Dimissioni del Papa, per l'arcivescovo di Oristano stupore e rispetto - LinkOristano

Dimissioni del Papa, per l’arcivescovo di Oristano stupore e rispetto

Monsignor Ignazio Sanna affida alla sua pagina facebook le riflessioni sulle inattese dimissioni di Benedetto XVI

Monsignor Ignazio Sanna e Papa Benedetto XVI

L’arcivescovo di Oristano Ignazio Sanna ha affidato a facebook le sue riflessioni in merito alle dimissioni di papa Benedetto XVI. In un lungo post pubblicato sulla sua pagina monsignor Sanna, oltre a sottolineare  il forte legame tra lui e il Pontefice e lo stupore con il quale ha appreso la notizia, chiede ai fedeli preghiera e rispetto per la sua decisione. Di seguito il testo di monsignor Sanna.

“Emozione, rispetto, preghiera. Sono questi i sentimenti che provo in questo momento. Anzitutto, emozione per un annuncio inaspettato, accolto con iniziale incredulità. Teoricamente era prevedibile, perché in più occasioni il papa aveva precisato che se le forze gli fossero venute meno si sarebbe dimesso. Ma con tutti gli impegni che aveva preso, come l’anno della fede, la GMG a Rio de Janeiro, la beatificazione di Paolo VI, non si poteva prevedere una decisione di portata storica. Personalmente, perdo un papa amico, che mi conosceva e stimava e con il quale ho trascorso anni di felice collaborazione”.

“Il secondo sentimento è un profondo rispetto per una decisione che rivela la grande nobiltà di un uomo di Dio. Papa Benedetto XVI aveva messo la sua vita e la sua straordinaria preparazione teologica ed ecclesiale a servizio della Chiesa universale. Lo ha fatto con passione e dedizione totali. Nel momento in cui si è reso conto di non essere più in grado di svolgere con dignità il ministero di pastore e guida della Chiesa universale ha deciso con coraggio e umiltà di affidare alla Provvidenza il futuro della Chiesa. Queste decisioni appartengono a persone che fanno la storia”.

“Il terzo e più importante sentimento è la preghiera allo Spirito Santo. Fino al 28 febbraio, il papa rimane nel pieno esercizio delle sue funzioni e noi, nella celebrazione eucaristica, continuiamo a pregare per la sua persona. Dalla sera del 28 febbraio continuerà ad essere un grande uomo di Dio che contribuisce a sostenere il cammino della Chiesa con la sua preghiera. Soprattutto in questo momento ha un significato particolarmente profetico il suo testamento spirituale, lasciato in eredità ai seminaristi del Seminario Romano e a tutti noi: “L’albero della Chiesa non è un albero morente, ma l’albero che cresce sempre di nuovo. Quindi, abbiamo motivo di non lasciarci impressionare – come ha detto papa Giovanni – dai profeti di sventura che dicono: la Chiesa è un albero venuto dal grano di senape, cresciuto in due millenni, adesso ha il tempo dietro di sé, adesso è il tempo in cui muore. No. La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Il futuro è nostro… Il futuro è realmente di Dio: questa è la grande certezza della nostra vita, il grande, vero ottimismo che sappiamo. La Chiesa è l’albero di Dio che vive in eterno e porta in sé l’eternità e la vera eredità: la vita eterna”.

Martedì, 12 febbraio 2013

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