commissaria Straordinaria Maria Giovanna Porcu, che ha voluto regalare a ciascuno dei ragazzi una maglia per la squadra.

 

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