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Nuraghi e Unesco, si impegna anche la Rete delle Professioni tecniche

Firmata un'intesa per la valorizzazione del patrimonio archeologico in Sardegna

Usellus nuraghe

Nuraghi e Unesco, si impegna anche la Rete delle Professioni tecniche
Firmata un’intesa per la valorizzazione del patrimonio archeologico in Sardegna

Anche architetti, ingegneri, dottori Agronomi e forestali, chimici, geometri, periti agrari e periti industriali sosterranno attraverso l’impegno dei propri ordini l’associazione ‘Sardegna verso l’Unesco’ nell’importante compito di valorizzazione del patrimonio nuragico sardo.

L’intesa siglata con la Rete delle Professioni tecniche della Sardegna, che si aggiunge al sostegno espresso dal mondo delle imprese, avvia una collaborazione finalizzata alla divulgazione del valore del nuraghe quale elemento architettonico tipico e distintivo della civiltà dell’Isola. In attesa del 31 marzo, giorno in cui l’Unesco renderà noto l’esito dell’istanza per il riconoscimento dei nuraghi quale patrimonio dell’umanità.

“Ciò che sappiamo oggi sulla cultura nuragica in Sardegna, oltre che al lavoro instancabile degli archeologici, si deve anche agli studi effettuati sulle strutture dei manufatti ad opera di tecnici, studiosi e ricercatori che nel corso degli anni hanno costruito le basi dell’attuale conoscenza e del sapere sui nuraghi”, spiega Patrizia Sini, coordinatrice della Rete e presidente dell’Ordine degli architetti di Oristano. “Sono numerosi gli studi sulle strutture murarie complesse, la valutazione strutturale, il rilievo e i processi di tutela, la sicurezza e l’accessibilità, le relazioni con il territorio pianificato, i modelli di musealizzazione”.

Partendo proprio dal presupposto che le costruzioni nuragiche appartengono alla storia dell’architettura sarda, i professionisti si uniscono ai sostenitori del progetto che punta alla loro valorizzazione e tutela, pronti a dare un contributo concreto allo sviluppo dell’iniziativa.

«Il nuraghe resiste al tempo e all’antropizzazione dei territori grazie a una ben calibrata distribuzione di pesi, senza che vi sia alcuna traccia di materiale legante”, prosegue Sini. “Ma, quasi paradossalmente, diventa esso stesso un elemento di unione, un formidabile collante in grado di compattare verso un unico obiettivo – il riconoscimento dell’Unesco – le anime più disparate della società civile e il mondo della cultura, della scienza, della politica e delle Università, il tessuto economico e il mondo religioso”.

“Un filo conduttore, quello rappresentato dagli oltre 8.000 manufatti sparsi in tutta l’Isola, che tiene vivo il rapporto tra i sardi che risiedono in Sardegna e i sardi nel mondo, che non a caso hanno dato il patrocinio all’iniziativa”, conclude la rappresentante della Rete delle Professioni tecniche.

Venerdì, 12 febbraio 2021

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