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Tra gennaio e marzo cancellate 632 imprese sarde, 359 sono artigiane

La CNA alla Regione: "bisogna approvare subito interventi a sostegno del lavoro autonomo"

Artigianato

Tra gennaio e marzo cancellate 632 imprese sarde, 359 sono artigiane
La CNA alla Regione: “Approvare subito interventi a sostegno del lavoro autonomo”

In Sardegna, tra gennaio e marzo, sono nate 2.457 nuove aziende, ma 3.089 hanno chiuso i battenti. Dalla fine del 2008 sono scomparse 8.947 imprese artigiane, il 20,8% dell’intero comparto: un record in negativo tra tutte le regioni italiane. I dati della CNA Sardegna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa Sardegna) sull’andamento delle imprese artigiane sarde nel primo trimestre 2020 annunciano una tendenza negativa che potrà solo aggraversi con gli effetti prodotti dal coronavirus.

Per questo la CNA chiede alla Regione che si renda subito operativo il pacchetto di misure anticrisi per l’artigianato approvate nel dicembre 2018 e inspiegabilmente “finite su un binario morto”.

“Attendiamo la convocazione del presidente Solinas”, dichiarano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della CNA Sardegna. “È urgente approvare con sollecitudine degli interventi a sostegno del lavoro autonomo, anche attraverso misure a fondo perduto che indennizzino i fermi di attività, se si vuole assicurare la riapertura di migliaia di imprese”.

Ecco i dati del report del CNA Sardegna. Quasi 650 imprese in meno nei primi tre mesi del 2020 di cui 359 artigiane. È il bilancio della nati-mortalità delle imprese sarde tra gennaio e marzo fotografato da Movimprese, la rilevazione condotta sui Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane da Unioncamere-InfoCamere.

I dati, sempre elaborati dalla CNA Sardegna, rivelano un tessuto imprenditoriale che risente delle restrizioni seguite all’emergenza coronavirus ma nell’isola sembra ancora tenere, registrando nei primi tre mesi dell’anno una flessione del tasso di crescita dello 0,36% contro il 0,50 registrato nella penisola. Preoccupa invece la situazione del sistema artigiano che registra invece una flessione maggiore: – 1,03%, contro lo 0,84% del resto d’Italia.

Se il dato italiano registra quasi 30mila imprese in meno nei primi tre mesi dell’anno (contro un calo di 21mila nello stesso trimestre del 2019) anche nell’isola i numeri sono preoccupanti, con un netto calo sia delle iscrizioni che, in misura minore, delle cessazioni. Tra gennaio e marzo sono state registrate in Sardegna 2.457 aperture di nuove aziende a fronte di 3.089 chiusure con un saldo di – 632 imprese. Quanto al settore artigiano, nei primi tre mesi dell’anni si sono registrate 543 nuove iscrizioni e 902 cessazioni per un saldo di -359 imprese.

I dati a livello provinciale

A livello territoriale i segnali negativi, seppur generalizzati, non sono omogenei. La situazione è sempre più preoccupante nella provincia di Oristano che conferma un tessuto artigiano letteralmente falcidiato dalla crisi, registrando una flessione del 2,96% con una assenza totale di iscrizioni di nuove imprese artigiane e 77 cancellazioni. Attualmente, il dato delle iscrizioni nelle provincia di Oristano è condizionato dal fatto che la procedura per le nuove imprese artigiane è bloccata in seguito a un problema tra la Regione e la Camera di commercio di Oristano.

A Cagliari a fronte di 195 iscrizioni hanno cessato l’attività nei primi tre mesi dell’anno 338 imprese artigiane, Nuoro registra nel primo trimestre dell’anno 102 iscrizioni e 175 cessazioni, Sassari infine 246 nuove iscrizioni di imprese artigiane contro 312 cessazioni.

“I dati del primo trimestre sono purtroppo un’anticipazione di quanto accadrà nei prossimi mesi a causa degli effetti prodotti dalla pandemia”, commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu. “Da anni segnaliamo inascoltati il disagio di un comparto che ha visto ridursi di un quinto (9.000 imprese) la propria forza produttiva. Nonostante ciò, l’artigianato rappresenta ancora un quarto delle imprese attive in Sardegna. Ci auguriamo che alla luce di quanto accade oggi in termini così drammatici spinga il governo regionale a dare attuazione al pacchetto di misure anticrisi varate a dicembre 2018 e inspiegabilmente finite in un binario morto”.

“Ci attendiamo inoltre la sollecita convocazione dal presidente Solinas.  I sistemi produttivi non possono attendere oltre”, concludono Piras e Porcu. “È urgente varare le misure di sostegno prima che l’emergenza Covid 19 spazzi via migliaia di aziende. Tra queste urgono interventi a favore del lavoro autonomo, anche attraverso misure a fondo perduto che indennizzino i fermi di attività se si vuole assicurare la riapertura di migliaia di imprese”.

Sabato, 18 aprile 2020

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