Richiesta di archiviazione: nessun colpevole per il grande rogo che devastò il Montiferru e la Planargia - LinkOristano
Cronaca

Richiesta di archiviazione: nessun colpevole per il grande rogo che devastò il Montiferru e la Planargia

Confermato l'orientamento iniziale: fu un fatto accidentale. Ma un avvocato avanza dubbi

Montiferru - incendio - Foto di Christian Sulis
Foto di Christian Sulis

Oristano

Confermato l’orientamento iniziale: fu un fatto accidentale. Ma un avvocato avanza dubbi

La procura della repubblica di Oristano ha formalizzato l’istanza di archiviazione dell’inchiesta sul grande rogo che nel luglio  del 2021 devastò il Montiferru e la Planargia incenerendo quasi 13 mila ettari di terreni, di cui circa 4 mila di boschi.  Non ci fu una mano criminale a innescare l’incendio. Fu, invece, un fatto cosiddetto “accidentale”.

Già la scorsa estate era stata anticipata questa  conclusione, quando ormai accertamenti e indagini disposti dalla Procura della Repubblica di Oristano avevano riempito il fascicolo di relazioni, verbali, materiale fotografico, perizie che gli investigatori hanno prodotto.

L’inchiesta era partita puntando l’attenzione su un altro incendio avvenuto il giorno precedente al grande rogo, venerdì 23 luglio 2021. Le fiamme investirono un’area tra Bonarcado e Santu Lussurgiu. Furono alimentate dal fuoco che avvolse un’auto lungo la strada provinciale. Dopo ore di duro lavoro l’apparato antincendio riuscì a fermare l’incendio.

L’indomani mattina, sabato 24 luglio, ci fu un lavoro di bonifica. L’intervento era stato chiuso così, ma poche ore dopo, complice una giornata torrida con un eccezionale vento caldo che spazzò l’Oristanese, sotto la cenere si riaccesero le fiamme e il fuoco ripartì, raggiungendo i boschi di Santu Lussurgiu, poi quelli di Cuglieri e quindi le colline di Scano Montiferro e le vallate di Sennariolo e Tresnuraghes, fermandosi solo il giorno dopo davanti al mare di Porto Alabe, ma lasciando ancora accesi altri fronti nell’interno.

L’allora procuratore della Repubblica di Oristano Ezio Domenico Basso accreditò già da subito l’ipotesi del fatto accidentale, incaricando Forestale e Carabinieri delle necessarie indagini. E da quella ipotesi di lavoro di fatto non ci si è mossi. L’indagine è conclusa. Nessun atto doloso, nessuna colpa e nessun colpevole. In sostanza fu un  susseguirsi di eventi sfavorevoli a innescare uno dei più gravi incendi degli ultimi decenni in Sardegna e in quelle ore non vi fu alcuna lacuna nell’organizzazione dell’apparato antincendio. Un aspetto questo su cui avanza qualche dubbio l’avvocato Rafaele Cocco. Dalle colonne del quotidiano L’Unione Sarda, intervistato da Patrizia Mocci, l’avvocato Cocco, unico a costituirsi come parte offesa, si sofferma su due aspetti: la manutenzione non proprio puntuale del patrimonio boschivo e l’organizzazione dell’apparato antincendio. «Basti pensare – spiega Cocco all’Unione Sarda –  che quella sera sono giunti solo due Canadair che hanno scaricato l’acqua su Santu Lussurigiu, poi con l’oscurità sono andati via».

L’ultima parola adesso al giudice delle indagini preliminari del tribunale di Oristano. Dovrà decidere se confermare l’archiviazione o chiedere un approfondimento delle indagini.

Mercoledì, 5 aprile 2023

commenta