Altri medici di base andranno via, a Terralba ne resterà solo uno per 10000 abitanti - LinkOristano
Salute e diritti

Altri medici di base andranno via, a Terralba ne resterà solo uno per 10000 abitanti

Ieri assemblea a teatro con il Coordinamento dei Comitati per la sanità pubblica

Incontro Terralba sanità pubblica
Sala piena ieri per l'incontro sulla sanità pubblica a Terralba

Terralba 

Ieri assemblea a teatro con il Coordinamento dei Comitati per la sanità pubblica

Cresce a Terralba la preoccupazione per l’annosa questione della carenza di medici di base: nel giro di pochi mesi in paese ne rimarrà solamente uno, lasciando migliaia di pazienti privi di assistenza primaria. Un’emergenza che ha spinto circa trecento cittadini a incontrarsi ieri  al teatro comunale per far sentire la propria voce e ragionare su una sanità pubblica sempre più in sofferenza in tutta l’Isola.

L’incontro è stato organizzato dal Coordinamento dei comitati sardi per la sanità pubblica e dalla sua sezione oristanese, pronti a portare la situazione sempre più critica all’attenzione dell’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, e della presidente della Regione, Alessandra Todde. “A Terralba la situazione sta diventando sempre più complicata, per questo era indispensabile un incontro con la popolazione e gli amministratori. Alcune persone sopra gli ottant’anni sono arrivate all’incontro addirittura con un’ora d’anticipo, data la preoccupazione”, ha commentato il portavoce del Coordinamento, Alessandro Rosas. “Un medico andrà via a giugno, nei mesi successivi altri due lasceranno i loro ambulatori e nel paese ne rimarrà solamente uno, che oltretutto sta portando a termine la specializzazione e può prendere in carico meno pazienti. Terralba ha quasi 10.000 abitanti, la situazione è critica. Per questo e per gli altri problemi dell’Isola stiamo lavorando a un incontro con la Regione”.

Terralba può contare sull’Ascot, ma non basta: il Coordinamento è quindi pronto portare la situazione del territorio all’attenzione del direttore generale Angelo Maria Serusi. “Gli ambulatori straordinari fanno la loro parte e offrono un prezioso supporto, ma solo una soluzione tampone e non possono sostituirsi ai medici di base”, ha spiegato Rosas. “Nel paese si stanno creando dei problemi anche su quel fronte: i cittadini si recano a prendere il bigliettino per il proprio turno anche alle 3 del mattino, creando dei gruppetti di persone nell’area. E non tutti riescono ad ottenere la visita, specie se non possono mettersi in fila con tanto anticipo”.

Intervento - Incontro sanità pubblica Terralba - Destra Alessandro Rosas
Il referente del gruppo studio Francesco Carta e il portavoce del Coordinamento Alessandro Rosas

“Un altro problema riguarda poi l’ambulatorio per i prelievi, in via Rio Mogoro: prima era possibile prenotare telefonicamente il proprio turno, ora invece ci si deve recare sul posto”, ha aggiunto Rosas. “La decisione è stata presa senza spiegazioni e il risultato è che le persone devono attendere, spesso inutilmente, perché i posti sono comunque limitati. Anche di questa situazione parleremo con il direttore generale della Asl 5”.

L’incontro è stata l’occasione anche per sentire la voce degli amministratori locali, tra i quali alcuni consiglieri e il sindaco di Terralba Sandro Pili, e medici di medicina generale, come l’ex dottoressa del paese Marinella Isoni, andata in pensione dopo 44 anni di servizio. “L’iniziativa è naturalmente servita a cercare delle soluzioni e delle proposte, per questo ha preso la parola anche il dottor Francesco Carta, referente isolano di Medicina Democratica, nonché referente del gruppo studio del Coordinamento, del quale fanno parte medici e volontari delle associazioni regionali”, ha detto Alessandro Rosas. “Tra le proposte, quella della ripetibilità delle ricette e il loro invio alle farmacie: in questo modo si eviterebbe di intasare gli Ascot per la prescrizione di medicinali che vanno presi abitualmente”.

“A Terralba non staremo certamente fermi e le persone sono pronte a scendere in piazza per far valere il proprio diritto all’assistenza di base, come sancito dalla legge 833/78”, ha precisato Rosas. “Come Comitato non scendiamo in piazza per attaccare qualcuno: siamo dei cittadini che vogliono delle soluzioni concrete. Per questo cerchiamo di fare da ponte tra la popolazione il mondo politico, che deve provvedere a risolvere la situazione. In tal senso un augurio va anche alla nuova presidente dell’ANCI Daniela Falconi: il contributo dei sindaci è essenziale, perché sono gli amministratori più vicini alle popolazioni. Auspichiamo presto un incontro anche con l’associazione dei Comuni”.

Anche a Nuoro si è parlato di sanità pubblica. Non solo a Terralba le iniziative del Coordinamento, questa settimana. Giovedì mattina a Nuoro, durante il sit-in davanti alla sede dell’Areus, insieme a SOS Sanità Barbagia – Mandrolisai e ad altre associazioni e movimenti del Nuorese, il gruppo ha denunciato la quasi totale assenza dell’ambulanza medicalizzata a Sorgono.

“Mentre i rappresentanti di SOS Sanità Barbagia Mandorlina, Bachisio Cadau e Gianfranca Salvai, hanno rappresentato i tristi numeri della presenza delle ambulanze medicalizzate – solo il 16,5% dei turni sono coperti da un medico in ambulanza, nel 83,5% dei casi ci sono a bordo infermieri e volontari – in un territorio dove il pronto soccorso non può gestire i codici rossi, l’ufficio stampa di Areus ha risposto che non c’è nessun tentativo di scippare l’ambulanza medicalizzata a Sorgono. Come se fosse rimasto qualcosa da scippare”, ha sottolineato Rosas.

L’iniziativa è stata anche l’occasione per parlare delle insufficienti convenzioni Areus con il Terzo settore per la gestione delle postazioni 118. “L’importo è abbondantemente insufficiente per coprire i costi del personale e i costi operativi di una postazione 118. Si tenga conto ogni turno deve contare su tre operatori, ovvero 9 operatori al giorno per 8 ore. I contratti sono mediamente da 36 ore settimanali e in un mese di 30 giorni vanno coperte 2.160 ore lavorative, questo considerando tre operatori costantemente presenti 24h/24h come previsto dalla convenzione”, ha dichiarato il portavoce. “Prendendo in esame le sostituzioni, le manutenzioni dei presidi e le sanificazioni, appare evidente che l’importo della convenzione è assolutamente insufficiente a reggere il servizio di 118. Si aggiunge, salvo in rari casi, la formazione degli operatori consta in 2/3 giorni di corso, quando invece si dovrebbe provvedere ad offrire agli stessi una formazione più avanzata. Solo la loro passione e la loro buona volontà fa sì che nella maggior parte dei casi intervengano con efficacia”.

“Le convenzioni sono computate considerando che oltre il lavoro dipendente c’è la prestazione dei volontari: tolte tutte le valutazioni legate al buon senso e all’onestà intellettuale, è evidente che la salvezza delle nostre vite non può dipendere dalla buona volontà di qualcuno, né si può realizzare per mano del servizio pubblico un sistema che favorisce sfruttamento del lavoro e potenzialmente clientelismo”, ha precisato Rosas. “Il 20% delle postazioni Areus avanzate assorbono insieme all’elisoccorso circa 45 milioni di euro, il restante 80% delle postazioni – quelle gestite attraverso le convenzioni con il Terzo settore – sono tenute in piedi da circa 23,5 milioni”.

“L’auspicio è che le due iniziative a Terralba e Nuoro siano un chiaro segnale dell’urgenza di confrontarsi”, ha concluso il portavoce del Coordinamento. “Siamo in attesa di essere ricevuti dalla presidente Todde e dall’assessore Bartolazzi, e in questi giorni ci stiamo muovendo per provare ad accelerare i tempi di questo incontro. Condividiamo l’esasperazione e la rabbia della popolazione che è pronta a scendere di nuovo in piazza”.

Sabato, 25 maggio 2024

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