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Lavoro in Sardegna, qualche segnale positivo nel terzo trimestre 2020

Ma i numeri del 2019 sono ancora lontani. Giovani e donne più colpiti dalle mancate assunzioni

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Lavoro in Sardegna, qualche segnale positivo nel terzo trimestre 2020
Ma i numeri del 2019 sono ancora lontani. Giovani e donne più colpiti dalle mancate assunzioni

Un’estate ancora in negativo, anche se con qualche segnale di miglioramento: gli effetti della pandemia pesano sul mercato del lavoro in Sardegna, nonostante la timida ripresa registrata fra luglio e settembre. Lo dice il rapporto sul terzo trimestre 2020 elaborato dall’Osservatorio dell’Aspal, l’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro.

I dati segnalano un rallentamento significativo della decrescita ma si rimane ancora lontani da livelli registrati nello stesso trimestre del 2019. Gli inattivi sono cresciuti del 6% (la variazione era stata del 15% nel secondo trimestre, durante il lockdown); la forza lavoro ha perso il 6% (contro il 10% del trimestre precedente). In calo (del 7%) gli occupati, dopo il 6% del secondo trimestre; cresce del 2% il numero dei disoccupati – cioè le persone che vorrebbero un lavoro e lo cercano – dopo la drammatica riduzione (-35%) dei mesi primaverili, causata dalla rassegnazione nella fase più difficile dell’emergenza.

“Il mercato del lavoro ha avuto un arretramento drammatico nel secondo trimestre, mentre nel terzo assistiamo a una inversione di tendenza che ci fa ben sperare per il futuro”, commenta il commissario straordinario dell’Aspal, Aldo Cadau. “Certo, le incognite sono tante, dobbiamo evitare di farci cogliere impreparati. L’Aspal farà la propria parte per superare l’emergenza, accanto alla Regione e all’Assessorato del Lavoro. Stiamo investendo molto per conoscere e capire un mercato del lavoro che la crisi sta cambiando profondamente. Vogliamo trasformare l’Aspal e i suoi centri per l’impiego in amministrazioni davvero digitali, e migliorare la capacità di fare incontrare realmente cittadini e imprese attraverso un rinnovamento della nostra borsa lavoro, con la creazione di canali migliori di comunicazione e di scambio.”

Il rapporto trimestrale conferma che alcune categorie sono più colpite di altre e alcuni settori soffrono maggiormente. I gap sia di genere che generazionali già presenti si allargano ancora: le donne più degli uomini sono colpite dalla crisi, così come lo sono i giovani rispetto ai più anziani. Le mancate assunzioni dei giovani (15-24 anni) nei primi 11 mesi del 2020 rispetto agli stessi mesi del 2019 sono in percentuale tripla rispetto alle mancate assunzioni della classe d’età over 64 (-28% contro -9%).

Il rapporto dell’Osservatorio indica poi i settori che sono stati penalizzati maggiormente: sono quelli legati a servizi che necessitano della presenza fisica del cliente/utente (ad esempio il turismo, i servizi alla persona e gli spettacoli). L’alto peso di questa tipologia di servizi spiega perché il mercato del lavoro della Sardegna sia stato colpito in modo più pesante rispetto ad altre regioni d’Italia.

I territori a forte vocazione turistica, quali quelli l’area nord-orientale della Sardegna, risentono ovviamente in modo più duro a causa del grande peso che il turismo riveste in queste economie. Molto colpiti anche i cosiddetti hub di servizi, ovvero i grandi agglomerati urbani che ospitano le attività culturali, il commercio e le scuole (tutti settori che hanno subiti pesanti contraccolpi a causa della crisi).

Lunedì, 21 dicembre 2020

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