"Interventi su stagni e lagune nelle zone umide dell'Oristanese" - LinkOristano

“Interventi su stagni e lagune nelle zone umide dell’Oristanese”

I consiglieri regionali Cera e Talanas chiedono alla Giunta un impegno straordinario

Emanuele Cera 1

“Interventi su stagni e lagune nelle zone umide dell’Oristanese”
I consiglieri regionali Cera e Talanas chiedono alla Giunta un impegno straordinario

Forza Italia Sardegna invita la Regione a predisporre interventi urgenti di manutenzione idraulica delle lagune e la messa in sicurezza degli sbarramenti presenti nelle zone umide tra San Vero Milis e l’area lagunare di Terralba e Marceddì. La richiesta arriva da Emanuele Cera e Giuseppe Talanas. I due consiglieri regionali della maggioranza hanno presentato un’interpellanza agli assessori all’Agricoltura Gabriella Murgia, all’Ambiente Gianni Lampis e alla Programmazione Giuseppe Fasolino: chiedono quali interventi urgenti intendano porre in essere per risolvere la delicata problematica inerente il patrimonio immobiliare della Regione oggetto del rinnovo delle concessioni demaniali alle cooperative e ai consorzi di pescatori.

“Le lagune e gli stagni costieri della Sardegna”, spiega Emanuele Cera, “hanno uno elevatissimo valore produttivo e naturalistico e sono tra i più estesi d’Europa. Gli stagni concentrati nell’Oristanese ne rappresentano circa il 47%. Si trovano tra la marina di San Vero Milis e l’area lagunare di Terralba – Marceddì, e si caratterizzano per l’elevata qualità della produzione ittica, dalla cui attività di cattura traggono la principale fonte di reddito. Ma la situazione di questo ingente patrimonio naturale e immobiliare”, continua Cera, “presenta da un lato un potenziale enorme del settore della pesca e acquacoltura, grazie alle attività produttive presenti negli stagni e nelle lagune titolari delle concessioni rinnovate di recente con la Legge Regionale 28 dicembre 2020, n. 35, dall’altro lato una situazione immobiliare che necessita interventi urgenti di manutenzione straordinaria idraulica di tutte le lagune”. Proprio Cera era stato tra i promotori della proroga di quindici anni delle concessioni.

Emanuele Cera

Sono numerosi gli interventi che Cera ritiene non più prorogabili, come “il ripristino della batimetria dei canali di carico e scarico e delle bocche a mare”, per evitare “riduzioni di ossigeno che mettono a rischio gli stessi stock ittici”. Ma non solo. Cera parla anche della messa in sicurezza e del rinforzo strutturale degli sbarramenti e dii lavorieri, paratoie, opere di cattura e altre opere di servizio.

L’ex sindaco di San Nicolò d’Arcidano evidenzia quindi la necessità improcrastinabile di programmare, finanziare e attuare – semplificando le procedute amministrative – tutti gli interventi di natura straordinaria e urgente, affinché il settore della pesca possa beneficiare di un rilancio produttivo.

“Ci troviamo in una situazione paradossale”, ribadiscono Cera e Talanas, “la Regione ha rinnovato la concessione dei propri beni demaniali, che in qualche caso non sono nemmeno accatastati a nome della Regione, sebbene gli stessi siano stati concessi alle cooperative e ai consorzi di pescatori, ma che sono esposti alle negative conseguenze dovute ai periodici eventi alluvionali che si manifestano”.

“Basti pensare agli ingenti danni subiti solamente qualche mese fa nello stagno di S’Ena Arrubia e di Marceddì”, scrive ancora Cera, “dove si sono avuti numerosi danni alle strutture, oltre che alle produzioni e coltivazioni ittiche, per via dell’assenza di una visione più ampia che coinvolge l’intero sistema idraulico del territorio. I concessionari degli stagni hanno l’esclusivo onere delle manutenzioni ordinarie dei beni in concessione, ma è assurdo che questo rischio di impresa gravi su di loro, mentre la Regione che è proprietaria deve occuparsi della manutenzione straordinaria dei beni in concessione, invece si disinteressa totalmente della problematica”.

“È come se cadesse un cornicione a Villa Devoto”, sottolinea il consigliere regionale, “oppure si guastasse l’ascensore in viale Trento, e l’onere della manutenzione straordinaria per il ripristino ricadesse sul personale di vigilanza, delle pulizie oppure sui i dipendenti che lavorano in quegli immobili. È assurdo che il titolare del bene non si occupi dei suoi immobili, la Regione ha dei precisi obblighi e deve rendere funzionali e fruibili gli stagni e le lagune per permettere un’adeguata capacità produttiva, finora compromessa dal progressivo degrado ambientale e dall’indifferenza che oramai da troppi anni mostra”.

“La Regione”, conclude Cera, “individui strumenti adeguati, misure atte a semplificare e velocizzare la progettazione, per finanziare e attuare gli interventi strutturali necessari in questi contesti ambientali, poiché ormai sono divenuti inaccettabili gli attuali procedimenti e le tempistiche attualmente in essere”.

Venerdì, 23 aprile 2021

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