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Solidarietà

Allarme povertà a Oristano: le richieste d’aiuto aumentano ancora e i rifornimenti sono a rischio

“Nessuno è lasciato solo”, assicurano le associazioni di volontariato, sotto pressione tra guerra in Ucraina e crisi economica

Raccolta viveri Caritas diocesana Oristano
Raccolta viveri alla Caritas di Oristano, in una foto di qualche mese fa

Oristano

“Nessuno è lasciato solo”, assicurano le associazioni di volontariato, sotto pressione tra guerra in Ucraina e crisi economica

Ogni giorno si allunga la coda di fronte alle sedi delle associazioni e degli enti religiosi che a Oristano offrono aiuto a chi non riesce a portare qualcosa in tavola, o all’improvviso non può più pagare le bollette. I nuovi poveri aumentano vertiginosamente, anche per gli effetti della guerra in Ucraina, che da un lato ha provocato aumenti dei prezzi (non sempre spiegabili) e dall’altro ha portato anche in Sardegna famiglie di profughi che hanno bisogno di tutto.

Un identikit preoccupante viene tracciato dalle realtà dell’associazionismo presenti in città. Famiglie che prima riuscivano a vivere senza troppe preoccupazioni e che oggi faticano a far quadrare i conti a fine mese: le bollette e l’affitto sono troppo cari e i prezzi di pasta e benzina sono schizzati alle stelle. I soldi a casa iniziano a scarseggiare e l’inflazione – arrivata a sfiorare quest’anno il 7% – non si arresta. Mettere assieme un pasto diventa più difficile.

La crisi non sta facendo sconti a nessuno, nemmeno alle stesse associazioni oristanesi. Se la Caritas diocesana stima che tra qualche mese la disponibilità dei generi di conforto provenienti dall’Unione europea potrebbe ridursi a causa dell’aumento dei prezzi, “NoSprecOr”, il progetto sulla distribuzione di cibo invenduto attivo dallo scorso anno, fa sapere che molti ristoranti e rosticcerie non riescono ad aderire: «Con le restrizioni scattate a causa del Covid, il cibo che ritorna dal catering e dalle mense non può essere distribuito».

In città, il numero delle persone che si rivolgono alle associazioni di volontariato sta diventando sempre più preoccupante: sono oltre 400 le famiglie assistite dalla Caritas diocesana, 200 quelle che si rivolgono all’associazione Casa del Sole, 62 quelle sostenute dal progetto “NoSprecOr”. A queste, se ne aggiungono 25 che ogni mattina si presentano alla Mensa della carità delle Figlie di San Giuseppe, in via Carmine.

«Non si può quantificare il numero esatto delle persone che si avvicinano ogni giorno», dice Giovanna Lai, direttrice della Caritas diocesana. «Non sono solo famiglie oristanesi, provengono anche da diversi paesi della diocesi». L’attesa di chi cerca aiuto spesso può causare imbarazzo, come racconta la direttrice: «Aspettano davanti alla nostra sede, a causa dello spazio limitato. E mentre fanno la fila, sono costretti a subire gli sguardi dei passanti».

Caritas diocesana Oristano
La sede della Caritas diocesana a Oristano

Il pudore delle persone da aiutare è un problema che non riguarda soltanto la Caritas: «La nostra associazione organizza la consegna a domicilio dei viveri a quelle persone che non vogliono venire qui per il timore di essere riconosciute e identificate come poveri», aggiunge Antonio Locci, fondatore di Casa del Sole, dal 2013 impegnata a distribuire generi di conforto. «Sono in aumento anche le famiglie ucraine, arrivate in Sardegna a seguito della guerra e ospitate da familiari», precisa Locci.

Tante le decine di pacchi di beni di prima necessità, preparati da volontari, che vengono consegnati da ciascuna associazione ed ente religioso oristanese. Contengono prodotti a lunga conservazione quali olio, latte, pane e biscotti, ma anche cibi freschi come le verdure, i latticini e il pane. Alla Caritas, la maggior parte dei viveri proviene dai fondi erogati dalla Commissione europea. Vengono consegnati la mattina dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e il pomeriggio ogni giovedì, dalle 15:30 alle 17:30. «Ai più bisognosi diamo contributi per pagare bollette e l’affitto e altre spese sanitarie», fa sapere Giovanna Lai. «Gli aiuti finanziari provengono dalla Cei e dalla Regione Sardegna».

Beni di prima necessità associazione Casa del Sole
Raccolta viveri e prodotti per la casa all'associazione Casa del Sole

La rete di solidarietà cittadina è vasta, sono numerosi i privati che mettono a disposizione delle associazioni cibo invenduto ma di ottima qualità: dai negozi ai produttori locali, fino alle grandi aziende alimentari. «Ogni mattina andiamo a ritirare la merce donata. La selezioniamo e la consegniamo nella nostra sede in via Carlo Meloni dal lunedì al venerdì, a partire dalle 9. Distribuiamo anche vestiti, che ci regalano amici o conoscenti», spiega Antonio Locci. «Durante la giornata, consegniamo i viveri anche per altre associazioni o istituti religiosi impegnati nel contrasto alla povertà», prosegue il fondatore di Casa del Sole.

Tra questi ci sono anche le Figlie di San Giuseppe, coordinate da suor Gabriella. «Durante la giornata, distribuiamo pacchi di cibo a lunga conservazione. Dalle 10 è aperto il servizio mensa, con la distribuzione dei pasti singoli in contenitori riutilizzabili. Fino a mezzogiorno è attivo il servizio docce», spiega la suora.

Mensa Giuseppine
L'ingresso della Mensa della carità delle Figlie di San Giuseppe

Pane, focacce, pizza, dolci, ma anche marmellata, carne, salumi, frutta e verdura: sono 22 gli esercizi oristanesi che aderiscono al progetto NoSprecOr, promosso dalle associazioni Domus Oristano, Cittadinanzattiva, Associazione Volontari pro Carceri, Caritas diocesana, Osvic e Rotary Club. A fine giornata i negozianti consegnano alla sede del progetto, in via Masones, i loro prodotti invenduti, che verranno poi distribuiti dal lunedì al venerdì dalle 10:15 alle 11:15 e dalle 17:30 alle 18:30. «Chi si rivolge a noi proviene anche dai paesi attorno a Oristano», racconta Luisanna Usai dell’associazione Domus. E aggiunge: «Anche se sono pochi i ristoranti che possono partecipare al progetto, riusciamo a compensare questa mancanza con i prodotti freschi».

Per ora, nonostante il conflitto in Ucraina e l’inflazione, le associazioni e gli enti religiosi di Oristano resistono e assicurano a tutti un aiuto. Lo conferma Antonio Locci: «Anche se stanno aumentando i poveri e i prezzi, nessuno è lasciato solo. A ciascuno è garantito un pacco di viveri e la pasta e la farina sono ancora disponibili. Al momento non abbiamo ancora assistito a una diminuzione delle razioni».

Lunedì 20 giugno 2022

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