In provincia di Oristano un deposito di scorie nucleari? - LinkOristano
Prima categoria

In provincia di Oristano un deposito di scorie nucleari?

Il governo ha pubblicato la mappa dei siti idonei. Prime reazioni negative da Progressisti e Corona de Logu

Nucleare

In provincia di Oristano un deposito di scorie nucleari?
Il governo ha pubblicato la mappa dei siti idonei. Prime reazioni negative da Progressisti e Corona de Logu

Scorie nucleari

Una parte della provincia di Oristano è stata ritenuta idonea a ospitare un deposito di scorie nucleari. Lo si è appreso con la pubblicazione avvenuta nelle scorse ore della mappa elaborata dalla Sogin, la società incaricata di redigere la Carta Nazionale delle Aree Poten​zialmente Idonee.

La proposta è stata validata da ISIN (ex ISPRA), e successivamente dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. La sua pubblicazione, autorizzata con nulla osta ministeriale del 30/12/2020, insieme a quella del Progetto preliminare del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, apre la fase di consultazione pubblica.

In provincia di Oristano sono interessati i comuni di Siapiccia, Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus e Villa Sant’Antonio.

Il primo sito viene individuato nel comune di Siapiccia e ha una estensione di 150 ettari. È identificato con il codice OR-58. Il secondo sito interessa i comuni di Albagiara, Assolo, Mogorella e Usellus, ha una estensione di 339 ettari ed è identificato con il codice OR-60. Interessa, invece, i comuni di Assolo e Villa Sant’Antonio il terso sito, individuato con il codice OR-59. Ha una estensione di 164 ettari. La stessa estensione presenta anche il quarto sito, che interessa i comuni di Albagiara e Usellus e viene identificato con il codice OR-61.

Nella mappa vengono anche indicare le aree esatte che sono considerate idonee ad ospitare un deposito di scorie nucleari. In totale quelle individuate nei sei comuni sono quattro.

Qui la mappa

Clicca per ingrandire

Complessivamente sono 67 le aree candidate in Italia ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Come detto è stata pubblicata nel cuore della notte la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), il documento elaborato dalla Società gestione impianti nucleari (Sogin) che individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico.

In Sardegna sono stati individuati altri dieci siti idonei ad ospitare un deposito di scorie nucleari.

I Comuni interessati sono quelli di Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus.

Scorie nucleari in Sardegna: si leva un coro di no

Tra le prime reazioni alla notizia quella del Gruppo Progressisti in Consiglio regionale: “Il nostro no a qualunque ipotesi veda coinvolta la Sardegna in questa direzione è netto e deciso. Lo abbiamo sempre detto, come cittadini sardi prima e come rappresentanti delle istituzioni poi. Lo ribadiamo anche oggi che arriva l’ufficialità da parte del Governo su 14 zone nell’isola potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale».

«La Sardegna si presenta con caratteristiche ambientali uniche», sottolineano Francesco Agus, Laura Caddeo, Diego Loi, Maria Laura Orrù, Antonio Piu, Gianfranco Satta, Franco Stara e Massimo Zedda, «e il nostro futuro in termini di sviluppo sono l’ambiente e la sua valorizzazione. Sarebbe un controsenso nella regione che paga il costo energetico più alto per imprese e famiglie ospitare depositi di scorie e l’economia turistica e agroalimentare sarebbe indebolita per il danno che nell’immaginario collettivo potrebbe scatenarsi: se il presidente della Regione e la sua Giunta avessero presentato un piano sullo sviluppo in questa direzione, a valere sui fondi europei, oggi saremmo più forti nella richiesta di escludere la Sardegna come deposito di scorie nucleari. Anche perché la carta utilizzata per edulcorare la questione sarà sempre la stessa: incentivi economici e prospettive di benessere. Non è l’idea che abbiamo per la crescita della nostra Isola».

«Le cittadine e i cittadini della Sardegna, dai comuni più grandi ai paesi più piccoli, hanno già espresso in numerose occasioni il proprio rifiuto a qualunque teoria di questo tipo, in una regione che ha pagato e paga il prezzo più alto in Italia in termini di presenza di basi militari e tra i più alti per quanto riguarda zone industriali dismesse e mai bonificate. Lo stesso Consiglio regionale ha già votato nel maggio 2019, partendo da una nostra mozione sottoscritta anche da Pd e Leu, un ordine del giorno unitario che sottolinea ancora una volta il no a questa ipotesi», concludono i Progressisti. «Siamo certi che anche in questa occasione la mobilitazione sarà forte».

“Assoluta contrarietà al progetto dello Stato italiano” anche dalla Corona de Logu, l’assemblea degli amministratori locali indipendentisti sardi: “Niente e nessuno potranno convincere il nostro popolo a sobbarcarsi il peso della custodia dei rifiuti nucleari. Un popolo mai consultato e mai ascoltato sulle questioni che più contano e lo riguardano rigetta senza alcun appello il progetto di Roma. Tocca ai sardi decidere del proprio destino. Basta con l’imposizione di politiche dall’alto! Basta!”

“D’altro canto, dobbiamo dire che questo succede quando un popolo cede ad altri la propria sovranità”, prosegue il documento degli Amministradores. “Cedere tale diritto significa anche scoprire, dalla sera alla mattina, che possono metterti in casa montagne di scorie nucleari. E va evidenziata l’assoluta mancanza di capacità negoziale della Regione Autonoma della Sardegna. La cosiddetta ‘autonomia’ non garantisce ai sardi alcun margine di libertà nelle scelte davvero importanti. Se si aggiunge l’acquiescenza dei governanti regionali ai governi romani si ottiene questo risultato: un’isola supina ai capricci di Roma”.

Il comunicato termina con un appello: “La Corona de Logu invita tutti i sardi a ragionare in una prospettiva diversa, a vedersi protagonisti e artefici del buon vivere nella nostra isola. Il futuro sta in una sola possibilità: la libera e sovrana Repubblica di Sardegna”.

“Non sono bastati più pronunciamenti del Consiglio regionale della Sardegna, interrogazioni e mozioni, approvate sempre all’unanimità, con le quali si diceva NO a qualsiasi importazione in Sardegna di scorie nucleari”. Antonio Solinas, ex consigliere regionale del Partito Democratico, commenta in questo modo la pubblicazione della mappa con i siti idonei a ospitare un deposito nucleare, tra i quali figura anche la provincia di Oristano. La mappa è stata elaborata dalla Sogin, la società incaricata di redigere la Carta Nazionale delle Aree Poten​zialmente Idonee.

“Si sapeva che, visti i criteri di scelta, la nostra isola sarebbe stata a rischio”, continua Solinas. “Infatti la bassa densità di popolazione, secondo gli esperti, rende meno pericolosi questo tipo di rifiuto. Individuare territori ad alto rischio, non di spopolamento, ma di estinzione, significa accelerarne il processo”.

“Aver individuato la Marmilla significa avere individuato la Sardegna e tutti dobbiamo contrastare questa scelta”, continua l’ex consigliere regionale. “A partire dal Consiglio regionale, dal presidente della Giunta regionale e dai suoi assessori, da tutti i sindaci della Sardegna e da tutti i cittadini sardi”.

“Qui non di tratta di solidarietà verso altri territori, esistono forme meno costose, meno impattanti e meno pericolose che trasportare in un’isola come la Sardegna rifiuti pericolosi, conclude Antonio Solinas. “Ognuno si tenga a casa sua quello che ha prodotto”.

Martedì, 5 gennaio 2021

commenta