Ghilarza, ma come dovrà funzionare il Punto di Primo Intervento? - LinkOristano

Ghilarza, ma come dovrà funzionare il Punto di Primo Intervento?

Niente codici gialli e rossi con le ambulanze del 118? Medici non specializzati con stipendi da primari? Tanti dubbi

Ospedale Ghilarza occupato ingresso reparto covid

Ghilarza, ma come dovrà funzionare il Punto di Primo Intervento?
Niente codici gialli e rossi con le ambulanze del 118? Medici non specializzati con stipendi da primari?

Mentre prosegue la ricerca dei medici da assumere, fa discutere il modello del Punto di Primo Intervento di Ghilarza, secondo quel che si può ricostruire dall’annuncio di ricerca di personale diffuso il 1° aprile da un’agenzia per conto della società Medical Support Team di Vicenza, che si è aggiudicata la gestione del servizio.

Secondo Raffaele Manca, portavoce del Comitato civico per l’ospedale Delogu, l’avviso rispecchia correttamente le caratteristiche e le funzioni attribuite al presidio. Un servizio di nuova istituzione che, spiega  Manca “dovrà essere esteso agli altri piccoli ospedali di Bosa, La Maddalena, Sorgono, Isili e Muravera, come già  annunciato da Sergio Pili, direttore del dipartimento delle attività ospedaliere dell’Ats”.

“A differenza del Pronto Soccorso”, spiega Manca, “al Punto di Primo Intervento dovranno arrivare autonomamente, anche dal resto della provincia, pazienti con codici bianchi e verdi ma non le ambulanze del 118, da riservare solo ai codici gialli e rossi”.

Raffaele Manca, portavoce del Comitato civico

Nel caso di pazienti con gravità maggiore, secondo Raffaele Manca “i medici del Punto di Primo Intervento ne cureranno la stabilizzazione prima di trasferirli in un’altro ospedale”. “Trasferimento che , sottolinea Manca, non prevede accompagnamento da parte dell’operatore medico del PPI ( a gestione privatistica, purtroppo) ma affidamento diretto al 118 del sistema Areus”.  Ad assicurare l’integrazione tra i medici del Punto di Primo Intervento e gli altri operatori e servizi ospedalieri dovrà essere il direttore sanitario del Delogu. 

Sull’avvio del servizio, previsto per il prossimo mese, e sul suo affidamento alla società veneta, il portavoce del Comitato civico per l’ospedale Delogu esprime quindi un giudizio “cautamente positivo” e  subordinato a due condizioni: “la definizione di tempi certi per l’annunciata apertura dei diversi reparti del Delogu e la spendita dei due milioni di euro disponibili per l’adeguamento della struttura ospedaliera e della zona dei laboratori, ora inagibile, da destinare agli uffici ora ospitati in locali in affitto “.

Di tutt’altro tenore il parere di Salvatore Manca, presidente nazionale della Società Italiana Medicina Emergenza Urgenza, l’associazione scientifica di riferimento per gli operatori impegnati nel settore: “L’organizzazione descritta per il Punto di Primo Intervento di Ghilarza è in contrasto con quanto previsto dalla rete ospedaliera sarda, deliberata in applicazione del Dm 70/2015”.

In particolare “il PPI delle dimensioni di quello di Ghilarza deve essere inserito nella rete dell’emergenza dell’Areus, di cui deve osservare i protocolli, e deve integrarsi con il Dea di riferimento, cioè con l’ospedale di Oristano. Caratteristiche che il nuovo servizio sembra non avere. “

Impossibile poi, secondo Salvatore Manca, che al  PPI non arrivino pazienti trasportati dalle ambulanze: “Le ambulanze del 118 non medicalizzate, affidate alle  associazioni di volontariato, per legge devono accompagnare i malati al presidio di emergenza più vicino”

Salvatore Manca, presidente nazionale SIMEU

Il servizio così come è concepito comporta gravi rischi per gli  utenti, avverte Salvatore Manca: “È da escludere la possibilità di stabilizzare il paziente in condizione di gravità,  perchè il Delogu non dispone di tutta una serie di servizi importanti, come la radiologia, il laboratorio analisi, il reparto medicina e la chirurgia. Da escludere anche che il trasporto di un paziente grave come quello conischemia all’elettrocardiogramma’ si possa eseguire senza il medico e solo con l’accompagnamento dell’infermiere”.

Insomma, dal Simeu arriva una sonora bocciatura al Punto di Primo Intervento di imminente apertura a Ghilarza e alla dotazione del personale medico fornito dalla società privata, non integrato nella struttura organizzativa, impegnato a rotazione e sprovvisto di specializzazione ma, secondo Manca, “retribuito con trattamenti da primario di reparto ospedaliero”.

Da Salvatore Manca piuttosto la richiesta di un serio impegno per l’adeguamento dell’organico del Pronto Soccorso di Oristano, dove attualmente si alternano nei turni notturni solo 4 medici. “Una condizione inaccettabile per un servizio che fa fronte a 28 mila accessi all’anno” .

Martedì, 6 aprile 2021

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