Un anno dopo il grande incendio nel Montiferru e in Planargia, la rabbia per quelle promesse non mantenute - LinkOristano
Anniversario

Un anno dopo il grande incendio nel Montiferru e in Planargia, la rabbia per quelle promesse non mantenute

Fu il rogo più grave in tutta Italia ricorda Coldiretti che chiede ancora gli aiuti economici alle aziende colpite, mai arrivati

incendio  montiferru 2021

Oristano

Fu il rogo più grave in tutta Italia ricorda Coldiretti che chiede ancora gli aiuti economici alle aziende colpite, mai arrivati

Un anno dopo il grande incendio che ha devastato il Montiferru e la Planargia, la rabbia accompagna il dolore delle popolazioni che vissero quelle drammatiche ore.  La rabbia per le troppe promesse non mantenute. Tanti gli impegni che attendono ancora di essere onorati per consentire il recupero del territorio.

Oggi  due importanti convegni stanno offrendo  elementi di riflessione su quello che è stato e su quello si vorrebbe che fosse.  A Santu Lussurgiu, l’attenzione è rivolta sul bosco e sugli animali che popolano, grazie a un’iniziativa dell’associazione Effetto Palla Odv, guidata dalla  nota veterinaria Monica Pais che si è spesa proprio per il recupero e la cura degli animali feriti dal fuoco.

A Cuglieri, invece,  l’associazione di cittadini nata proprio in seguito al grande rogo – Associazione Montiferru – ha messo insieme esperti, operatori e istituzioni impegnati in panel diversi.

Dal canto suo la Coldiretti che appena un mese fa aveva voluto dedicare un’apposita iniziativa a sostegno del territorio (“Vivi il Montiferru e la Planargia”) ha inteso richiamare ancora una volta l’attenzione sulla gravità di ciò che accade un anno fa. L’incendio che attraversò il Montiferru per raggiungere la Planargia e fermarsi in riva al mare fu il più esteso in tutta Italia.

Un anno disgraziato il 2021, per il Bel Paese che ha registrato il triplo di ettari colpiti da incendio rispetto al 2020, interessando lo 0,5% di tutto il territorio.

Coldiretti Sardegna ha elaborato i dati dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e ricorda che il solo incendio del Montiferru e della Planargia, ha coinvolto 13 Comuni ed ha bruciato il 63% del totale del territorio sardo andato in fumo nel 2021.

La Sardegna nel 2021 si piazza terza nelle triste classifica delle Regioni con aree forestali bruciate, dietro la Sicilia e la Calabria.

Ancora, secondo le elaborazioni di Coldiretti Sardegna sui dati Ispra, l’Isola ed in particolare il Montiferru, nel 2021, ha registrato anche il primato di avere due Comuni tra i primi tre italiani con la superficie più bruciata. Sono Sennariolo, al primo posto con il 94% della superficie comunale (il 65% della quale con boschi, macchia mediterranea e pascoli arborati) e Cuglieri, al terzo posto con il 39% (oltre la metà dei quali boschi).

Una vera e propria devastazione ambientale che richiederà – secondo le stime Coldiretti – 15 anni per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco che hanno causato oltre ai danni all’ambiente anche all’economia, al lavoro e al turismo. Ogni rogo – sottolinea la Coldiretti – costa agli italiani oltre diecimila euro per ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate.

La situazione preoccupante anche in un 2022 che si è già classificato fino ad ora come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr relativi al primo semestre.

A causare gli incendi 6 volte su 10 è l’uomo con i piromani in azione, ma dall’altra incide anche un territorio sempre meno presidiato a causa della chiusura e arretramento delle aziende agricole a causa anche di normative assurde. E questo avviene in una regione come la Sardegna dove oltre il 50 per cento della superficie (oltre 24.000 km2) è vocata a foresta, con circa 1.300.000 ettari su un totale di 2.408.989. Che costituisce l’11% della superficie forestale italiana che, a sua volta, si classifica seconda in Europa con il 38 per cento della superficie (oltre 11 milioni di ettari).

“Gli incendi sono una calamità naturale che oltre ai devastanti danni ambientali colpisce ogni anno tantissime aziende agricole che subiscono perdite e spese ingenti – sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba che ricorda –: le aziende agricole colpite dal terribile incendio dello scorso anno non hanno ancora ricevuto un euro nonostante i denari siano stati stanziati da tempo”.

“Questo corrobora la proposta taglia burocrazia che abbiamo presentato in Regione, in cui sovrapponendo le foto satellitari dei terreni interessati dall’incendio rilevate attraverso il programma Ue Copernicus con quelle degli stessi terreni presenti nei fascicoli aziendali, in una settimana si ha un quadro preciso di ciò che è successo, con dati su ettari interessati, intensità dell’incendio e nome delle aziende interessate consentendo in un mese di indennizzare le aziende realmente danneggiate”.

Inoltre Coldiretti Sardegna ha presento alla Commissione della Camera dei Deputati una proposta in cui chiede “di rivedere e innalzare i limiti di pascolamento nelle superfici forestali che oggi sono molto bassi con sole 3 pecore ad ettaro – ricorda il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Allo stesso abbiamo chiesto che il ministero dell’Agricoltura consenta che le Pratiche locali tradizionali (Plt) abbiamo tara 30 e non 70. Da quando le tare sono aumentate gli animali non hanno più pascolato nelle zone forestali e di conseguenza hanno creato un enorme carico a rischio d’incendio sui boschi, oltre ad incentivare l’abbandono da parte delle aziende agricole di quei territori”.

L’iniziativa di Cuglieri. A Cuglieri Il momento in cui ci si è confrontati più attivamente sul chi deve fare cosa tra le istituzioni regionali e locali si è avuto durante il faccia a faccia tra i sindaci di Cuglieri, Andrea Loche, di Sennariolo, Gianbattista Ledda, di Santu Lussurgiu e Presidente dell’Unione dei Comuni e Vicepresidente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale, Diego Loi, del Consigliere regionale, Alessandro Solinas, componente della Commissione Attività produttive, e dal presidente di tale Commissione Piero Maieli, in collegamento con la sala.

“Nel territorio deve esistere una nuova gerarchia delle istituzioni – ha precisato il primo cittadino di Cuglieri – che coordini al meglio, con mezzi, organizzazione e denari, emergenze di questo tipo. Purtroppo, in questo momento, a tutti i livelli siamo bloccati da procedure burocratiche che sono inaccettabili in momenti di emergenza. E gli enti locali si trovano costretti ad affrontare questi frangenti con i pochi mezzi che hanno a disposizione. Ci vuole un maggiore coordinamento per evitare una discrasia tra ciò che si vuole fare e ciò che realmente si fa. Le risorse sono poche, non possiamo permetterci il minimo spreco se non vogliamo ritrovarci tra un anno a parlare degli stessi problemi”, ha concluso Loche.

Il sindaco di Sennariolo ha osservato: “Non è vero che le istituzioni non hanno collaborato durante questo anno. Qualcuno forse non si è accorto che qui gli oliveti non ci sono più. In questo territorio l’olivicoltura aveva un ruolo, ma oggi la situazione è cambiata drasticamente. Il danno va oltre quello che si era ipotizzato. Proprio questa mattina ero in campagna, il sottosuolo non trattiene più l’acqua come un tempo. E da queste parti l’acqua non arriva più. Ringrazio Monsignor Morfino per la celerità con cui la Chiesa locale si è mobilitata e ha risposto. Sennariolo ha ancora due evacuati perché i soldi per loro non sono stati messi a disposizione. Si continuano ad affrontare le situazioni straordinarie come ordinarie. Se non si modifica la legge forestale e se non si ripopolano le campagne, la situazione non cambierà. Per un anno i nostri territori hanno sopportato, oggi non ce la fanno più. Abbiamo gli uffici comunali in sofferenza e ci chiedono anche di far fronte al Pnrr. Qui non parliamo di hobbisti ma di Partite Iva. Questo è un territorio che vuole ripiantare ciò che aveva. Non abbiamo più le quote per i vigneti ma vogliamo ripiantarli perché siamo consapevoli degli errori del passato. Che cosa rispondono Stato e Regione a questa richiesta?”.

“Dopo dodici mesi, nulla è stato fatto di ciò che era auspicabile. È un’amara considerazione”. Lo ha detto Diego Loi che ha aggiunto: “Il Consiglio regionale ha messo in campo delle risorse ma vi è una certa schizofrenia tra il dire e il fare. Anche oggi ho sentito i rappresentanti di alcune istituzioni proporre piani che non tengono conto di quanto hanno detto le comunità locali. Da un anno abbiamo fatto delle proposte alle quali le istituzioni regionali non hanno dato alcuna risposta. Ho apprezzato la tempestività con cui la Giunta regionale ha dichiarato lo stato di emergenza sin dal 25 luglio 2021, però le risorse sono state sbloccate soltanto sei mesi dopo. La delibera n.17/2022 individua 4 aree pilota, ma il Montiferru non compare, nonostante le tante e belle parole spese nei giorni dei roghi. È un anniversario triste. Le istituzioni più grandi hanno il compito di proteggere i figli più piccoli, in questo caso i territori feriti, ma non mi sembra che stia accadendo”, ha concluso Loi.

Il presidente della Quinta Commissione ha osservato come “certi toni sanno di campagna elettorale, ed è comprensibile. Rispetto però il ruolo che ricoprono i sindaci. In questa legislatura ci siamo ritrovati a che fare con una cronica carenza di personale. Sono un veterinario prima ancora che un politico – ha ricordato Piero Maieli –, dunque conosco il problema dell’abbandono delle campagne, in buona parte dovuto a politiche sbagliate da parte di Unione Europea, Stato e Regione. Allevatori e agricoltori non hanno più gli stimoli per tutelare le loro aziende, significa che certe politiche di ristoro non hanno prodotto i risultati sperati”.

“Respingo certe accuse, qui non si fa campagna elettorale”, ha risposto il consigliere regionale Alessandro Solinas, sempre della Quinta Commissione. “I sindaci del territorio hanno sempre usato toni moderati. Semmai, sarebbe stato auspicabile accelerare i tempi d’intervento per sbloccare le risorse messe a disposizione. Ci sono evidenti lungaggini, alcune fisiologiche, ma vanno superate. Spesso la Regione pensa di superare le emergenze con provvedimenti che poi diventano definitivi, strutturali. È giunto il tempo di dare risposte concrete e immediate a queste comunità”.

Ad aprire i lavori partiti di buona mattina e moderati dalla giornalista Rai, Chiara Zammitti, il sindaco di Cuglieri che ha portato i saluti dell’intera comunità. La parola poi è passata al presidente dell’Associazione Montiferru, Pier Paolo Arca, che ha ricordato come sia necessario avere “un maggiore coordinamento tra le istituzioni e la Protezione civile, ma anche una cura più profonda delle aree boschive e delle campagne. Bisogna inoltre dire a gran voce che, nel corso di questo anno, non è stato fatto niente sotto il profilo della prevenzione. Occorrono punti di raccolta dell’acqua, vasconi dislocati in tutto il territorio, e una profonda pulizia delle strade pubbliche e private, oltre che dei terreni dei privati stessi a cui bisogna pensare con interventi dedicati che possano sostenere questo genere di lavori”.

Ha portato quindi i saluti Monsignor Mauro Maria Morfino, Vescovo della Diocesi Alghero Bosa, vicino alle comunità colpite già dalle prime ore seguenti la tragedia. In rappresentanza delle istituzioni sono quindi intervenuti Giuseppe Rania, vicario del Prefetto di Oristano, e Adriana Cammi, vicaria del Questore di Oristano.

A dare il via al primo tema è stato il componente del comitato scientifico dell’Associazione Montiferru, Gianluigi Bacchetta, botanico dell’Università di Cagliari e direttore dell’Orto botanico del capoluogo sardo. “Stiamo facendo di tutto non solo per sostenere l’oleastro di Sa Tanca Manna, ma anche per favorire il lavoro dell’Associazione Montiferru e per rigenerare l’economia del territorio. Desidero rimarcare la grande collaborazione di altre realtà regionali di volontariato, come Legambiente, Fai, Associazioni Cacciatori, Confagricoltura e tante altre. Si confida anche in un grande intervento da parte della Regione, che ha il compito di coordinamento istituzionale”.

“Una cosa è la solidarietà portata avanti da organizzazioni di categoria, come la nostra, associazioni di volontariato, semplici cittadini che in gruppo o in solitaria si sono mossi per portare aiuti di ogni genere, anche attraverso donazioni economiche. Altra cosa è ciò che spetta fare alle istituzioni nazionali, regionali e locali. A ognuno il suo e nella quota parte di responsabilità e rapporti di forza. Finora gli agricoltori del Montiferru e Planargia non hanno ricevuto gli aiuti assicurati dalla Regione pochi giorni dopo i roghi”. Così il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, che ha aggiunto: “Il dramma, infatti, non si manifesta solo con gli incendi e con le prime conseguenze dei danni che si riescono a individuare. I grandi problemi arrivano dopo con il dissesto idrogeologico, con il dilavamento delle montagne, con l’abbandono delle colture e quindi con la manutenzione dei fondi che viene sempre meno. Ecco che ridare speranza a chi lavora i campi è la prima cosa da fare con l’arrivo dei fondi per il recupero delle campagne, la messa in sicurezza e quindi la rigenerazione del paesaggio”, ha concluso.

Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna, ha parlato della campagna nazionale Mosaico Verde, promossa da AzzeroCO2 e Legambiente, per la forestazione di aree urbane ed extraurbane e la tutela di boschi, che coinvolge aziende ed enti pubblici con l’obiettivo di restituire valore al territorio e contrastare i cambiamenti climatici. Monica Scanu, presidente del FAI Sardegna, ha sottolineato che “la bellezza di questo territorio rimane intatta e meravigliosa, nonostante la profonda ferita. L’associazionismo diventa fondamentale per ripartire. Le scuole svolgono un ruolo molto importante, e noi abbiamo iniziato a collaborare con elementari e medie del territorio per spiegare che cosa è successo e cosa si può fare. In collaborazione con l’Istituto europeo di design di Cagliari stiamo promuovendo un progetto per riciclare i legni bruciati del Montiferru: un’artista di Cuglieri, Antonella Santagat, sta già lavorando nel suo laboratorio”.

Bernabè Moya, esperto botanico di Valencia, ha ricordato con competenza e grande passione che “quello di Sa Tanca Manna è uno degli olivi più grandi e importanti del Mediterraneo. Qualcosa dobbiamo pur aver imparato da questa tragedia, e cioè che queste piante meritano tutta la nostra attenzione. Proprio in questi giorni in Spagna sono andati in fumo 200mila ettari di boschi: come vedete, è un problema comune in tutta l’Europa del Sud. Piante come il Patriarca di Cuglieri sono autentici monumenti, e come tali vanno trattati. Vogliamo gestire la monumentalità. Gli olivi sono come le persone: ognuno di loro ha la sua specificità, i suoi problemi. Si chiama biodiversità”.

Ignazio Camarda, Issla e presidente comitato scientifico Associazione Montiferru, ha detto che “la politica di prevenzione non si fa in termini astratti. Ogni anno le disposizioni regionali vengono aggiornate, ma questo non basta se non c’è la collaborazione delle Amministrazioni comunali, della Protezione civile e soprattutto dei proprietari dei fondi. Questo richiede ovviamente un dispendio di energie e risorse, ma la prevenzione è fondamentale. I cambiamenti climatici? L’aumento delle temperature non significa automaticamente distruzione dei boschi, tuttavia nel periodo estivo ciò comporta un aumento delle possibilità di sviluppo degli incendi e il loro effetto nefasto”.

Per questioni di opportunità, il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha inviato un messaggio, nel quale sottolinea che occorre “tornare a incentivare il ruolo dell’agricoltura e garantire la sana gestione delle aree rurali, mettendo al centro l’agricoltore e il suo ruolo di custode del territorio. La programmazione di interventi di prevenzione, contenimento e gestione del rischio degli eventi calamitosi si rivela quindi fondamentale per la messa in sicurezza delle aree colpite e per riattivare il percorso di reinsediamento, rimboschimento e recupero della produttività agricola. La vostra proposta di recupero (riferita al Montiferru) delle coltivazioni tradizionali quali l’olivo e l’oleastro costituiscono un modello di rinascita agricola per le altre realtà ferite. È questo un esempio di quella transizione sostenibile che vogliamo continuare a perseguire, quale chiave di volta dello sviluppo agricolo, alla base del Pnrr e della nuova Pac. Concludo – ha detto il ministro – rimarcando il ruolo decisivo della solidarietà, del volontariato e dell’associazionismo che forniscono un apporto sostanziale alle comunità locali, garantendo tutto l’impegno possibile nell’opera di prevenzione degli incendi, di gestione dell’emergenza fino alla rinascita dei territori.

Alessandra Stefani, direttore generale Foreste del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha inviato un video per sottolineare la vicinanza del Mipaaf alle comunità locali. “L’incendio che ha colpito un territorio così esteso con una virulenza inconsueta – ha detto – non è di per sé un fenomeno nuovo, né per la Sardegna, né per tutto il bacino del Mediterraneo. Quello che è nuovo è l’intensità con cui si manifesta, e il clima torrido di questa estate non aiuta. Il messaggio di speranza che cogliamo è quello dell’oleastro millenario di Sa Tanca Manna. Impariamo dalla natura per capire come si ricomincia. Sono importanti le risorse regionali e i progetti finanziati dall’Unione Europea, ma senza una comunità coesa che scelga il futuro del proprio territorio, non potrà essere raggiunto alcun risultato duraturo. È importante anche la solidarietà ricevuta da più parti. Piuttosto che puntare sulle attività di spegnimento degli incendi, occorrono una maggiore prevenzione ed educazione ambientale, i ripristini ambientali corretti e coerenti con le biodiversità di quel territorio. Le comunità locali devono essere le vere protagoniste. Vi invito inoltre a immaginare un percorso di vivaismo forestale anche in ambito privato, con l’impiego delle specie più idonee. Spero che il progetto delle Green Community vi aiuti a intercettare interventi e opportunità per rilanciare il territorio: vi invito a presentare dei progetti, che magari coinvolgano il mondo del volontariato e prevedano una nuova tipologia di turismo”.

Di pomeriggio, Anna Maria Baldussi e Gigi Sotgiu hanno proposto la lettura di “Dae su fogu a s’isperu /Dal fuoco alla speranza”, scritto con il contributo delle scuole dell’obbligo del territorio. Il regista Enrico Pau ha presentato il trailer del suo docufilm sugli incendi del 2021. In chiusura, la Santa Messa presieduta da Monsignor Morfino e una visita a sa Tanca Manna.

Sabato, 23 luglio 2022

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