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Organico dimezzato: ora a rischio in ospedale c’è la Pneumologia

Da lunedì, comunque, ripartono le prenotazioni per le visite ambulatoriali

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Organico dimezzato: ora a rischio in ospedale c’è la Pneumologia
Da lunedì, comunque, ripartono le prenotazioni per le visite ambulatoriali

Dopo quasi un anno saranno finalmente riaperte da lunedì, 8 marzo, le prenotazioni per le visite ambulatoriali ordinarie della Pneumologia della Assl di Oristano, nei locali del San Martino. Ma se non arriveranno subito altri specialisti, il servizio, considerato un’eccellenza della sanità oristanese,  rischia di subire un drastico ridimensionamento, che si ripercuoterebbe su diverse centinaia di pazienti con patologie broncopolmonari, specie di età avanzata. Pazienti che, anche solo per la prescrizione dell’ossigeno, sarebbero così costretti a rivolgersi a presidi di Cagliari, Sassari o Nuoro, considerata la difficoltà di effettuare una visita pneumologica – né in convenzione né a pagamento – in nessuna delle strutture pubbliche o private della provincia.

Il direttore della Pneumologia della Assl di Oristano, dottor Giuseppe Oppo, andrà in pensione a fine aprile, e da allora resteranno al lavoro solo due specialisti. Troppo pochi per far fronte ai circa 2.000 pazienti che annualmente si rivolgono al servizio.

Fino all’arrivo della pandemia i medici erano addirittura quattro, più il responsabile. Tra loro anche una pneumologa che, con un rapporto di lavoro a convenzione, si occupava delle visite domiciliari fino al suo pensionamento,  che ha determinato la soppressione di questa importante attività.

Andata in pensione anche un’altra specialista, a partire da aprile dell’anno scorso il dimezzamento del personale del servizio non è stato percepito, perché ha coinciso con un sensibile rallentamento dell’attività ambulatoriale per le limitazioni scattate contro la diffusione del virus.

Da allora il presidio non effettua prime visite e continua a garantire gli accessi e gli accertamenti solo per le urgenze.

Da aggiungere che da luglio dello scorso anno hanno subito uno stop anche le broncoscopie, analisi di grande rilevanza per la diagnosi delle più gravi patologie polmonari. Si tratta di un accertamento da completare con l’esame del  campione prelevato che il laboratorio di Oristano può assicurare solo in alcuni casi. Gli esami citologici, in particolare, sono stati affidati in passato a un laboratorio dell’Azienda ospedaliera di Cagliari, che però dalla scorsa estate, per l’eccessivo carico di lavoro, ha deciso di interrompere la collaborazione. E così i pazienti interessati sono costretti a ripetere l’analisi presso l’Azienda ospedaliera di Sassari. Un disagio evitabile, se solo ci fosse una convenzione che consente di mandare i campioni – e non i pazienti – in quella struttura.

Ora la speranza è che i due pneumologi rimasti non vengano trasferiti, come si teme,  e che dalla graduatoria dei 24 idonei dell’ultimo concorso bandito dall’ATS per l’arruolamento di pneumologi almeno due vengano destinati a Oristano, dove ne occorrerebbero  altri tre.

“Se riuscissimo ad arrivare ad almeno cinque pneumologi in servizio”, spiega il direttore Giuseppe Oppo, “potremmo garantire un servizio domiciliare specie ai pazienti residenti nei nostri paesi, ed evitare le difficoltà e i rischi dei loro spostamenti. Senza contare che l’ospedale di Oristano avrebbe necessità, come quello di Nuoro, di un proprio reparto di Pneumologia”.

Un reparto peraltro previsto dalla catalogazione a “Dipartimento di emergenza e assistenza di primo livello” del nosocomio oristanese, e particolarmente utile,  considerata sia la dimensione del  bacino di utenza del nosocomio sia anche il trend della diffusione delle malattie polmonari, in continua crescita.

Venerdì, 5 marzo 2021

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