Chiude all'ospedale di Bosa il reparto medicina, ma solo fino a luglio - LinkOristano

Chiude all’ospedale di Bosa il reparto medicina, ma solo fino a luglio

Dimessi gli ultimi malati di covid. Tensioni sulla riorganizzazione del Mastino

Ospedale Bosa "A.G. Mastino"

Chiude all’ospedale di Bosa il reparto medicina, ma solo fino a luglio
Dimessi gli ultimi malati di covid. Tensioni sulla riorganizzazione del Mastino

Saranno dimessi a partire dai prossimi giorni i cinque pazienti affetti da Covid ancora ricoverati all’ospedale di Bosa, considerato che sono guariti o non hanno più bisogno di cure ospedaliere. Il reparto che li ospita, il reparto Medicina, resterà però chiuso,  ma solo fino alla fine del mese. È quanto emerso dall’incontro che si è svolto al Mastino di Bosa tra il commissario dell’Ats Massimo Temussi, il direttore del Presidio Ospedaliero Unico Sergio Pili, il primario del Reparto di Medicina Giovanni Maria Mastino,  il consigliere regionale Alfonso Marras e alcuni medici del nosocomio. Nel corso della riunione non sono mancati alcuni momenti di tensione, con il consigliere Marras piuttosto contrariato per la chiusura del reparto ipotizzata da Pili. Rivolgendosi solo a Temussi, Marras ha quindi chiesto la ripartenza dell’attività sanitaria, ridotta per la pandemia, attraverso l’integrazione dell’organico ormai risicato dell’ospedale di Bosa.

La chiusura temporanea del reparto Medicina, secondo quanto riferito al sindaco di Bosa Pierfranco Casula dal commissario  Temussi al termine della riunione, si renderebbe necessaria per consentire ai cinque medici più il primario che vi operano di usufruire delle ferie estive obbligatorie e per sanificare e riorganizzare il reparto in vista della ripresa dei ricoveri già dalla fine del mese, quando si potranno rendere disponibili tutti gli originari 25 posti letto.

Alfonso Marras

Massimo Temussi

Resta invece ancora chiuso il reparto Chirurgia, nonostante, sia il consigliere Marras che il sindaco Pier Franco Casula abbiano chiesto la ripresa dell’attività chirurgica almeno con ricoveri di breve periodo. “Quello di Bosa – ha rimarcato Casula – è un ospedale di sede disagiata e come tale deve poter operare in maniera adeguata in tutte le sue articolazioni, compresi anche i reparti di chirurgia, radiologia, anestesia e laboratorio analisi” .

Da ricordare che i cinque chirurghi in forza al Mastino sono attualmente impegnati nel Pronto Soccorso, reparto che a sua volta ha prestato due dei suoi specialisti al reparto Medicina, e che all’ospedale di Bosa operano solamente due anestesisti.  L’attuale distribuzione del personale medico sembrerebbe quindi confermata anche per il periodo estivo, quando l’attività dell’ospedale è destinata ad aumentare con l’arrivo di numerosi turisti. Temussi ha comunque assicurato  la destinazione  all’ospedale di Bosa di uno o due medici inseriti nella graduatoria di un recente concorso per internisti. Dal commissario dell’Ats è arrivato anche l’annuncio dell’acquisto di una nuova Tac e di un nuovo strumento da impiegare nelle endoscopie.

Pier Franco Casula

Da Marras e Casula sono stati anche ricordati i gravi disagi legati all’assenza di un ambulatorio pediatrico a Bosa e alla difficoltà di accesso alle cure per i bambini autistici e con gravi patologie neurologiche.

“Impossibile imporre l’apertura di un ambulatorio pediatrico a Bosa –  ha spiegato Temussi –  considerato che sarebbero necessari almeno 600 bambini da 0 a 6 anni rispetto ai circa 300 ora residenti.” Si è però concordato sulla possibilità di attivare per almeno qualche giorno un ambulatorio pediatrico in un locale dell’ospedale, in deroga alla normativa attuale. Da Temussi è arrivato anche l’impegno ad affrontare i problemi segnalati più volte dai genitori dei bambini autistici e con patologie neurologiche.

Moderatamente soddisfatto dell’esito dell’incontro il consigliere regionale del Psd’Az Alfonso Marras. “Nonostante le gravi difficoltà che la sanità deve affrontare in questo momento – afferma Marras – abbiamo ottenuto qualche significativo impegno per il riavvio dei servizi sanitari sia ospedalieri che territoriali. Ovviamente vigileremo  sul rispetto dei programmi e sulle risposte che arriveranno alle legittime esigenze e aspettative dei cittadini del nostri territorio”.

“Come sindaco”, commenta Pier Franco Casula, “continuerò a portare avanti e rivendicare la deliberazione fatta all’unanimità dal Consiglio comunale di Bosa che chiede il nostro ospedale continui a essere riconosciuto come ospedale di sede disagiata, con tutti i servizi che naturalmente ciò comporta. Questa è una posizione sulla quale siamo irremovibili”.

Martedì, 8 giugno 2021

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