Otto ore di attesa in ambulanza per una anziana paziente di Oristano
Situazione critica al pronto soccorso di San Gavino, dopo la chiusura del “San Martino”
Ambulanza
Ha dovuto attendere otto ore dentro l’ambulanza, prima di essere visitata al Pronto soccorso di San Gavino. È l’odissea vissuta da una paziente di Oristano, 89 anni, con la sospetta frattura di un femore.
Il presidio di San Gavino, già in affanno in condizioni normali, sta accusando l’aumento della mole di lavoro a cui gli operatori al suo interno sono costretti da quasi quaranta giorni. Al Pronto soccorso di San Gavino, infatti, vengono portati i pazienti covid negativi della provincia di Oristano, dopo che il Pronto soccorso del “San Martino” è stato chiuso (l’ultima volta il 16 novembre, dopo appena 48 ore di riapertura) a causa della presenza di numerosi malati covid, che non riescono a trovare posto altrove.
Anche la situazione di San Gavino comincia a farsi molto critica: il personale è allo stremo e i volontari del 118 lamentano di non disporre nemmeno di uno spazio per la svestizione e decontaminazione dei dispositivi di protezione riutilizzabili.
Sabato, 28 novembre 2020
È possibile che nessuno interviene su questa situazione? Voglio vedere se ci va sotto qualcuno di loro, vergognoso. Bastaaaaaaasaa
Sì hai ragione, è assurdo. Come si fa a chiudere un pronto soccorso, siamo veramente nella melma più nera
Verissimo, il personale del Pronto soccorso di San Gavino è veramente allo stremo. Parlo per aver vissuto in prima persona l’odissea della chiusura del Pronto soccorso di Oristano e perciò mi sono dovuta recare all’ospedale di San Gavino. Bisognerebbe ringraziare tutto il personale dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale per la loro dedizione e la loro professionalità, sempre col sorriso sulle labbra, sempre a rincuorarti nonostante siano stremati da turni massacranti.
Questo è il risultato della politica di ridimensionamento operato nei confronti della sanità e la miope visione che non ha tenuto conto di eventuali pandemie, per cui i poveri pazienti e tutto il personale sanitario sono costretti a dei disagi inauditi.
Ci chiediamo cosa possiamo ancora fare nei confronti dei muri di gomma, della schiera dei muri di gomma attenti solo a salvaguardare le loro poltrone e a non rompere gli unici equilibri che contano che sono solo opportunismi di bassissima lega che li tengono in vita in questo magma di incompetenti.
Grande stima per impegno e professionalità a tutto personale sanitario dell’ospedale di San Gavino, che nonostante la grave situazione continuano a lavorare con impegno e dedizione, nel silenzio.
Che vergogna per un un’ospedale di un capoluogo di provincia, come siamo caduti in basso!!
Provare per credere. Io all’ospedale di San Gavino non c’ero mai andata, perché abito ad Oristano e tutte le volte che ho avuto bisogno il Pronto soccorso di via Rockfeller era sempre disponibile. Il 7 novembre a causa di una frattura alla gamba ed essendo il PS chiuso siamo partiti, io e mio marito, un po’ preoccupati di dover cambiare ospedale. Ed invece che bella sorpresa, che personale cortese e disponibile sin dal primo momento, dall’accettazione, dove ogni minima cosa con gentilezza mi è stata spiegata, e poi in radiologia, fino all’ortopedia dove mi hanno confezionato l’apparecchio gessato anche qui con grande umanità… Fino alla dimissione, quando mi hanno aiutata a salire in macchina e sistemato la gambona perché potessi affrontare il viaggio di ritorno con comodità.
Cosa volevo dire dopo la mia esperienza a San Gavino? Che come paziente non voglio accontentarmi più, se sto male voglio essere trattata con umanità, ora che ho visto la differenza… E ancora, che tutto il personale
dell’ospedale di Oristano dovrebbe tornare a scuola e imparare come “dovrebbero ” essere trattati i pazienti che quando arrivano in ospedale hanno bisogno di parole buone, di gentilezza, di amore… tutte cose che al San Martino non ho mai visto