Le "lorighittas" di Morgongiori nell'Arca del gusto di Slow Food - LinkOristano
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Le “lorighittas” di Morgongiori nell’Arca del gusto di Slow Food

Alla scoperta degli antichi sapori del Monte Arci

Morgongiori Lorighittas 2

Le “lorighittas” di Morgongiori nell’Arca del gusto di Slow Food
Alla scoperta degli antichi sapori del Monte Arci 

Le lorighittas, la tradizionale pasta di Morgongiori

La fondazione Slow Food le ha inserite nell’Arca del gusto, che riunisce le principali testimonianze agroalimentari da tutelare per la loro storia e genuinità. Le lorighittas, sono un particolare pasta dal formato speciale, intrecciata a mano, unica nel suo genere e la cui lavorazione è territorialmente limitata al solo comune di Morgongiori.

Dall’origine antica, quella delle lorighittas è un’arte che si tramanda di generazione in generazione, ed è considerata una delle perle della tradizione gastronomica sarda. Ogni singola lorighitta è una specie di “spaghetto” lavorato la cui forma, però, è simile a quella di un orecchino, da cui prende il nome. La peculiarità nella lavorazione di questa pasta fresca è l’essenza stessa delle lorighittas: ogni anello è  realizzato a mano senza alcun tipo di attrezzatura ma solo con tanta pazienza, dedizione e meticolosità.

Gli ingredienti utilizzati sono tre: semola di grano duro di media grandezza, sale e acqua,  lavorati in una ciotola di terracotta, in sardo scivedda. Una volta amalgamato l’impasto e disposto su un tavolo di legno,  viene poi porzionato per la creazione dello “spaghetto” di pasta che darà vita alla lorighitta. Il “filo” di pasta viene avvolto per due volte intorno alle dita: indice, anulare e medio, l’estremità si spezza e si comprime in due fili intrecciati tra l’indice e il pollice della stessa mano; i due fili si attorcigliano e si ottiene così la tipica forma di un anello allungato.

Le lorighittas vengono poi disposte in un cestino, in sardo su caisteddu, e vengono lasciate ad asciugare dai tre giorni all’intera settimana, a seconda della stagione.  In cucina, dopo la cottura, possono esser condite o con sugo di pomodoro – semplice o con pomodori stagionati – o in abbinamento con brasato di carne.

Attualmente a Morgongiori sono quattro i principali laboratori di lorighittas: Il grano d’oro di Massa Luigi, la cooperativa Sant’Isidoro di Pala Matilda Vittorina; il panifico F.ll Scano e, infine, il laboratorio “Sa lorighitta longa” di Karina Trailescu.

Tra racconti popolari e leggende. La tradizione delle lorighittas è legata alla festa di Ognissanti, il 1° novembre. Le donne di Morgongiori si radunavano nelle cucine, nei giorni precedenti, e trascorrevano il tempo insieme, impastando farina di semola e acqua e intrecciando la pasta su tavoli di legno. Le lorighittas venivano poi disposte su canestri di vimini, con un ordine che ricordava i centrini di pizzo, e lasciate lì ad asciugare. Nel mentre, si procedeva con la preparazione della salsa, un sugo di pomodoro arricchito con carne di galletto ruspante, a volte sostituito con carne di maiale o di cinghiale.

C’è poi una curiosa leggenda, sempre legata alle lorighittas e che i genitori erano soliti raccontare ai figli prima che questi la mangiassero. In realtà, era un modo per evitare che i bambini mangiassero troppa pasta. Si raccontava loro che una strega, dal nome “Maria pungi pungi”, avrebbe fatto visita nella notte ai bambini pungendo gli addomi di quelli che avevano mangiato troppe lorighittas. Una leggenda che spiega però come sia importante, per la stessa cultura di Morgongiori, una tradizione culinaria come quella delle lorighittas e che ha portato l’amministrazione comunale a promuovere questa tradizione istituendo la Sagra delle Lorighittas, una manifestazione che si tiene solitamente la prima domenica di agosto.

La degustazione delle lorighittas, a Morgongiori solitamente si accompagna a una rassegna folk e ai balli tradizionali in piazza. In occasione dell’ultima edizione della sagra (2019) si è aggiunta poi anche un’altra iniziativa: “Is pratzas serradas”, ovvero i cortili chiusi. Un progetto culturale di recupero della memoria storica che parte dal Muvat – il Museo dedicato all’arte tessile vivente di Morgongiori, e attraversa tutta la zona medioevale del paese, riportando alla luce documenti e foto d’archivio ma anche allestimenti e visite guidate gratuite nelle case storiche. In occasione della manifestazione gli ospiti  sono stati accompagnati in un percorso itinerante volto alla scoperta dei personaggi di Morgongiori, delle arti e dei mestieri di una volta, fino ad esser coinvolti in prima persona nei laboratori di lorighittas a Casa Contu Gravellu.

Arazzi e tappeti in una sala del Muvat

Le lorighittas si inseriscono in una preziosa realtà dell’artigianato locale di Morgongiori, dove l’altro fiore all’occhiello sono poi i prodotti tessili realizzati secondo le antiche tecniche di tessitura. Il  paese è considerato uno dei principali centri isolani di produzione di tessuti pregiati: dagli elementi floreali, a quelli geometrici fino ad immagini stilizzate di uccelli, animali o uomini e donne intenti in particolari attività, i tessuti locali  sono molto ricercati. Tappeti, arazzi e altri pezzi di pregio, quali i telai tradizionali, sono oggi conservati nel MuvatMuseo Vivente dell’arte tessile. Situato nei locali del vecchio municipio, nel cuore del centro storico del paese, il museo custodisce un vasto patrimonio di arazzi, tappeti, bisacce e tendaggi di pregevole fattura, alcuni risalenti anche al ‘700.

Dieci le sale dove poter ammirare questi prodotti tessili, tra cui alcuni vecchi telai, ancora funzionati. Al Muvat si aggiunge ora, dopo vent’anni di attività del museo, un nuovo progetto innovativo e multimediale, il Muvat 2.0: nuove installazioni daranno vita a un percorso che si attiverà automaticamente grazie alla presenza di sensori di movimento e ad una speciale pedana, consentendo così una visita esperienziale adatta a tutte le età.

All’arte tessile e alle lorighittas, simboli chiave dell’identità del paese di Morgongiori, è stato dedicato un murale realizzato dall’artista Walter Piras. L’opera, che colora la piazza Mercato ed è stata inaugurata dal sindaco Renzo Ibba in occasione della XXII Sagra delle Lorighittas, unisce due arti manuali accomunate da uno stesso elemento, “un filo”. Quel filo che caratterizza il lavoro al telaio e le lorighittas.

Murales di Walter Piras

Renzo Ibba, sindaco di Morgongiori

Monte Arci, tra natura e percorsi enogastronomici. Non si può parlare del territorio di Morgongiori senza fare riferimento al Monte Arci: ricco di boschi di querce secolari, lecci, lentischi, profumate erbe aromatiche e sorgenti d’acqua purissima. Un immenso patrimonio naturale che si vuol tutelare e valorizzare col Parco Naturale Regionale del Monte Arci all’interno del quale è presente una rete di percorsi escursionistici davvero suggestivi.

Alla valorizzazione e alla tutela punta anche il Parco Geominerario della Sardegna, all’interno del quale Morgongiori è stato inserito, grazie ala presenza nel suo territorio dell’ossidiana il prezioso “oro nero” dell’antichità, cui si legano diverse testimonianze archeologiche.

Un insieme di referenze che ha portato l’Unesco a definire il Monte Arci Patrimonio d’interesse Internazionale e che fatto nascere, d’intesa tra i comuni della zona, un intervento di sviluppo economico del territorio “Vivere il Monte Arci”, per una maggiore fruibilità, sopratutto in chiave turistica.

Un sentiero del Monte Arci

Dove dormire e mangiare

Sabato, 12 dicembre 2020

Si ringrazia per la collaborazione il sindaco di Morgongiori, Renzo Ibba, e Enedina Posulo, istruttore amministrativo/socio culturale e addetta dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Morgongiori

(Questa pagina è realizzata in collaborazione con l’Assessorato al turismo della Regione Sardegna)

 

 

 

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