Revisione del Pnrr, tagli da 62 milioni per l'Oristanese sui 500 in meno ai comuni sardi - LinkOristano
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Revisione del Pnrr, tagli da 62 milioni per l’Oristanese sui 500 in meno ai comuni sardi

Lai (PD): "Un valore importante per l’economia sarda soprattutto se le risorse non saranno recuperate”

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La Camera dei deputati

Cagliari

Lai (PD): “Un valore importante per l’economia sarda soprattutto se le risorse non saranno recuperate”

Con la revisione del Pnrr (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e i tagli operati dal Governo, la Sardegna vede sparire finanziamenti per 500 milioni di euro destinati ai comuni, su un taglio complessivo nazionale di quasi 16 miliardi. Tagli che rischiano di pesare sul futuro dei comuni sardi, secondo il deputato Pd Silvio Lai, e sui progetti da loro proposti sulla transizione ecologica, su inclusione e coesione, sulla valorizzazione turistica del territorio.

Lai, componente della Commissione bilancio, ha pubblicato 15 pagine di dati, con l’elenco dei progetti che non potranno essere finanziati. “Il quadro dei tagli al Pnrr sulle singole regioni”, ha scritto il deputato del Pd, “dopo i rapporti di Banca d’Italia, della Corte dei conti e del Formez, può esser ricostruito con i dati presenti nel portale OpenCoesione e con quelli forniti dal sistema Anci. Il taglio, come si rileva dalle pagine 25-27 del dossier della Camera dei Deputati, riguarda la riduzione di specifiche misure (M2C2 3.2 e M2C4 3.1) e la cancellazione delle misure M2C2 1.3, M2C3 1.1.1, M2C3 1.2, M2C4 2.1.a, M2C4 2.2, M5C2 2.1, M5C3 2.2.c, M5C3 1.1.1, M5C3 1.2”.

“In Sardegna”, prosegue sempre il deputato Lai, “su quelle misure ricadono tutti i 377 comuni, perché si tratta dei progetti sulla transizione ecologica (misura 2) e sulla inclusione e coesione (misura 5), dagli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni agli interventi per le infrastrutture sociali delle aree interne.”

“Solo per fare qualche esempio, ad Alghero sono tagliati 4 progetti per complessivi 9.700.000 euro, ad Assemini non sono più coperti progetti per oltre 3 milioni di euro, per Cagliari si parla di 62,5 milioni, quasi 10 milioni per Capoterra, 16,5 milioni per Carbonia, 5,6 milioni per Elmas, 5,5 milioni per Iglesias, 2,4 per Lanusei, 21 milioni per Nuoro e 21 per Oristano, 11 milioni per Olbia, 13,5 milioni per Quartu Sant’Elena, quasi 22 milioni per Sassari e quasi 23 per Tempio. Molto forti anche i tagli nei piccoli paesi, dove i progetti tagliati non scendono mai sotto i 300.000 euro e dove vengono coinvolti nel taglio i Piani Urbani Integrati: si parla di progetti di 3-4 milioni euro”.

“La somma totale delle misure arriva 499,5 milioni euro, di cui in provincia di Sassari 129 milioni, altri 152 nella città metropolitana di Cagliari, 89 milioni nel Sud Sardegna, 62 milioni per la provincia di Oristano e quasi 65 milioni per 171 progetti in provincia di Nuoro.  Sembra inoltre, da notizie trapelate, che la maggior parte di queste opere potrebbe essere stata anche già appaltata, e questo creerebbe ulteriori e più gravi problemi alle amministrazioni comunali”.

“Secondo il ministro Fitto queste risorse saranno recuperate con il FSC ma non si sa nulla sulle modalità né sul fatto che esse siano effettivamente aggiuntive e non sostitutive di programmi già presentati dalle Regione sul Fondo di coesione”, scrive Lai. “Esistono poi problematiche oggettive rappresentate dalle autorità indipendenti dal fatto che l’FSC ha una distribuzione che premia il Sud con l’80% delle risorse e ha modalità di rendicontazione differenti”.

“E la cosa più grave è che i Comuni non hanno ricevuto ad oggi alcuna comunicazione sul definanziamento dei progetti, né sulla eventuale sostituzione del finanziamento. Tanto è vero è che in diverse regioni molti comuni stanno chiedendo conferma della presenza del finanziamento al Ministero titolare delle misure e delle sottomisure coinvolte, ovvero chiedendo se sui progetti già comunicati esistano motivi ostativi all’avvio delle gare. E penso che anche i comuni sardi debbano in questa direzione tutelarsi rispetto alle responsabilità ministeriali. Il rischio che si corre nel non far partire i progetti è altrettanto delicato, avendo chiarito la Corte dei conti le responsabilità di possibile danno erariale sui ritardi delle opere del PNRR. D’altro canto non sono state ascoltate le segnalazioni della Banca d’Italia, che ha chiarito che qualora si intendesse rimodulare parte dei fondi sia assegnati (del PNRR) il cambio di destinazione potrebbe innescare un processo amministrativo impegnativo che rischierebbe di rallentare l’implementazione dei progetti interessati”.

“Ciò che preoccupa”, conclude Silvio Lai, “è anche l’inazione della Regione Sardegna, che in questa vicenda si gioca sia il possibile ritardo delle opere sia la possibilità che il taglio di mezzo miliardo finisca a detratto dai finanziamenti europei già acquisiti. Lo si vedrà presto, perché il premier nelle prossime settimane dovrà firmare gli accordi per l’utilizzo dell’FSC con le Regioni e si scoprirà se non conterranno fondi integrativi provenienti dai programmi statali”.

Sabato, 23 settembre 2023

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