Dagli studenti di Bosa e Ghilarza podcast e video sulla legalità con il progetto "Onda pazza" - LinkOristano
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Dagli studenti di Bosa e Ghilarza podcast e video sulla legalità con il progetto “Onda pazza”

Ieri la presentazione dei lavori a Modena

Onda pazza - evento a Modena
Un momento dell'incontro di ieri a Modena

Oristano

Ieri la presentazione dei lavori a Modena

Con la presentazione dei progetti curati dagli studenti delle sette regioni coinvolte, si è chiuso a Modena il progetto nazionale sulla legalità dal titolo “Onda pazza – il filo della memoria”, che ha visto tra i protagonisti i ragazzi degli istituti superiori “Mariano IV” di Ghilarza e “G.A. Pischedda” di Bosa.

Il progetto, finanziato dal Ministero dell’istruzione e del merito, ha permesso agli studenti di incontrare dei testimoni dell’antimafia, che li hanno coinvolti in laboratori creativi con l’obiettivo di creare materiali informativi da diffondere a livello nazionale.

In Sardegna il bilancio delle produzioni è di due podcast e tre video. I primi sono stati realizzati dagli alunni del “Mariano IV” di Ghilarza e dalle quinte del “Sebastiano Satta” di Macomer: i ragazzi hanno incontrato Alessandro Gallo, presidente dell’associazione Caracò e figlio e nipote di importanti esponenti della camorra, che scelto di combattere la malavita.

Nel corso del laboratorio sono state individuate alcune parole chiave – come mafia, bullismo, omertà, legalità e illegalità – per far riflettere e confrontare i ragazzi su questi temi. La narrazione è stata sviluppata partendo da piccoli episodi che sono capitati in classe, facendo un collegamento tra la vita criminale e quella scolastica.

I ragazzi della classe 5ª E del “Pischedda” di Bosa, delle classi 3ª A, 3ª B e 3ª S del Comprensivo “G. Caria e della 3ª C del “Binna-Dalmasso” di Macomer hanno invece realizzato i tre video, con le voci e i volti degli studenti e delle studentesse, una piccola enciclopedia che raccoglie le parole chiave emerse durante gli incontri. I laboratori creativi sono stati condotti da Matteo Sechi, Giuseppe Sedda e Gian Luca Atzori di ProPositivo.

I lavori sono stati presentati ieri a Modena nella sala dell’ex Oratorio del Palazzo dei Musei. Oltre alla Sardegna sono state coinvolte Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia.

Dopo il benvenuto dei responsabili di due dei diversi soggetti che hanno realizzato il progetto, attraverso i responsabili Alessandro Gallo, Caterina Gambetta (project manager) e Stefano Tè (direttore artistico del Teatro dei Venti), c’è stato l’intervento dei testimoni della legalità, che hanno partecipato all’avvio dei diversi programmi nelle scuole.

Hanno preso la parola Luisa Impastato, nipote di Peppino, assassinato dalla mafia in Sicilia; Arianna Mazzotti, nipote di Cristina, vittima innocente della ‘ndrangheta; Beatrice Federico, moglie di Raffaele Pastore, che nel 1996 venne ucciso dalla camorra dopo la denuncia per racket di due anni prima; Celeste Costantino, che si occupa da sempre di politiche culturali, tematiche di genere, comunicazione e mafie; e lo stesso Alessandro Gallo.

Le realtà coinvolte, oltre Teatro dei Venti e Caracò sono: FNAS – Federazione Nazionale delle Arti in Strada, Stalker Teatro, CRAB Teatro (Piemonte), Teatro Invito, Pandemonium Teatro (Lombardia), Emiliano Valente, Emanuele Di Giacomo, Valentina Virgili (Lazio), ProPositivo (Sardegna), TeatrInGestAzione, Baracca dei Buffoni (Campania), e Genìa Labart (Sicilia).

“Il progetto Onda Pazza ha sensibilizzato le giovani generazioni sui temi della memoria e del contrasto alle mafie, attraverso lo sguardo dei testimoni dell’antimafia. Con questo progetto abbiamo esercitato la memoria delle vittime innocenti di mafia attraverso i linguaggi creativi dei ragazzi e delle ragazze delle trentacinque classi delle sette regioni che hanno partecipato al percorso”, ha concluso Alessandro Gallo.

Mercoledì, 22 maggio 2024

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