“In Sardegna dimentichiamo che l’istruzione è l’unica speranza di riscatto”
Cabras, un commento di Marco Sechi sul mancato rientro in classe per gli studenti delle superiori
Marco Sechi, responsabile per Cultura e Istruzione nel circolo del Partito Democratico di Cabras, chiede più attenzione su giovani e scuola. Trent’anni, specializzato in Filosofia teoretica all’Università di Cagliari, Sechi critica duramente la scelta della Regione di bloccare la ripresa delle attività in presenza nelle scuole superiori fino al 1° febbraio. Ecco l’intervento.
“Parlando di caccia e di istruzione, mi è venuta in mente una considerazione di Aristotele. Il sommo filosofo diceva che gli animali hanno sempre un organo del loro corpo utile per forma e funzione a modificare la realtà e asservirla alle loro necessità. Gli uccelli hanno il becco per procacciarsi il cibo nelle intercapedini, i leoni e le tigri hanno zanne e artigli per lacerare la carne.
L’uomo è una delle poche creature viventi che non possiede un organo così specializzato, ma possiede le mani, con cui può costruire utensili per ogni mansione o lavoro e per sopperire quindi a questa mancanza. Con la tecnica, la scienza che permette la costruzione di oggetti, abbiamo creato la pietra levigata, la scrittura, le macchine per le rivoluzioni scientifiche, industriali. Tuttavia, è solo con il supporto della ragione che si può scorgere la forma nella materia: è così che da un rozzo tronco di legno si può immaginare di ricavarci un tavolo, e progettare la sua utilità. Un processo che con le sole mani non sarebbe possibile: infatti l’organo-protesi specializzato che permette all’uomo di orientarsi nella natura non è il becco, non sono gli artigli né le zanne, bensì è la ragione.
Marco Sechi
Questa digressione non è fine a sé stessa, bensì vorrebbe introdurre la considerazione che nel mondo più specializzato e ‘tecnico’ di tutti i tempi stiamo privando i nostri figli dello strumento più utile per la sopravvivenza, la ragione, impedendo il loro rientro a scuola.
L’istruzione non è un vezzo, un passatempo, un lusso, bensì una strategia per esercitare e sviluppare la ragione, per comprendere la complessità tecnica di questo mondo, intervenire nella natura e modificarla, asservirla alle necessità umane. Inoltre, l’istruzione orienta l’individuo nella società e lo connette agli altri individui. La condivisione delle idee consentirà di elaborare strategie comuni per orientarsi nel mondo e consolidare questo connubio tra umanità, scienza e tecnica, natura.
Più individui sapranno operare in questo contesto, più tecniche e soluzioni variegate si avranno a disposizione.
Non occorre immaginare lo scenario per cui le prossime generazioni sentiranno il peso dell’abbandono scolastico, già è evidente nella realtà di tutti i giorni l’effetto dell’analfabetismo funzionale: sarà un caso se alcune delle democrazie occidentali con il più alto tasso percentuale di analfabeti verifichino anche una spiccata propensione all’avversione per la scienza, una percezione distorta della realtà, asservita agli interessi della propaganda politica? Alta avversione per la scienza, alto numero di negazionisti che non hanno remore a girare senza mascherina, diffondendo l’epidemia.
Alla luce di queste considerazioni, mi chiedo come si possa trascurare l’importanza dell’istruzione: la Sardegna conduce la classifica italiana del più alto tasso di abbandono scolastico ed è una delle regioni europee più arretrate negli indici di sviluppo. L’istruzione è forse l’unica speranza di riscatto per una regione con siffatte problematiche. Ogni ritardo, ogni azione che non sia diretta a migliorare e promuovere l’accesso all’istruzione non può che peggiorare la situazione esistente.
Marco Sechi
Lunedì, 11 gennaio 2021
Sono un genitore amareggiato per la scelta della Regione di lasciare i ragazzi ancora a casa. Persone come lei, Marco, ci possono aiutare a far tornare i ragazzi in presenza…. Mio figlio è molto demotivato, solo, arreso…Aiutateci
Chiudono le scuole e si strilla che dovevano restare aperte. Aprono le scuole e si strilla che dovevano essere chiuse per il bene dei genitori e dei nonni etc.
Ogni cosa si faccia è un pretesto per incendiare sterili guerre politiche.
Tutti sappiamo, e nessuno nega, che la scuola sia importante in presenza, la socialità, lo scambio etc etc… il punto è che oggettivamente le scuole contribuiscono all’aumento dei contagi: i ragazzi fuori da scuola – in ingresso e in uscita – si fumano 82 sigarette in gruppo, si abbracciano, si fanno 4 giga di selfie… in classe, con la scusa della merenda, le mascherine vengono abbasate.
Sono un’insegnante e sono d’accordo sulla chiusura delle scuole.
Mi piace la didattica a distanza? No, ma è necessaria, adesso. Il resto sono chiacchiere, luoghi comuni e ideologie.
Adoro gli intellettuali radical chic di oggi: perifrasi infinite su Aristotele per dire che la scuola è importante. Che volpe!
In Sardegna abbiamo la sanità che abbiamo, mi pare evidente che in questo momento sia necessario chiudere. Poi Aristotele e l’organo-protesi razionale lasciamoli dove sono.
Io gli insegnanti che vogliono chiudere le scuole privando dell’insegnamento gli alunni li farei stare a casa non per insegnare a distanza ma senza (STIPENDIO)
Le scuole non chiudono, né tantomeno si sta privando gli alunni dell’insegnamento. Noi insegnanti passiamo 10 ore al giorno davanti al PC per poter continuare a insegnare, per produrre materiale digitale da consegnare ai ragazzi, per trovare mille modi per continuare l’insegnamento. Quindi, Arrabbiato, arrabbiati quanto vuoi, il tuo astio verso gli insegnanti è il tipico di chi voleva arrivarci ma non è riuscito.
Nessun insegnante è felice di lavorare così, visto che i primi a rimetterci siamo gli insegnanti stessi, ma con un minimo di buon senso si arriva a capire che ora come ora non è possibile tornare in classe, per ovvie ragioni. Chi dice il contrario non legge bene i dati sui contagi oppure vuole solo fare “politica”.
Sicuramente non è colpa delle affermazioni intellettuali se la sanità in Sardegna è quella attuale, ci dovremmo chiedere piuttosto perché dobbiamo scegliere tra sanità e didattica visto che sono un diritto? L’una non dovrebbe escludere l’altra, anzi rafforzarla.
Da quale pulpito arriva la predica! Dal salotto buono della politica italiana! Gente che non ha mai lavorato ma predica e si arroga il diritto di dire agli altri come vivere! Tipico della sinistra italiana poi ci si lamenta se i barbari assaltano Capitol Hill!
Tornando alla realtà dei fatti signori miei stiamo fin troppo sopravalutando i giovani che sono quelli dei video dove fanno gli auto scontri con i banchi con le ruote,insultano insegnati e bullizzano i compagni! Insomma Il frutti della società odierna! Io direi che forse sarebbe stato meglio qualche reddito di cittadinanza in meno,meno monopattini,meno bonus vacanze,bonus bicicletta,banchi con le ruote ecc ecc è più risorse agli enti locali e alle Asl. Il resto è aria fritta! La società e le persone che la compongono devono iniziare a rimboccarsi le maniche e a lavorare seriamente in casa e fuori! Meno frasi ad effetto è più concretezza!
Ciao caro Marco Sechi, concordo con te, ma nel mio caso non ho avuto la possibilità di potere studiare, ci sono famiglie che non hanno la possibilità economica.
Giustissimo e più che logico
Commento giusto ma ahimè abbastanza scontato e “uscente” come sempre da un circolo politico.
La stessa politica che non ha ancora fatto nulla per sanità, trasporti e scuola in quasi un anno dall’inizio di questa pandemia.