"Mio nonno morto in ospedale col covid. Tante domande senza risposte" - LinkOristano
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“Mio nonno morto in ospedale col covid. Tante domande senza risposte”

Lettera di una nipote: "La positività comunicata solo cinque ore dopo il decesso"

Lutto

“Mio nonno morto in ospedale col covid. Tante domande senza risposte”
Lettera di una nipote: “La positività comunicata solo cinque ore dopo il decesso”

Ieri sera abbiamo finito di lavorare molto tardi per raccontare della nuova delicata situazione venutasi a creare nell’ospedale San Martino di Oristano, dove si sono registrati diversi contagi da coronavirus. Stamane in redazione abbiamo ricevuto questa lettera. La pubblichiamo.

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Risposte. Quelle che meritiamo, quelle che merita mio nonno Chiccu, che ci ha lasciato ieri, e al quale non possiamo dire addio.

Perché dopo 2 settimane di ricovero nel reparto di medicina dell’Ospedale San Martino di Oristano, e dopo essere risultato negativo a tutti i tamponi, dopo il decesso è risultato positivo.

È quello che hanno comunicato a noi familiari dopo più di 5 ore di attesa nella camera mortuaria.
Quando finalmente pensavamo di poterlo salutare, è arrivata la sentenza: “È un caso Covid, non potete vederlo, tornate a casa”.

Lo hanno comunicato all’addetto dell’agenzia funebre, come stessero parlando del pezzo di un puzzle perso per strada.

Ce lo hanno comunicato, dopo averci chiamato, 5 ore prima, per farci sapere che mio nonno se n’era andato per complicanze di uno scompenso cardiaco e di una polmonite. Ci hanno raccomandato di raggiungere subito l’ospedale, per consegnare i documenti necessari, recuperare i suoi effetti personali (davvero gli oggetti ipoteticamente infetti di un paziente Covid vengono consegnati senza alcuna precauzione all’interno di un semplicissimo sacchetto di plastica?!) e prepararlo per la camera mortuaria e l’ultimo saluto.

Perché fino all’ultimo minuto, mio nonno aveva diritto a un funerale, e noi a salutarlo per l’ultima volta.
Perché fino all’ultimo attimo di vita, mio nonno non era un paziente Covid.
Perché al momento del decesso, mio nonno non era un paziente Covid.
Perché dopo 1, 2, 3, 4, 5 ore dal decesso, mio nonno non era un paziente Covid.

Perché mio nonno è risultato negativo a tutti i tamponi a cui è stato sottoposto quand’era ancora vivo.

Perché mio nonno era lucido fino all’ultimo secondo, e ci telefonava ogni giorno per aggiornarci sulla sua condizione. E mai una volta né lui, né i medici hanno parlato di Covid.

Risposte. Abbiamo il diritto sacrosanto di avere delle risposte.

Perché, se davvero mio nonno è risultato positivo al tampone dopo il decesso, non ci è stato comunicato immediatamente?
Perché, a 24 ore dal decesso, scopriamo che nel reparto di medicina è esploso un vero e proprio focolaio, ma quando abbiamo chiesto spiegazioni non ci è stato detto?
Perché non abbiamo ancora visto alcun certificato che attesti l’esito di questo maledetto tampone positivo?
Perché dirci di prepararlo per la camera mortuaria per poi cambiare idea, improvvisamente, 5 ore dopo, non permettendoci neanche di vederlo?

Troppi dubbi, troppe incongruenze, troppe domande che non trovano risposta. Le stesse domande che continueranno a tormentarci per chissà quanto tempo.
Perché evidentemente, per qualcuno, la vita di un uomo, non vale neanche una spiegazione.

Non potremo riaverlo indietro.
Ma nessun figlio, nessun nipote, nessun familiare merita questi punti interrogativi.
Nessun uomo merita di non ricevere un ultimo saluto.
Nessun uomo buono, gentile e umile: com’era mio nonno.

Tiziana

Giovedì, 3 dicembre 2020

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