Non ci sono più letti: rivoluzione in ospedale per fare spazio ai malati covid - LinkOristano
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Non ci sono più letti: rivoluzione in ospedale per fare spazio ai malati covid

Parte il piano di riorganizzazione che coinvolge anche Ghilarza e Bosa

Ospedale di Oristano rivoluzionato per fare spazio ai malati covid
Parte il piano di riorganizzazione che coinvolge anche Ghilarza e Bosa

Anche l’ultimo degli otto posti letto riservati ai malati covid e disponibili nei locali riadattati  all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale di Oristano è stato occupato e ora  al San Martino si lavora per aprire quanto prima il nuovo e annunciato reparto.

La direttrice dell’Assl Valentina Marras ha  disposto la immediata attivazione di  12 posti letto, al primo piano del San Martino, negli stessi locali che ospitavano il reparto cosiddetto “covid grigio” nella prima parte della pandemia.  Prevista, inoltre, l’individuazione di un’area dedicata ai pazienti che hanno necessità di terapia semintensiva e intensiva, con ulteriori 12 posti letto, 4 per la terapia semintensiva e 8 per quella intensiva. Non sarà impresa semplice.

I locali destinati ai ricoverati che non necessitano di rianimazione sono ora occupati dalla Chirurgia, il cui trasferimento non si può eseguire in tempi rapidi, considerati i numerosi ricoverati, e poi perché appare impossibile il ritorno della Chirurgia nei vecchi e inadeguati spazi, dove sono stati smantellati letti, arredi e attrezzature.

Difficile  anche l’attivazione degli ulteriori dodici  posti letto da destinare alla terapia intensiva covid, nelle sale operatorie del corpo P. Uno spazio che non ha il necessario collaudo, e che non dispone di ingressi e percorsi separati dagli altri reparti, come invece è previsto.

La direttrice dell’Assl di Oristano Maria Valentina Marras

Ma quel che appare più problematico è  l’aspetto legato alla necessità di personale da impegnare nell’assistenza dei pazienti covid, in un momento in cui appaiono già dimezzati gli organici di tutti i servizi ospedalieri.  La direttrice dell’Assl ha disposto  che i pazienti del nuovo reparto debbano essere in carico ai medici del reparto Medicina, degli pneumologi e di altri “medici che si rendessero eventualmente necessari”.  Allo stesso tempo è stata disposta  la riduzione dei ricoveri nel reparto medicina del San Martino, da limitare ai pazienti che non necessitano di accertamenti diagnostici o interventi terapeutici non disponibili negli ospedali di Bosa e Ghilarza, verso i quali  dovrebbero invece essere dirottati tutti gli altri ricoveri.

Per far fronte all’aumentato carico di lavoro, nel reparto Medicina di Ghilarza già in grave sofferenza, l’Assl prevede l’impiego dei medici in forze al reparto chirurgia, per un totale di 38 ore.

Un invito è stato rivolto anche al personale infermieristico perché contribuisca a non penalizzare le attività operatorie e ambulatoriali programmate nei tre ospedali, in cambio dell’autorizzazione a straordinari e prestazioni aggiuntive che si rendano necessarie.

Resta da capire ora quale personale sarà destinato all’assistenza dei pazienti che necessitano di assistenza rianimatoria, considerata la scarsa disponibilità di anestesisti e rianimatori.

Sicuramente decisioni e disposizioni dettate dalla straordinaria emergenza in cui si trova il nosocomio oristanese, ma che stanno già alimentando accese discussioni tra il personale sanitario.

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