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Frogheri espone da MCasa

A Oristano opere pittoriche e le installazioni dell’artista nuorese

Frogheri espone da MCasa
A Oristano opere pittoriche e le installazioni dell’artista nuorese

Domani, venerdì 15 giugno, dalle 19.30, nello spazio espositivo “MCasa”, in via Cagliari 275 a Oristano, si terrà l’inaugurazione della ventiduesima mostra d’arte intitolata “difformeinforme”. Nel quarto evento del 2018 verranno presentate le opere pittoriche e le installazioni dell’artista nuorese Gino Frogheri.

La mostra, curata da MArte sotto la direzione artistica di Flaminia Fanari e presentata da Paolo Sirena, direttore della Fondazione Alghero, sarà visitabile fino al prossimo 4 luglio. La selezione dei lavori esposti offre una panoramica del percorso creativo dell’artista tra astrazione geometrica e informale, attraverso cui dà volto alla visione fluida del contemporaneo.

La locandina

La scheda. “Difformeinforme è la mostra dedicata all’artista nuorese Gino Frogheri, classe 1937. La maturazione del suo linguaggio artistico passa attraverso una tormentata ricerca formale che arriva a superare i vincoli della rappresentazione realista a favore di una sintesi orientata su coordinate astratte e concettuali. Se, da una parte, il contatto con le esperienze artistiche più innovative del Novecento sardo e internazionale offre un’importante occasione di confronto e approfondimento, dall’altra l’orgoglioso temperamento lo porta a elaborare un’originale estetica minimalista in chiave esistenziale.

Le radici culturali delle prime esperienze figurative non vengono recise, anzi rientrano criticamente nell’elaborazione di una nuova “forma” che, rispecchiando il cambiamento culturale della stessa città di Nuoro, si conforma al volto stilizzato della sua più nota scrittrice. La forma, il leitmotiv dell’arte di Frogheri, nasce infatti nel 1971, quando all’artista viene commissionata dall’amministrazione comunale un’opera commemorativa per il centenario della nascita di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926. Nella ripartizione geometrica dell’opera, oggi conservata al Museo MAN, Frogheri riassume visivamente il graduale ricomporsi dell’oralità barbaricina nella forma organica del pensiero letterario. Il volto della Deledda si accende di luce e, infiammando nell’arte, trasfigura in un’entità superiore, autre.

In tutta la produzione successiva, la forma perde la sua prima identità ma acquista quella virtus indefinita che infonde anima alle superfici, giocando dialetticamente sul motivo della presenza o assenza, entrambe di valore positivo. L’assenza della forma non è mai intesa in termini di privazione o negazione perché, lasciando il vuoto del suo confine spaziale per “comprendere” la vitalità dei livelli tematici sottostanti, riafferma il suo significato trascendente e la centralità assoluta del suo valore pregnante.

Per l’artista la forma rappresenta l’aspetto quintessenziale della realtà molteplice, un simbolo universale di umanità legato strettamente all’idea del continuum esistenziale: è l’Infinito. Assieme a lei, Gino Frogheri rimane sospeso nella purezza concettuale dell’arte, ma sempre pronto a calarsi nelle dinamiche contingenti del reale per restituire, di forma in forma, il volto mutevole del sentimento contemporaneo”. (Flaminia Fanari)

Chi è Gino Frogheri. Gino Frogheri inizia la sua attività artistica nel 1953, partecipando a una collettiva nella quale si esprime con disegni di forte impatto visivo.
Espone, tra il ’55 e il ’58, a mostre regionali di arti figurative a Nuoro e a Palermo, nella biennale nazionale di pittura a Nuoro, e nel ’58 a Roma, al Palazzo delle Esposizioni (con una rassegna di opere di artisti sardi). Dal 1965, con il supporto della galleria “Chironi 88” di Nuoro ha la possibilità di conoscere e confrontarsi con esponenti dell’avanguardia artistica italiana e non solo, quali Carmelo Cappello, Gianni Dova, Emilio Scanavino per citarne alcuni.

Nel suo continuo percorso di ricerca grafica e stilistica inventa una particolare forma, ben definita ma di difficile interpretazione, che si evolve negli anni pur nella sua immutabilità. Lo storico e critico dell’arte Salvatore Naitza al riguardo scrive: “Come una forma artistica, cioè un’entità organizzata, fatta di progetto e di materia possa avere una sua vitalità, in senso pressoché biologico, con evoluzioni organiche, con una propria salute o un proprio malessere entrambi evidenti, è cosa del tutto misteriosa, ma non per questo meno constatabile.”

Il Museo dell’Arte della Provincia di Nuoro (MAN) gli dedica la sua prima mostra di apertura con un’antologica che ripercorre tutta la sua carriera artistica. Il catalogo dell’antologica è curato dagli apporti critici di L. A. Fernandez, Luciano Caramel, Giorgio Pellegrini e Mariella Scano Naitza.[5]

Il suo costante lavoro di ricerca e la continua partecipazione a mostre ed eventi personali e collettivi continuano con la 54ª Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Sassari) del 2011, la collettiva al MAN “La costante Resistenziale” del 2015 e la personale al Caffè Tettamanzi di Nuoro del novembre 2016.

Lavora tra il suo studio in città e lo studio nella campagna di Badde Manna, circondato dai suoi inseparabili cani fonnesi.

Giovedì, 14 giugno 2018

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