Sanità e lista d'attesa, "la situazione è peggiorata nel 2020" - LinkOristano
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Sanità e lista d’attesa, “la situazione è peggiorata nel 2020”

ACLISalute contro l'inerzia della Regione, dopo le contestazioni dalla Corte dei conti

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Sanità e lista d’attesa, “la situazione è peggiorata nel 2020”
ACLISalute contro l’inerzia della Regione, dopo le contestazioni dalla Corte dei conti

“La denuncia della Corte dei conti sull’inerzia della Regione nel 2019 sulle liste d’attesa si basa su dati oggettivi e viene da un soggetto terzo. È gravissima dal punto di vista di chi, come noi, si dedica alla tutela dei cittadini”. Così da Sassari il presidente di ACLISalute, Salvatore Sanna, e il presidente dell’AssoConfam provinciale, Luciano Turini, commentano la pubblicazione degli esiti dell’indagine sulla gestione delle liste di attesa nel Servizio sanitario regionale per il triennio 2018-2020.

“Si tratta di una denuncia che riguarda il 2019, ma sappiamo già che l’inerzia è proseguita nel 2020 e anche nel 2021, nonostante gli impegni presi dal presidente Solinas sul riequilibrio territoriale delle risorse destinate alla diagnostica clinica e strumentale”, si legge in un documento delle ACLI di Sassari.

“I contratti delle strutture accreditate sono stati bloccati siano al 31 marzo con le cifre inique dello scorso anno, che vedono per i cittadini del Sud Sardegna cifre procapite da 5 a 10 volte superiori a quelle disponibili per il centronord Sardegna. Ma ad un mese dalla scadenza del 31 marzo non ci sono segnali da Regione e ATS, e le prenotazioni per TAC e risonanze sono a mesi di distanza. Questo avviene in un contesto di dimezzamento delle attività dovute al Covid, quindi è presumibile che non appena la campagna di vaccinazione sarà velocizzata la gente riprenderà a curarsi, e le richieste di prestazioni diagnostiche aumenteranno.”

“Nel nostro sportello ACLISalute sono decine i casi che ogni settimana si presentano per segnalare l’impossibilità ad accedere alle prestazioni di diagnostica”, dice ancora Salvatore Sanna, “e che, putroppo, non sono in grado di pagare 200 o 300 euro di prestazioni private, per una Tac, una risonanza o una visita specialistica”.

“Noi chiediamo alla politica del territorio, sindaci e consiglieri regionali, di intervenire e vigilare perché le liste d’attesa sono il segnale che il diritto alla salute è garantito solo per alcuni e non per tutti, e la nostra Costituzione dice che dobbiamo garantirlo a tutti e non per censo o per reddito”, conclude il documento.

Sabato, 27 febbraio 2021

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