Petizione per intitolare una via a Barbara Martinelli, ostetrica a Terralba per 43 anni - LinkOristano
Grandi donne

Petizione per intitolare una via a Barbara Martinelli, ostetrica a Terralba per 43 anni

L'associazione femminile Granate Rosa ha già raccolto centinaia di firme

Barbara Martinelli - Terralba
Barbarina Martinelli nelle foto di famiglia pubblicate anche da "Terralba ieri & oggi"

Terralba 

L’associazione femminile Granate Rosa ha già raccolto centinaia di firme

Ha fatto nascere intere generazioni di bambini e per anni è stata un punto di riferimento per le donne e le famiglie della comunità: l’ostetrica condotta Barbarina Martinelli è un personaggio legato a doppio filo con la storia di Terralba. Tanto che è nei giorni scorsi è stata lanciata una petizione per intitolarle una via o una piazza del paese.

A promuovere l’iniziativa è l’associazione femminile Granate Rosa, con la presidente Rosalba Cocco, la vice Nicoletta Celegato, Ausilia Piras e Giuliana Pinna (c’è anche un unico uomo, Sandro Melis, che collabora come tecnico audio). “Abbiamo lanciato la proposta l’8 di marzo, in occasione della Giornata internazionale della Donnau”, spiega la presidente, “in un incontro dedicato anche alle figure femminili e alle ostetriche di ieri, con l’apporto della docente universitaria Daniela Pisu. Conosciuta a Terralba semplicemente come Barbara, Martinelli è stata l’ostetrica condotta del paese dal 1942 al 1985. Una figura di spicco per tutta la comunità: nel paese venivano in ordine d’importanza il sindaco, il maresciallo, il sacerdote e l’ostetrica. È importante renderle omaggio”.

A Terralba c’è una forte disparità nell’intitolazione delle vie a uomini e donne. “Abbiamo sei vie dedicate a donne, di cui tre a personaggi recenti, come Grazia Deledda, e le altre a sante, come Santa Suina”, ha dichiarato Cocco. “Ben 136 sono invece intitolate a uomini. Questa forte disparità è tra le motivazioni che ci ha spinte a proporre l’iniziativa”.

Granate Rosa - Terralba
Nicoletta Delegato, Rosalba Cocco, Giuliana Pinna e Ausilia Piras dall'associazione Granate Rosa di Terralba - Foto da Facebook

L’idea è stata accolta con grande entusiasmo. “In meno di una settimana stimiamo di essere arrivate a circa 400 firme, ma non è facile per ora avere dei numeri accurati, poiché altre associazioni e comitati ci hanno richiesto dei moduli da tenere nelle sedi e in alcuni negozi”, ha commentato Cocco. “In molti ci hanno detto che aspettavano da molto un segno tangibile per rendere omaggio alla figura di Martinelli: qualcuno non vorrebbe solo una via o una piazza, ma addirittura un monumento”.

L’idea affonda le sue radici in un progetto nato nel 2019. “Come associazione ci occupiamo di ricerche dagli archivi storici per valorizzare le figure femminili”, ha dichiarato Rosalba Cocco. “Cinque anni fa ci siamo occupate di una ricerca sull’abolizione della legge maritale del 1919, proprio in occasione del centenario. Attraverso gli archivi, abbiamo fatto emergere le figure di diverse docenti terralbesi che si sono imposte per la legge. Il nostro lavoro è dunque continuato concentrandoci sulle ostetriche: basti pensare che all’epoca il fotocopiatore non funzionava e abbiamo riempito cinque o sei quaderni di appunti scritti a mano. Queste figure hanno prestato servizio dal 1898 sino alla dismissione della pratica, con il parto in ospedale. A Terralba c’erano due ambiti di condotta – Centro e San Ciriaco – e includevano anche Marrubiu e San Nicolò d’Arcidano”.

“Le nostre ricerche si sono dovute però fermare a causa della pandemia e le abbiamo potute riprendere di recente”, ha continuato Cocco. “Abbiamo rielaborato tutti i documenti e per l’8 marzo abbiamo organizzato un incontro per raccontare le storie di queste donne. Tra le più emblematiche proprio Barbarina Martinelli. Dopo aver contattato i suoi familiari, che ancora vivono a Terralba e hanno approvato l’idea, abbiamo dunque lanciato la petizione”.

La storia di Martinelli è come quella di tante ostetriche condotte, ma con qualche particolarità. “Arrivò in Sardegna su disposizione del regime fascista nel 1939. Nata a Sant’Agostino, in provincia di Ferrara, il 28 marzo del 1918, come tante ragazze aveva potuto frequentare la scuola per ostetriche. Andando controcorrente, all’epoca del trasferimento era già sposata. Il marito Ottavio Santelli l’ha quindi seguita qui per lavoro: il primo incarico a Pula, poi ad Armungia e dunque a Terralba”, ha raccontato Cocco. “La Sardegna dell’epoca era comunque arretrata sulle questioni femminili: arrivata in paese, la signora Barbara non ha incontrato la solidarietà delle donne, che comunque si appoggiavano a levatrici. Era una donna distinta, arrivata dalla penisola, che vestiva alla moda, girava in bici e prendeva il caffè al bar. Le donne erano diffidenti, ma questo non l’ha fermata. Col tempo era diventata un’amica, un’alleata e un punto di riferimento per tutte le donne. Non mancava di bacchettare anche i mariti! Anche quando ha smesso di prestare servizio, ha continuato a fornire consigli utili. C’è chi dice che abbia fatto nascere 7.000 bambini, altri addirittura 10.000: quel che è certo è che ha fatto venire al mondo intere generazioni”.

“Fu lei a far ottenere il primo certificato di congedo per gravidanza a rischio a una lavoratrice di Terralba: nel 1959 la donna, una bidella, era al sesto mese, a rischio d’aborto, ma l’ente non le  permetteva di stare a casa. Anzi, aveva semplicemente assunto un’altra che facesse i suoi compiti fino al parto”, ha commentato Cocco. “Signora Barbara firmò un certificato che prescriveva il congedo, facendolo controfirmare a una dottoressa. Il Comune era dovuto tornare sui suoi passi”.

Ai terralbesi non rimane che aspettare il verdetto del Comune. “Nonostante ci bastassero solamente 50 firme, siamo felici di aver raccolto centinaia di adesioni. Continueremo a raccoglierle fino alla prossima settimana, quando supponiamo di riuscire a portare in Comune tutti i documenti necessari, tra i quali una relazione dettagliata”, ha concluso Cocco. “È bello che la comunità possa avere una voce e sia stata così partecipe. Le figure femminili di un tempo vanno valorizzate e noi come associazione cerchiamo sempre di farlo”.

Per firmare la petizione è possibile contattare l’associazione Granate Rosa, con sede presso Su Magasinu de Akraxiu, in via Roma 140 a Terralba.

Giovedì, 14 marzo 2024

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