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Da Oristano parte la guerra del polpo: pronti a bloccare il porto

Protestano i pescatori delle marinerie locali che contestano i limiti all'uso delle trappole. Sotto accusa anche l'Area marina

Da Oristano parte la guerra del polpo: pronti a bloccare il porto
Protestano i pescatori delle marinerie locali che contestano i limiti all’uso delle trappole. Sotto accusa anche l’Area marina

Foto Silvia Piscedda

Protestano in tanti con un sit-in al porticciolo di Torre Grande i pescatori locali, che lamentano l’impossibilità a svolgere la propria attività in conseguenza della pubblicazione del decreto Manzato (Lega), in materie di trappole di plastica per la cattura dei polpi.

In particolare la nuova normativa abbassa l’utilizzo delle trappole di plastica che si utilizzano per i polpi, da 400 a 250 a imbarcazione, con a bordo 3 operatori. E per i pescatori questo significa lavorare meno.

“L’attuale decreto è estremamente limitante”, spiega il pescatore Silvio Piscedda, “al punto che, a livello economico, non possiamo lavorare”.

Provocatoriamente nelle barche dei pescatori sono affissi i cartelli con scritto “Vendesi peschereccio, a causa dell’impossibilità a continuare a svolgere l’attività di pesca”.

Sotto accusa da parte dei pescatori anche l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Mal di Ventre per la mancata concessione dei permessi di pesca.

“Tutt’ora, al 23 del mese, non abbiamo i permessi per la pesca in Area Marina”, spiega Piscedda. “Siamo 23 giorni senza lavoro”.

Per ora i pescatori delle marinerie oristanesi, si limitano ad appendere i cartelli provocatori sulle barche, ma annunciano la restituzione delle schede elettorali e il blocco totale del Porto di Oristano nel caso in cui non venissero ascoltate le loro ragioni.

Foto Silvia Piscedda

Mercoledì, 23 gennaio 2019

 

 

 

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