Dossier Cimo: “L’ospedale di Oristano rischia la chiusura”
La carenza di personale si aggrava ulteriormente e può bloccare i reparti
C’era una volta ad Oristano l’ospedale San Martino. Potrebbe iniziare così la più brutta favola da raccontare presto a figli e nipoti. Il nosocomio oristanese attraversa un momento talmente critico che potrebbe addirittura arrivare alla chiusura fra pochi mesi.
A lanciare l’allarme è il sindacato Cimo, attraverso un voluminoso dossier, in aggiornamento, messo a punto dal segretario aziendale Giampiero Sulis. Un documento che, nel descrivere lo smantellamento di funzioni chiave del San Martino e la progressiva riduzione di tutti i servizi, causata in ogni reparto dalla inarrestabile fuga di medici e personale sanitario, ne prefigura il drastico ridimensionamento fino appunto alla chiusura. Con evidenti responsabilità dei vertici della sanità, oltre che dei rappresentanti istituzionali.
Ma nella fotografia tracciata nella puntigliosa analisi del Cimo, il primo piano è dedicato ai medici e a tutto il personale sanitario. “Se ancora l’ospedale, nell’indifferenza generale, nel mezzo del ciclone Covid e con organici sempre più ridotti, garantisce gran parte delle cure, è solo ed esclusivamente grazie ai pochi operatori sanitari rimasti. Sono loro che ne hanno evitato finora la paralisi, facendo fronte ogni giorno a carichi di lavoro e responsabilità non richieste, rinunciando spesso a ferie, permessi e straordinari”, afferma Giampiero Sulis.
Ed è dalla loro generosità e con il loro apporto, secondo il sindacato Cimo, che occorre partire per restituire alla provincia l’ospedale nato dall’impegno di tanti illuminati amministratori e che gli oristanesi meritano di avere ancora.
Qui una sintesi delle criticità reparto per reparto, indicate nel documento del Cimo.
Lunedì, 22 febbraio 2021
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