Il fuoco e la volpe, in una meravigliosa favola sinfonica sul grande incendio del Montiferru - LinkOristano
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Il fuoco e la volpe, in una meravigliosa favola sinfonica sul grande incendio del Montiferru

Applausi ad Alghero per l'opera tratta dal libro di Monica Pais

Prima rappresentazione in Sardegna per “L’incendio del bosco grande”
L’orchestra della Fondazione Fossano Musica sul palco di Alghero. Foto di Gabriele Calvisi

Alghero

Applausi per l’opera tratta dal libro di Monica Pais

Il tramonto aveva il colore del piombo. Lo stesso in cui trasfigurava, all’orizzonte quieto, Capocaccia. A lato dilagava un luminoso sfarfallio argenteo del mare. L’ora blu aveva vestito di magia la città subito coperta da una notte senza stelle.

Quando i musicisti dell’orchestra della Fondazione Fossano Musica, che per l’intero assolato pomeriggio non si erano risparmiati alle prove, prendono posto sul palco de Lo Quarter, nel cuore di Alghero, la platea gremita da oltre settecento persone, provenienti da tutta la Sardegna, aspettava l’inizio del concerto. L’attesa sapeva di una serata singolare, fatta di musica e arte, di gioia e consapevolezza. Un serata meravigliosa accarezzata da una brezza che veniva dal mare.

L’associazione Effetto Palla con la Fondazione Fossano Musica e con la collaborazione di diversi enti pubblici e privati, ha voluto donare la prima esecuzione in assoluto in Sardegna della favola sinfonica per orchestra e voce recitante dal titolo “L’incendio del bosco grande”. Dopo il grande successo della prima, in assoluto in Italia, avvenuta l’8 luglio scorso a Fossano, in provincia di Cuneo. L’opera musicale è stata composta, su commissione della prestigiosa Fondazione Fossano e su libretto scritto da Monica Pais, da Lorenzo Subrizi.

“L’incendio del bosco grande” è lo stesso titolo del libro, edito da Longanesi nel 2022, che ha scritto Monica Pais, presidentessa dell’associazione Effetto Palla, a seguito dell’immane incendio che ha distrutto decine di migliaia di ettari nel Montiferru, ucciso innumerevoli animali selvatici, di produzione e domestici, nell’estate del 2021. In quei giorni, per ridurre gli effetti nefasti di quell’incendio, si sono impegnate, senza sosta, nella cura di oltre duecento animali selvatici, la clinica veterinaria Duemari e l’associazione Effetto Palla, che ha sensibilizzato l’intero paese, raccolto significativi fondi prontamente utilizzati per l’assistenza alle imprese e agli allevatori del Montiferru e della Planargia.

Il libro di Monica Pais ha saputo raccontare, con il suo tipico stile emozionale e poetico, attraverso lo sguardo e la voce in prima persona della volpe Metà, realmente “morsa alle zampe posteriori dal fuoco”, amorevolmente recuperata dalle cure veterinarie, quella tragedia indicando un barlume di speranza nella cura degli animali, e in un rapporto diverso tra uomo, animali e natura.

Monica Pais si è liberamente ispirata al suo libro, offrendo al compositore Lorenzo Subrizi una sintesi drammaturgica e poetica da musicare.

Il testo di Monica Pais ha avvolto in un denso merletto emotivo, carico di immagini e temi musicali, Lorenzo Subrizi suggerendogli una composizione come “una grande colonna sonora; un progetto moderno, a livello formale e musicale realizzato da un’orchestra prettamente classica”. Nella lettura del testo prova “una vera e propria altalena emotiva che mi ha travolto in prima persona in fase creativa e compositiva”, confessa Lorenzo Subrizi nell’introduzione alle duecento quaranta pagine della partitura orchestrale.

Ha lavorato alacremente per tre mesi alla scrittura musicale attingendo dalla sua formazione classica pensando soprattutto ai suoi amati autori tardo romantici, ai grandi del’900 come Gustav Mahler, Igor’ Stravinskij e Olivier Messiaen assieme agli autori contemporanei di musica cinematografica. Tra questi sicuramente lo statunitense Sir John Towner Williams compositore e direttore d’orchestra autore di molte melodie tra le più celebri di Hollywood; il francese Alexander Desplat vincitore di due premi Oscar; lo statunitense con cittadinanza italiana Michael Giacchino; il britannico John Powell; l’islandese Jòhann Gunnar Jòhannsson.

L’opera composta da Lorenzo Subrizi è pensata per un’orchestra classica con inserimenti strumentali specifici per le colonne sonore. Cosi l’Orchestra della Fondazione Fossano Musica assume un organico minimo di otto violini I e sei violini II, sei viole, quattro violoncelli, due contrabassi, due flauti di cui un ottavino, due clarinetti in Si bemolle, un clarinetto basso, due trombe in Si be molle / Do, due tromboni, un trombone basso, un sax contralto, tre strumentisti alle percussioni, pianoforte, tastiera per effettistica, tastiera con sintetizzatore e un arpa. E naturalmente la voce recitante.

La storia espressa in parole poetiche da Monica Pais e in musica da Lorenzo Subrizi, raccontata in prima persona dalla volpe Metà, è divisa in tre parti: nascita e vita della volpe nella foresta, l’incendio e la ripresa nella clinica. Ogni parte a sua volta contiene delle brevi scene musicali che alternano o accompagnano la voce recitante.

La prima parte contiene sei scene: la foresta, la volpe, la siepe, la famiglia, la caccia, il mio mondo (di Metà). La seconda, quattro: uno strano silenzio, bagliore rossastro, fuga dal fuoco, buio. Ed infine la terza parte: la clinica, gli altri animali, umani e il terzo paradiso.

La musica descrive, in alcune scene in maniera didascalica, i luoghi e gli ambienti in cui si sviluppa la storia e soprattutto segna di emozioni i cambiamenti che vive la volpe Metà partendo dal suo stato di felicità inziale, passando per le ferite drammatiche dell’incendio fino al ritorno ad uno stato di nuova felicità dopo aver ricevuto le cure della clinica veterinaria.

Prima rappresentazione in Sardegna per “L’incendio del bosco grande”
Monica Pais segue lo spettacolo fra il pubblico. Foto di Gabriele Calvisi

Il pubblico ascolta e applaude ripetutamente i saluti e i ringraziamenti dei rappresentati dell’associazione Effetto Palla e della Fondazione Fassano Musica, applaude Monica Pais che ha fortemente voluto la serata e applaude calorosamente per la presenza in platea l’artista Michelangelo Pistoletto. Quando entra il primo violino si ripetono gli applausi, calorosamente è accolta la bravissima attrice Maria Alice Tagliavini, voce recitante della favola sinfonica così come quando fa l’ingresso il brillante compositore e direttore dell’orchestra Lorenzo Subrizi.

Dopo alcune battute introduttive che creano l’attesa è da subito esposto, con il pianoforte, come una delicata timidezza, il bel tema della prima parte tra echi descrittivi del silenzio della foresta, gioiosi riferimenti bucolici, svolazzi che mi rimandano a Olivier Messiaen.

Metà si presenta: “sono nata in una siepe di rovi e salsapariglia e vivo con gli altri animali nel paradiso del mio mondo selvatico”. Segue il meraviglioso tema della volpe che subito entra nel cuore e fa vibrare i sensi. Molte scene non hanno una vera e propria tonalità. Diverse sono articolate con una “armonia trasformativa”, tecnica molto utilizzata nella scrittura di colonne sonore, in molti casi un accordo ha la funzione di accordo principale su cui ruota il brano. Il tema della Volpe stupisce, incanta. Deliziosa è la scena della “Siepe”.

Quando poi Metà parla della “famiglia”, con un tempo staccato lentamente, si è conquistati da un accorato lirismo. Diverte la scena della caccia affidata ai fiati. Emoziona la calma lentezza dell’ultima scena della prima parte che torna al bellissimo tema principale della Volpe. La voce di Maria Alice Tagliavini è lo strumento musicale più espressivo e completo nelle diverse scene, tutte interpretate con passione gestuale mirabile.

Il primo brano della seconda parte, “uno strano silenzio”, è esposto con un tempo “lentamente” e in lontananza si annunciano echi di Messiaen e di Stravinskij. È nella seconda e terza scena “un bagliore rossastro” e “fuga dal fuoco” che cambia improvvisa l’atmosfera virando per il dramma, incombente, il ritmo ossessivo, travolge, incrementa l’attesa, l’ansia, la paura.

Prima rappresentazione in Sardegna per “L’incendio del bosco grande”
Il direttore Lorenzo Subrizi e Maria Alice Tagliavini, voce recitante. Foto di Gabriele Calvisi

E qui Lorenzo Subrizi affronta brillantemente la drammaturgia del testo utilizzando le scale tipiche della musica di Igor’ Stravinskij e di Olivier Messiaen. L’effetto è meraviglioso.

Poi l’improvvisa quiete sublime del quarto brano “Buio” con un movimento, “espressivo”, in Do minore. Mi rimanda, con ampie volute emotive, come un Adagio di Gustav Mahler, alla radice nascosta delle emozioni, muovendole fino alla commozione accresciute dal sussurro di dolcezza dalla voce di Maria Alice Tagliavini.

Nella terza parte, nel primo brano accorato “la Clinica” passano i bagliori delle fiamme e Metà si ritrova nel freddo tavolo della clinica luminosa e satura di odori fortissimi che le pizzicavano il naso. Fuori dalla sua tana Metà osserva il nuovo e strano mondo, soprattutto nella seconda scena della terza parte “gli altri animali”, i gatti, i cani, con un andantino che rinnova la voglia di vivere.

E poi il divertente e sentito terzo brano “umani”, che riprende i diversi temi tra varie tonalità come ripresa variata del tema de “la famiglia”, “la siepe” e “la clinica” che confluiscono verso il finale.

Nel brano “Il terzo paradiso” dilaga una sontuosa e meravigliosa conclusione musicale e testuale “Avevo perso la mia famiglia e la mia casa, ma avevo trovato una nuova famiglia che amavo”. E ancora “Rinascevamo entrambi nel nostro nuovo Paradiso, diverso dalla siepe, diverso dai loro mostri tecnologici. Avevamo capito di essere fatti della stessa matrice che impasta tutti gli esseri viventi. Ed io, ero di nuovo felice”, fino ad arrivare alla chiusura con il soffio di una nota del pianoforte che chiude in un sublime pianissimo fino ad un nuovo inizio fatto di silenzio.

Come se la Favola sinfonica con voce recitante L’incendio del bosco grande sfociasse, senza volerlo, nel Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, che riconfigura il simbolo matematico e filosofico dell’infinito per farne un “grembo generativo della nuova umanità”. Come la nuova felicità della volpe Metà.

Gabriele Calvisi

Sabato 23 settembre 2023

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