“Il San Martino non chiuderà, anche se la carenza di personale è grave”
Parla il presidente della Commissione regionale alla sanità Domenico Gallus
“Non possiamo assolutamente dire che l’ospedale di Oristano rischia di chiudere. Non possiamo quindi farci prendere dallo sconforto e dal pessimismo, ma semmai dobbiamo adoperarci per garantire al più presto un servizio all’altezza delle esigenze dell’utenza”. Risponde così il presidente della Commissione regionale alla sanità, il consigliere regionale oristanese Domenico Gallus, dopo l’allarme lanciato dal sindacato Cimo che ha reso pubblico un dossier sulle gravissime carenze di personale del nosocomio cittadino, tali da far temere per una sua possibile chiusura.
La situazione di grave carenza del personale descritta nel documento del Cimo è simile a quella di tutti gli ospedali sardi, come confermato anche dall’incontro svoltosi stamattina a Nuoro con l’assessore alla sanità per i problemi del San Francesco”, afferma Domenico Gallus. “Una carenza che è frutto della mancata programmazione dei corsi per specializzazioni importanti come la rianimazione e la chirurgia”.
Domenico Gallus
“Ora all’ospedale di Ghilarza si sta sperimentando il ricorso a cooperative di medici disposti a prestare la loro professionalità per consentire l’apertura del Punto di Primo Intervento”, prosegue il consigliere Gallus. “Si tratta di un progetto pilota che può fornire una prima risposta al problema della carenza di organici anche per i reparti maggiormente in sofferenza del San Martino, compreso il Pronto Soccorso. Analogamente a quanto accade in altri ospedali, per esempio, si può prevedere il ricorso a un anestesista che interviene solo per una giornata o per una seduta chirurgica”.
“Quanto al quadro descritto non c’è dubbio che ci siano gravi carenze di medici, ma anche di infermieri e di OO.SS”, conclude Gallus. “Ma il San Martino non chiuderà: è classificato come Dea di primo livello. E’ vero che non ha tutti i servizi richiesti dal Dea, ma ha una cornice, una classificazione che non può essere messa in discussione”.
Lunedì, 22 febbraio 2021
State distrugendo la sanità sarda tu e tutti quelli come te, vergognatevi
Buongiorno, siamo nel 2021, benvenuto tra noi!
“Si sta sperimentando il ricorso a cooperative di medici disposti a prestare la loro professionalità”?
Ma stiamo scherzando? Se tu sei un medico in carico al servizio sanitario nazionale io ti mando dove occorre (così come si fa per le forze armate), se ti rifiuti io ti licenzio e tu come medico vai a fare la libera professione. Se l’obiezione è ma cosi rischiamo di rimanere senza medici, rispondo che apriamo le chiamate ai medici della zona UE.
Puntano a ben altro. Cooperativa di medici che lavorano su chiamata. FANNO PENA
Se si lavora seriamente, per dare il massimo, il team non deve essere occasionale ma stabile
Gallus ci vorrebbe rassicurare con il “mal comune mezzo gaudio”?
L’ospedale San Martino non chiuderà ma potrà operare con professionisti volanti?
Dovete pensare a dare professionalità e stabilità ai reparti, tutto il resto è fumo negli occhi per chi vuol continuare a non vedere.
E il povero Cristo, sempre più, non avrà la possibilità di accedere alla sanità pubblica.
VERGOGNA
Una bella cornice che ormai è quasi vuota.
Il personale fa quel che può ma le carenze sono così gravi che veramente siamo alla frutta!
Il San Martino è sempre stato criticato da tutti o quasi i suoi fruitori quindi il COVID non c’entra nulla.
È proprio mal gestito e male organizzato